Gaza, la linea di Israele all’Aia: “La nostra è autodifesa, non genocidio”

Mondo

Di

Volker Turk, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani: “Il cessate il fuoco a Gaza è più urgente che mai”

ROMA – Le azioni commesse dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza a partire dal 7 ottobre, in risposta all’aggressione del gruppo Hamas che ha causato 1200 morti, sarebbero “atti di legittima difesa” contro “organizzazioni terroristiche”. Questa la linea adottata da Israele, chiamato a rispondere dell’accusa di genocidio presso la Corte internazionale di giustizia, su istanza del Sudafrica.

Le autorità sudafricane sostengono invece che le operazioni militari ancora in corso, e giunte quasi al centesimo giorno consecutivo, siano “tese a causare la distruzione di una parte significativa della comunità etnica e nazionale palestinese”.

Tal Becker, consigliere legale del ministero degli Esteri israeliano, ha dichiarato: “Se ci sono stati atti che possono essere definiti genocidari, allora sono stati perpetrati contro Israele. Se c’è una preoccupazione riguardo agli obblighi degli stati ai sensi della Convenzione sul genocidio, allora è in relazione alle loro responsabilità di agire contro il programma di annientamento orgogliosamente dichiarato da Hamas, che non è un segreto e non è in dubbio”. Israele, ha aggiunto, si sarebbe “impegnato a rispettare il diritto nonostante il totale disprezzo della legge da parte di Hamas”.

Ma per Ronald Lamola, a capo della delegazione sudafricana presso il tribunale delle Nazioni Unite, l’impianto difensivo presentato da Becker dimostrerebbe “l’incapacità di Israele di smentire” le accuse di genocidio. “A prescindere da cosa possa aver commesso qualche individuo all’interno dei gruppi attivi nei Territori occupati e a Gaza, e a prescindere da quanto grande sia la minaccia per i cittadini israeliani, non è possibile giustificare gli attacchi genocidari commessi contro l’intera Striscia di Gaza con l’intento di distruggerla. Crediamo e restiamo molto fiduciosi che questi fatti costituiscano ancora una violazione stando alla Convenzione sul genocidio” del 1948.

Mentre prosegue il processo, a Gaza non si fermano le violenze. Secondo il ministero della Salute del governo guidato da Hamas, le vittime palestinesi dal 7 ottobre hanno superato le 23.708 unità. Di queste, sette su dieci sono donne bambini. I feriti invece ammontano a 60mila. Volker Turk, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha dichiarato: “Il cessate il fuoco a Gaza è più urgente che mai”, quindi ha aggiunto:“Nel condurre le ostilità, abbiamo ripetutamente evidenziato i frequenti fallimenti di Israele nel sostenere i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario: distinzione, proporzionalità e precauzioni nell’effettuare attacchi”. Turk ha avvertito che “la violazione di questi obblighi comporta il rischio di dover rispondere per crimini di guerra”, avvertendo che si potrebbe assistere “anche ad altri atroci crimini”.

Agenzia DIRE www.dire.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube