Precari, la storia infinita, quando una soluzione?

Attualità & Cronaca

Di

Dario Patruno

Leggo due notizie apparentemente slegate tra loro.

La prima tratta dal corrierefiorentino.corriere.it. Si racconta di un docente al liceo artistico, supplente che da quattro mesi non viene retribuito per ritardi burocratici: una vita fatta di rinunce e nessuna stabilità. Originario della provincia di Foggia, trasferitosi a Firenze, quattro anni fa, dal 28 settembre per intoppi burocratici non riceve lo stipendio. “Stiamo tirando avanti”. Fotografato con il cappello di Babbo Natale e la barba lunga è l’incarnazione di un povero Cristo, tra i tanti costretti a portare la croce, un invisibile che anziché ribellarsi contro i potenti di turno, si esprime in maniera civile e composta “Tiriamo avanti”.

La seconda riguarda il concorso in atto, le cui domande scadono il 9 gennaio 2024 circa la dichiarazione sul lodevole servizio che hanno scatenato la reazione della FLC CGIL per cui bisogna procedere come sinora fatto. Infatti su una piattaforma che si blocca ad ogni piè sospinto, aggravare i candidati di un ulteriore adempimento del tutto ingiustificato e in passato non previsto, rischia di impedire l’invio della domanda. A questo punto urge un chiarimento del Ministero che deve revocare la Nota dell’Ufficio della Direzione del personale in cui l’aver prestato “lodevole servizio” non coincide con il “servizio senza demerito”. Siamo alla frutta. Esiste un gusto sadico di aggravare i candidati di dichiarazioni che effettuate in corso di anno scolastico hanno un valore giuridico molto limitato nel tempo e aggravano i dirigenti scolastici di adempimenti inutili.  Cfr. https://www.ascuolaoggi.com/post/concorso-docenti-2023-scatta-la-polemica-sul-lodevole-servizio-bisogna-procedere-come-fatto-sinora.

Ma la vogliamo finire di vessare i precari o questi settantamila li dobbiamo esasperare fino a istigarli a gesti di protesta dalle conseguenze inimmaginabili?

Questa è l’ultima generazione di persone civili che protesta in maniera civile perché la prossima, se non si pone mano ad una seria riforma della scuola.

Senza ombra di smentita lo scrivevo il 22 marzo 2023: “La pazienza dei docenti precari può scadere. Perché esasperarli?”  https://www.corrierenazionale.net/2023/03/22/la-pazienza-dei-docenti-precari-puo-scadere-perche-esasperarli/.

Cambiano gi attori ma il copione è lo stesso.

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