Stalking di gruppo organizzato. Intervista con il segretario nazionale dell’Associazione Diritto alla Vita

Interviste & Opinioni

Di

Intervista alla Dott.ssa Marilena Favale, Segretario nazionale Associazione Diritto alla Vita   

di Antonio Peragine

Scusi l’impertinenza, ma perché istituire una nuova associazione visto che l’Italia pullula ormai di Fondazioni, ONG, Enti vari e associazioni di ogni sorta e indirizzo?

Giusto, lei ha pienamente ragione, ma vede, per quanto il panorama associativo possa sembrare vasto e talvolta dispersivo, vi era un grande vuoto. Un vuoto che si doveva colmare. Prima di imbarcarci in questa onerosa avventura abbiamo, in quanto vittime, cercato aiuto ovunque, ma nessuno era in grado né di ascoltare, men che meno di comprendere o di dare una mano alle vittime di stalking di gruppo organizzato. Perché è di questo che ci occupiamo fondamentalmente anche se nel nostro statuto abbiamo allargato il nostro scopo alla difesa di tutte le vittime di abusi psicofisici.

Stalking di gruppo organizzato?

Sì, mi rendo conto che, oltre che lunga, la definizione sia facilmente equivocabile. In genere si usa la locuzione gang stalking, che ai puristi potrebbe non garbare ma che è la definizione più conosciuta a livello internazionale.

Lo stalking ormai lo conosciamo tutti, cos’ha questo gang stalking di diverso?

Tutto. Si tratta di fenomeni assolutamente diversi, l’unica analogia potrebbero essere gli atti persecutori, sempre che si rivedesse la definizione di questi ultimi a livello giurisprudenziale, poiché nello stalking di gruppo sono molto più raffinati. Si tratta per lo più di attentati di natura psicologica e socioeconomica.

Il Gang Stalking è un’azione persecutoria organizzata da più persone ai danni di un Individuo Bersaglio o Target Individual che si perpetra attraverso un insieme di atti ostili, di solito singolarmente non imputabili come reati o violenze esplicite, ma comunque pesantemente lesive per la salute psichica e fisica della vittima. Trattasi di vere e proprie tecniche di condizionamento, ossia di lavaggio del cervello. Gli obiettivi del gang stalking sono il condizionamento degli individui, il loro controllo,  la loro programmazione o, nei casi più estremi, la loro eliminazione attraverso l’induzione alla paranoia o al suicidio. Oggigiorno Internet è vieppiù impiegato per azioni di Gang Stalking, praticato e coordinato da organizzazioni di intelligence statali e parastatali, gruppi di potere, lobby economiche e politiche, associazioni, sette, comunità religiose, ecc.

Capisco. Siamo quindi difronte ad una realtà molto più complessa e sofisticata.

Per usare un eufemismo! Molti parlano di organizzazioni masso mafiose con un potere quasi illimitato.

L’Associazione Diritto alla Vita nasce con l’intento di aprire un dibattito sulla necessità di aggiornamento del Codice Penale ed in particolare della sezione riguardante gli l’art. 612 (minacce) e 612bis (atti persecutori), così come anche la Legge n. 69/2019 (Il Codice rosso) che ha innovato e modificato la disciplina penale e processuale della violenza domestica e di genere, corredandola di inasprimenti di sanzioni che si limitano ad un’accezione dello stalking come violenza in ambito domestico o di genere. A ben vedere gli articoli 612 e 612bis del Codice penale sono generici ed onnicomprensivi diversamente dalla Legge 69/2019 ­-Codice rosso-, nella realtà procedurale, però, gli organi di polizia giudiziaria in primis, avvocati in secundis e magistrati in tertiis danno una interpretazione esclusivamente sentimentale o di genere degli atti di persecuzione punibili per legge. Per cui se un gruppo organizzato  vuole mettere a tacere ad esempio un giornalista piuttosto che un politico  che si battono contro il sistema corrotto, un ricercatore o uno studioso che stanno affrontando argomenti “proibiti” e “scottanti”, o molto più semplicemente chi possiede un piccolo patrimonio del quale ci si vuole impossessare, può agire indisturbato poiché la maggior parte dei magistrati così come l’avvocatura si rifiuta di riconoscere l’esistenza o anche soltanto l’idea di tali gruppi organizzati che agiscono attraverso protocolli ben precisi di distruzione “blanda” senza spargimento di sangue. Urge una ridefinizione del concetto di persecuzione, che colpisce non soltanto mogli e fidanzate indifese, ma anche uomini e donne spesso impegnati a vario titolo nel sociale, professionisti di rilievo con profondo senso etico oltre che di alto valore morale, che vengono proprio per questo ritenuti in grado di “cavarsela” da soli e pertanto isolati e abbandonati a sé stessi anche dalle istituzioni a salvaguardia del cittadino.

Queste “NUOVE” persecuzioni assumono FORME e ASPETTI diversi, spesso camuffate dal tono goliardico anche se volgare ed offensivo, e che possono vedere il concorso di ampi gruppi interessati a “divertirsi” o ad ottemperare a commissioni – puntualmente ricompensate in vario modo – ricevute da altri soggetti forti ed occulti, con potere politico e/o economico.

Bisogna precisare inoltre che nelle persecuzioni da parte di gruppi organizzati vi è un particolare utilizzo delle tecnologie digitali, che costituiscono la premessa per violenze e violazioni in ogni settore della vita di una persona; con intromissioni quotidiane nel suo cellulare (che non dimentichiamoci è un  vero e proprio trasmettitore di tutto quello che si dice), nel suo pc di casa e al lavoro, nei suoi sistemi di allarme (intrusioni da remoto, anche con la complicità delle ditte installatrici), nelle sue telecamere ( il cui frutto  probatorio viene facilmente cancellato), financo nelle sue televisioni (accensioni improvvise, spegnimenti molesti, collegamento con altri sistemi della casa), e nelle altre sue dotazioni domotiche.

Lei mi sta aprendo un intero universo! Mai avrei immaginato che addirittura dei gruppi di persone potessero agire assieme in modo organizzato e programmato da forze esterne per distruggere la vita di una persona. Sembra un gioco perverso.

Lo è. E non immagina quanto. Il gioco non è fine a sé stesso, lo scopo ultimo è il suicidio della vittima. Infatti un altro nostro cavallo di battaglia è  l’estensione del concetto di tortura alle pratiche di stalking e gang stalking.

Mi scusi, se non sbaglio, sia il 612 che il 612 bis così come “il codice rosso” parlano di uno stalker al singolare.

No, non si sbaglia affatto. In nostro aiuto viene qui l’art.339 (circostanze aggravanti) che considera appunto più persone riunite. Inoltre la giurisprudenza amplia sempre più lo spettro  ed oggi vi sono  sentenze della Corte di cassazione che riconoscono la possibilità del concorso di più persone, ma per noi TARGET vi è ancora molta strada da fare. Nella realtà né le forze dell’ordine, né gli avvocati sono preparati in merito, e si rifiutano categoricamente anche solo di prendere in considerazione la possibilità che un gruppo organizzato possa operare segretamente per distruggere una vita umana. Il fenomeno si sta estendo a macchia d’olio grazie alla sua efficacia e impunibilità, nessuno è al sicuro, domani potrebbe capitare a chiunque, anche a chi ci legge.

Così ci spaventa!

Assolutamente no, non è questo il mio intento né interesse. Anzi, sono qui per dare speranza a tutti e soprattutto a chi è già vittima, mai arrendersi e continuare a lottare perché il bene vince sempre. Ne è una prova il lavoro egregio che la Corte di Cassazione sta facendo grazie alle sue recenti sentenze, mi permetto di citarne una proprio in merito all’ Art.339 (aggravanti speciali) per esempio si dice: Nel delitto di minaccia, per la configurabilità dell’aggravante delle “più persone riunite” è sufficiente che il soggetto passivo percepisca la simultanea presenza, sia pure ideale, di più persone.

(Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19374 del 6 aprile 2023)

Bene! Dopo tante critiche alla magistratura fa piacere scoprire che vi è ancora molta parte sana nelle nostre istituzioni. Ma noi cittadini cosa possiamo fare?

Tanto e tutto. Non dimentichiamoci mai che il potere è tutto nelle nostre mani, basta saperlo e volerlo usare.

Il primo passo da fare è INFORMARSI, bisogna conoscere a fondo questo fenomeno per potersi difendere e combatterlo, allo stesso tempo bisogna AGIRE, ognuno nel suo piccolo e secondo le proprie disponibilità e capacità deve dare il suo contributo nel diffondere informazioni in merito e contrastare tanto la corruzione quanto i delitti contro la persona.

Siamo tutti chiamati a scendere in campo per difendere noi stessi le persone a cui vogliamo bene, ma anche il resto dell’umanità perché tutte le vite sono importanti.

Prima di lasciarci può darci un ultimo consiglio su come affrontare e difenderci da questi “attacchi subdoli e celati”?

Certo, vi darò delle linee guida per individuare subitaneamente quelli che sono i tipici segnali di un protocollo di attacco; poi per chi volesse approfondire ricordo che ho pubblicato un manuale di sopravvivenza a tutte le strategie di stalking e mobbing oltre che di bullismo, che è un valido aiuto per ragazzi e adulti.

L’arma letale parte sempre con l’ISOLAMENTO su tutti i fronti, sociale, affettivo, lavorativo, digitale e giuridico:  sarete soli anche in mezzo alla folla; contemporaneamente arrivano le INTRUSIONI, in casa, a lavoro con relativa sparizione/apparizione di oggetti di poco valore, ed infine i SABOTAGGI: elettrodomestici, computer, cellulari, auto e qualsiasi altro mezzo di trasporto continueranno a rompersi, dare problemi e il danno sarà polivalente, dallo spreco di risorse e tempo allo stress ai ritardi…

Vuole darci il titolo del suo libro e dirci dove possiamo trovarlo?

Il titolo è NON CI RESTA CHE VIVERE, ALLORA… RIDIAMOCI SU.

Lo trovate su Amazon.

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