Il Bari ancora convalescente torna alla vittoria. Si respira, se non altro, un’aria diversa con Iachini

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Foto SSC Bari

Benvenuto raggio di sole” in questa “selva oscura ché la dritta via era smarrita”, mutuando De Gregori e Dante verrebbe da scrivere oggi.

Era la prima di Iachini, l’avversario era quello che era, ovvero alla portata ma non per questo andava sottovalutato (si sa di questi tempi come vanno le cose), gli avversari erano al completo, per fortuna, dal momento che – è risaputo – quando il Bari gioca contro avversari decimati perde quasi sempre così come perde sempre quando gioca esso stesso decimato (misteri tutti biancorossi), a ciò si aggiunga una vaga aria di curiosità nel vedere all’opera il nuovo Bari e, insomma, le premesse per vedere uno spettacolo decente c’erano tutte dopo una settimana turbolenta.

Bari e Lecco, dunque, esattamente 51 anni dopo l’ultima volta si son ritrovate entrambe per cercare di salire gradini in classifica, col Lecco che ha rivoluzionato la squadra nel mercato di gennaio (da considerare che il suo mercato estivo lo ha iniziato tardivamente), ed il Bari sulla carta fotocopia dello stesso precedente ma con Iachini, però, in panchina dal quale ci si attendeva quantomeno una scossa.

La vittoria odierna del Bari sul Lecco per 3-1 si carica di significati che vanno ben oltre il semplice risultato sportivo. In una partita che non resterà nella memoria per la qualità del gioco, ciò che emerge con prepotenza è l’importanza dei tre punti conquistati. La squadra sia pur ancora in convalescenza e con i soliti limiti, ha mostrato una grinta e una determinazione paragonabili a quelle di un gruppo di soldati in battaglia, superando difficoltà che sembravano più di ordine psicologico che tecnico. L’immagine dell’abbraccio collettivo a Iachini, al termine del match, simboleggia un’empatia e una complicità sorprendentemente instauratesi in soli quattro giorni, un segnale di come il calcio sia, prima di tutto, una questione di chimica e di relazioni umane ancor prima che professionali. Inutile girarci attorno: Marino questa empatia non la trasmetteva.
Sotto la guida di Iachini, si è assistito a un cambiamento di atmosfera: da un approccio precedentemente percepito come freddo e distaccato, a una passione e un coinvolgimento totali, che hanno risvegliato l’entusiasmo di una squadra che sembrava spenta. Questa vittoria non è solo un passo avanti in termini di classifica che da oggi fa vedere al Bari l’orizzonte dei playoff e quello più soffuso dei playout, ma rappresenta anche un rinnovato spirito di squadra e le premessa di una mentalità vincente.

La vittoria assume un valore ancora più significativo considerando che è stata ottenuta contro una squadra in difficoltà, servendo da monito a non sottovalutare nessun avversario e a combattere con lo stesso spirito anche contro squadre di maggiore calibro. Ogni punto guadagnato ora sposta l’attenzione verso la parte sinistra della classifica, ridando fiato alle speranze per la stagione anche se è bene rimanere coi piedi per terra perché, in fondo, si è vinto solo una partita peraltro contro l’ultima in classifica.
Analizzando le prestazioni individuali, è evidente come alcuni giocatori abbiano risposto meglio di altri alla chiamata del nuovo allenatore. Benali, con il suo gol decisivo, e Sibilli, sperando che il suo infortunio non sia grave, hanno dimostrato di essere elementi chiave per il progetto di Iachini. Altri, invece, dovranno lavorare per ritrovare la forma migliore e contribuire con maggiore incisività al progetto di squadra. Su tutti Puscas che, gol a parte che gli ha regalato la sufficienza, è apparso in netta difficoltà fisica.
Questo momento rappresenta un bivio cruciale per il Bari: è l’occasione per stringersi attorno alla squadra e sostenerla, mettendo da parte le polemiche e concentrando ogni energia verso un obiettivo comune. La sfida sarà mantenere questa unità e questa grinta anche nei momenti difficili, dimostrando che la forza di un gruppo può superare ogni ostacolo.
Iachini ha innescato una scintilla in una squadra che sembrava aver perso la direzione, ricordando a tutti che nel calcio, come nella vita, le grandi svolte possono iniziare da un cambiamento nella mentalità e nell’atteggiamento. Resta ora da vedere se questo spirito rinnovato porterà a una continuità di risultati positivi, ma una cosa è certa: il primo passo è stato fatto, e la strada intrapresa sembra promettere una stagione di passione e di riscatto.

E’ stato come se un’onda di energia positiva avvolgesse lo stadio. La vittoria, tanto attesa quanto meritata, non è solo un trionfo sul campo di gioco quantomeno nel risultato, ma un inno alla speranza per tutti. Nell’aria a fine gara si è percepito un profumo di vitalità, come se quel successo sportivo avesse il potere di ricordarci che, nonostante le difficoltà, c’è sempre spazio per la gioia e per l’ottimismo. Ma è un ottimismo moderato, perché si è consapevoli che la strada è ancora lunga e che ogni vittoria è solo un passo avanti. E’, però, quel tipo di ottimismo che riscalda il cuore senza offuscare la vista, che invita a godere del momento presente pur mantenendo vivo il desiderio di migliorarsi.

Massimo Longo

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