VIDEO | Alla Camera audizione per l’Agenzia Dire, l’editore Valore: “Il fermo è ingiusto”

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A Montecitorio botta e risposta sulla drammatica situazione: ecco i fatti

ROMA – “Ringrazio il Presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Molliconele deputate e i deputati, che con l’audizione sulla situazione dell’agenzia Dire hanno permesso di fare chiarezza su quanto sta accadendo e sulla drammatica situazione che stanno vivendo tutti i 120 dipendenti”. Così Stefano Valore, editore dell’agenzia Dire, intervenuto sulla vicenda della sospensione della procedura negoziata e dei pagamenti disposta dal Dipartimento dell’Editoria di Palazzo Chigi, che per l’editore della Dire è “illegittima e ingiustificata”. E ha spiegato i motivi: “Accusano la società di essere inaffidabile… ma ricordo che quando arrivai alla Dire, nel momento di massima difficoltà dovuta alla vicenda giudiziaria che aveva coinvolto l’ex editore, mi sono subito rivolto al tribunale per chiedere se potevo, o no, procedere all’acquisizione della Dire. Avuto parere favorevole sono andato avanti mettendo in atto tutte le procedure previste dalla legge a garanzia del nuovo assetto proprietario e manageriale della società, segnando così una netta cesura con la vecchia gestione”. Un cambio sostanziale, ha sottolineato Valore, “e questa nostra procedura di self cleaning successivamente è stata anche accertata dalla sentenza del Tar, passata in giudicato, sul ricorso per inaffidabilità presentata dai concorrenti contro l’aggiudicazione di un bando Inail”.

Arrivando all’oggi, a quanti chiedevano conto delle iniziative intraprese prima e dopo il fermo e la sospensione, Valore ha risposto elencando quanto è stato fatto: “A fine novembre abbiamo avviato la ristrutturazione del debito con il Tribunale di Bari che in seguito con sentenza ha disposto misure interdittive anche per eventuali fermi. Il 5 dicembre ci è arrivata dal ministero dell’Istruzione, senza nessun accertamento, una messa in mora per il disconoscimento di tutte le attività contrattualizzate, effettuate e rendicontate dalle scuole. 

Ci siamo attivati subito per la replica a quella richiesta non accertata, ma nella stessa giornata abbiamo ricevuto il fermo amministrativo. In quel momento abbiamo proceduto con la legge per l’autotutela al fine di sospendere il fermo amministrativo (ed anche su questa nostra richiesta fino ad oggi non è arrivata risposta di accoglimento o meno) sottolineando anche che era stata disattesa la sentenza del Tribunale di Bari sulle misure interdittive. Il 12 dicembre abbiamo contattato il Dipartimento per l’Editoria per metterlo a conoscenza di cosa stava accadendo.

 Il 29 dicembre abbiamo appreso, prima da un lancio di agenzia e dopo tre ore da una pec del Dipartimento, della nostra sospensione dalla procedura negoziata e dei pagamenti a causa del fermo amministrativo. Abbiamo provato più volte ad avviare una interlocuzione con tutti i soggetti interessati senza nessun riscontro. Arriviamo al primo gennaio con la nostra richiesta di accesso agli atti avendo solo 15 giorni per replicare alla sospensione (e anche su questo ad oggi ancora non è pervenuta alcuna risposta). Il 2 gennaio abbiamo quindi presentato ricorso urgente al Tribunale di Roma e siamo in attesa della data dell’udienza. Siamo arrivati al 17 di gennaio e dobbiamo ancora recepire la documentazione relativa all’accesso agli atti, di fatto negandoci il diritto a difenderci su un provvedimento non accertato”.

Per quanto riguarda la non costituzione come parte civile da parte dell’azienda contro l’ex editore, Valore ha spiegato che “non si poteva fare essendo la società rinviata a giudizio per un eventuale illecito amministrativo che dovrà comunque prima essere accertato. È chiaro- ha aggiunto- che se al termine del processo un tribunale accerterà un danno a carico della società editrice ci rifaremo con una richiesta di risarcimento nei confronti di chi sarà stato giudicato colpevole di aver causato quel danno”. Alla fine della sua audizione, l’editore Valore ha sottolineato ancora una volta di essere fortemente intenzionato a trovare una soluzione ribadendo però che a tutt’oggi “non c’è stata nessuna interlocuzione, tanto che non è arrivata nemmeno la documentazione richiesta di fatto impedendoci di difendere e tutelare al meglio il futuro della Dire e i 120 posti di lavoro”.

Agenzia DIRE www.dire.it

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