Illegalità , Ministeri e RFI

Arte, Cultura & Società

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La realtà di questo nostro tempo è la solitudine nell’impegno di singoli, associazioni e movimenti sulle questioni ambientali.

Pochi gli interventi, limitati nel tempo e senza continuità, e gli atti prodotti dalle opposizioni istituzionali.

È successo con interlocutori di governi di diverso colore, soggiogati da una unica concezione, che l’investimento soprattutto in infrastrutture di trasporto è comunque positivo. Dogma falso se il progetto non è sottoposto ad analisi costi benefici e ad analisi,  a valore aggiunto non per decidere ma per utilizzare al meglio le scarse risorse pubbliche.

Dal governo Ciampi ai giorni nostri è stata tutta una destrutturazione di norme ambientali, e oggi siamo al massimo della distruption.

Si verificano situazioni davvero inquietanti, determinate da società pubbliche che si arrogano competenze delle quali non hanno alcuna titolarità ai sensi di norme comunitarie e nazionali.

Situazioni particolarmente gravi come le arbitrarie autovalutazioni di Rete Ferroviaria Italiana, che ha modificato il Progetto di Fattibilità Tecnico Economico Battipaglia/Romagnano (AV , Sa/Rc)  del, già oggetto di valutazione , da parte delle commissioni Ambiente, della Sovrintendenza Speciale del ministero della Cultura oltre, al parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Inoltre un insieme di strumenti, ben pianificati oltre all’attività lobbistica, a Bruxelles portano al naufragio della gran parte delle battaglie condotte dai cittadini sulla disapplicazione delle norme ambientali.

In questo tempo di esaltazione da PNRR, ogni investimento infrastrutturale, soprattutto se riguarda l’alta velocità è valutato positivamente, anche se il risultato di analisi indipendenti lo valutano negativamente.

Siamo al punto di rinnegare la procedura di valutazione ambientale strategica,  frammentazione della valutazione di impatto ambientale su singoli lotti di un progetto unitario, la negazione della Convenzione di Aarhus, tre modifiche in 15 anni del Codice Appalti, la omissione del principio DNSH.

IL Regolamento UE 241/2021 regola il dispositivo per la ripresa e la resilienza e stabilisce, che tutte le misure dei Piani nazionali per la ripresa e resilienza (PNRR) debbano soddisfare il principio di “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali”.

Tale vincolo si traduce in una valutazione di conformità degli interventi al principio del “Do No Significant Harm” (DNSH), con riferimento al sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili indicato all’articolo 17 del Regolamento (UE) 2020/852.

Principio che ha una sua finalità, quella di valutare se una misura possa o meno arrecare un danno ai sei obiettivi ambientali individuati nell’accordo di Parigi (Green Deal europeo).

Sul progetto AV Verona/Padova, frammentato in tre lotti con tre distinte Via e, Vas fatta otto anni fa, Principio DSNH con zero verifica fatta.

L’evento però più incredibile è la vicenda del lotto 1 A, Battipaglia/Romagnano. Progetto gestito da un commissario straordinario, che era l’Amministratrice Delegata e Direttrice Generale di Rete, Vera Fiorani.

IL progetto definitivo munito di pareri ministeriali competenti e approvazione da parte di organi amministrativi come ministeri, regioni, province viene modificato da RFI.

Il Responsabile Sud per gli investimenti, probabilmente completamente ignorante di norme procedurali riguardante l’ambiente, classifica non sottoponibile a ulteriore verifica il progetto modificato, pur interessando aspetti particolarmente importanti come aree dissestate, frane, cantierizzazione, modifica profili manufatti e volume escavato.

La natura delle varianti invece obbligano a ulteriori rigorose verifiche.

La commissaria Fiorani prende per buono quanto affermato dall’ingegnere, la procedura va avanti e si effettuala gara di appalto e siamo a fine 2022.

Nel 2023 il Dipartimento VIA del Ministero della Transizione Ecologica, nell’ambito della verifica delle prescrizioni realizzate, contesta quanto arbitrariamente fatto da RFI- Le varianti che sono sostanziali e obbligano a nuove verifiche di compatibilità.

Evidentemente RFI la pensa diversamente e va avanti tanto, che invia la lettera di esproprio dei terreni ai soggetti interessati.

IL sottosegretario al MITE si fa addirittura promotore di un tavolo tecnico, per agevolare gli accordi sugli espropri. Arrivano in parlamento due interrogazioni sull’argomento da parte dei 5 Stelle, uno firmato dall’ex Ministro Costa, dall’On Iaria componente della Commissione Trasporti della Camera e l’altro dalla senatrice Anna Bilotto.

Infine cittadini interessati al progetto inviano una diffida al sottosegretario, a Rfi, al ministero della Cultura e altri soggetti, annunciando denunce alla magistratura per la gravità dell’accaduto.

In data 29 dicembre la comunicazione che, in pratica e finalmente la dirigente della Divisione VIA, apre la procedura di Via sulle varianti al progetto fatte da RFI.

Sconfessato l’ingegnere di RFI, la Commissaria Fiorani con il corollario di miliardi di euro di progetti gestiti da soggetti impreparati su norme procedurali che intaccano l’ambiente, la finanza pubblica e gli interessi dei cittadini, in particolare degli espropriati. 

Fatti a pezzi i principi dei Trattati UE , delle direttive e del Codice Ambiente

One Reply to “Illegalità , Ministeri e RFI”

  1. Claudio Stoduto ha detto:

    Vengono evidenziate ancora le stesse violazioni perpretate e ancora si continua a far finta di NON VEDERE E NON SENTIRE da parte di chi deve intervenire.

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