Hamas dice no alla ‘soluzione dei due Stati’

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Linea dura di Hamas che non accetta la creazione di due Stati e rivendica l’intero territorio palestinese

Continua il braccio di ferro tra Hamas e Israele in un’escalation di tensione e di violenza. Inutili le mediazioni e i tentativi di una soluzione di un conflitto che va allargandosi sempre più.

Il Medio Oriente è in fiamme e le immagini fotografano una realtà atroce. Ovunque macerie, ovunque morte.

Hamas

Ma, malgrado il bilancio pesante di vittime civili, nessuna delle due parti indietreggia. E’ di poco fa infatti la notizia che fa precipitare le speranze di una soluzione di questa guerra terribile.

In un messaggio, diffuso su Telegram, Khaled Meshal, leader di Hamas all’estero, ha categoricamente rifiutato  quella che potrebbe essere la soluzione più idonea alla concretizzazione di una pace più o meno duratura: la creazione di due Stati.

Palestina libera

Il popolo palestinese chiede liberazione– ha affermato – libertà dall’occupazione e la nascita di un solo Stato: quello palestinese’

Nessuna concessione, dunque, a Israele, né pentimento per l’eccidio del 7 ottobre. Anzi le sue parole mettono in rilievo l’importanza dell’azione condotta dai militanti di Hamas su territorio israeliano in quel giorno fatidico. Un giorno che ha segnato l’inizio di un conflitto che sta decimando la popolazione di Gaza.

Poi, continuando, ha enfatizzato il 7 ottobre come il giorno che ha dato inizio al sogno palestinese di una ‘Palestina dal  mare al fiume  e dal nord al sud’

Nella sua logica, quindi, risultano inaccettabili i confini del’67 che rappresentano un’esigua parte della Palestina. Solo un quinto di essa.

Una situazione al collasso

E mentre finalmente, grazie alla mediazione del Qatar, sono giunti gli aiuti umanitari per i civili di Gaza e i medicinali per gli ostaggi ancora vivi, nelle mani di Hamas, entrambe le parti non mostrano alcuna intenzione di porre fine a questa guerra.

Israele vuole ispezionare i contenuti dei camion che hanno il compito di portare i medicinali, forniti dal Qatar,  all’interno della Striscia. Hamas nega ogni tipo di ispezione, mentre intanto cresce il pericolo del dilagare di malattie, stante la precarietà delle condizioni igienico sanitarie.

Alla luce di ciò si teme che questi medicinali non arrivino a destinazione, visto anche l’atteggiamento intransigente di Netanyahu. Questi infatti ha ordinato che vengano effettuati i controlli sui camion.

L’amarezza di Guterres

Cresce intanto  l’ansia del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Un’ansia suffragata dall’escalation di violenza che sta caratterizzando questo conflitto. Un’ansia condivisa da tanti.

Hamas

E le sue parole suonano sinistre ed evocatrici di una strage umanitaria terribile.

In un’intervista rilasciata ad Al Jazeera ha infatti rivelato di non essere mai riuscito a parlare con il leader israeliano Netanyahu. Il che rivela un incrinarsi dei rapporti tra l’Onu e Israele, probabilmente compromessi dalle precedenti affermazioni di Guterres. Ma ciò che risulta evidente e che mette in allarme il mondo  è un allargamento dei combattimenti, anche nei  territori limitrofi.

Lo scenario non è decisamente rassicurante e le ore scorrono rapide, terribili, scandite dall’odio e dalla distruzione.

 

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