Il Papa e la storiella del vecchio, del bambino e dell’asino

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Ve la ricordate la storia del vecchio, del bambino e dell’asino? Se il vecchio cavalcava lui l’asino e teneva a terra il bambino, la gente lo criticava, se metteva sull’asino il bambino, pure riceveva rimproveri, così come li riceveva se viaggiavano tutti e due sull’asino, e se camminavano entrambi, vecchio e bambino, a fianco dell’asino, lo deridevano. Mi sembra che è ciò che per misteriosi, incomprensibili motivi sta accadendo a papa Francesco, i cui difetti a mio parere non sono certamente superiori a quelli dei suoi due celebri predecessori.

La differenza è che i due predecessori erano affezionati al Catechismo, e questo papa è più affezionato al vangelo. Adesso gira sulla rete la critica: “Il papa benedice il Forum di Davos”. Notizia imprecisa, fuorviante. In realtà il papa ha scritto una lunga lettera al Presidente Esecutivo del World Economic Forum, chiedendo: “Com’è possibile si venga sfruttati, si sia condannati all’analfabetismo, manchino le cure mediche di base e si rimanga senza un tetto? Perché si muore ancora di fame?”. Parole che suonano come un rimprovero ai potenti del mondo.

E come da prassi, la lettera reca in calce la benedizione papale. Io sono certo che se il papa avesse taciuto, non avesse scritto nulla, molti lo avrebbero ugualmente criticato. “Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, tu sempre pietre in faccia prenderai”, recitava una canzoncina.

Renato Pierri

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