C’era una volta c’è ancora domani

Attualità & Cronaca

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Editoriale di Daniela Piesco co-direttore Radici 

Pensare che da bambina la favola di Biancaneve mi faceva sognare, i 7 nani mi facevano tenerezza , e il bacio del principe mi appariva dolce e puro.

Ma per Paola Cortellesi intervenuta ad inaugurare l’anno accademico della Luiss è una favola sessista perchè la protagonista, che faceva la colf ai sette nani ,viene salvata dal cacciatore solo perché bella perché se fosse stata brutta non sarebbe stata risparmiata.La Cortellesi evidentemente non conosce bene la fiaba, giacché è proprio l’ossessione della bellezza che il famoso racconto vuole condannare. La regina Crimilde vuole essere la più bella del reame, ha l’ossessione della bellezza e per questo tenta di uccidere la povera Biancaneve che è più bella di lei. Insomma, la Cortellesi ha preso una fiabesca cantonata.Inoltre afferma che ,il potere salvifico è affidato solo agli uomini,come il principe azzurro, e le donne sono personaggi negativi come la Strega.Nel proseguire la sua lectio magistralis spara a zero pure su Cenerentola riconosciuta attraverso una scarpa e non attraverso il volto.

Beh aldilà di quello che penso sul pensiero espresso dalla nota attrice/ regista e lodato da rettori , professori e compagnia cantante vorrei ricordare alla signora in questione che Biancaneve e Cenerentola erano vittime di matriarche e non di patriarchi e che accusare di “maschilismo” una favola scritta dai fratelli Grimm nel 1812 (212 anni or sono ) denota un’ignoranza abissale.Non si può giudicare il passato con la morale di oggi,tra l’altro molto discutibile, perché nell’800 se Biancaneve fosse andata in miniera a lavorare con i 7 nani la gente si sarebbe scandalizzata e la Cortellesi dell’epoca sarebbe stata la prima ad insorgere con frasi del tipo ” che razza di uomini sono questi che mandano le donne in miniera!”Inoltre se si insiste a paragonare le due epoche si noterà con estrema facilità che esistevano problemi ben più gravi rispetto al fatto che Biancaneve facesse la colf/casalinga. All’epoca esisteva la schiavitù e i bambini erano costretti a lavorare , i lavoratori tutti venivano sfruttati senza sosta.Ergo appare a dir poco banale paragonare periodi storici diversi .Alla stessa stregua dovremmo non studiare più gli egizi,i romani o i greci perché fautori della schiavitù? Eppure leggiamo con ammirazione Socrate che aveva molti schiavi al suo servizio.Infine senza dilungarmi oltre perché veramente siamo alla frutta e ironizzando sulla falsa riga tracciata dalla Cortellesi, tiro in ballo il sentimento della gratitudine: Biancaneve sente gratitudine verso i 7 Nani e cerca di rendersi utile Cosa avrebbe dovuto fare? Forse la mantenuta?

 Non possiamo cancellare il passato. Quelle fiabe formano parte della nostra vita e devono continuare ad esistere. Soltanto che bisogna spiegare all’infanzia che la realtà non è più così.Le favole non sono piene di stereotipi bensì di archetipi il che è diverso,si chiama tradizione.

Le fiabe non vanno cambiate devono essere lette , tramandate e semmai spiegate e contestualizzate.

C’era una volta c’è ancora domani.

pH Fernando Oliva

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