E-book a scuola e in biblioteca: addio al libro e al profumo della carta

Scuola, Formazione & Università

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L’avvento dei libri digitali a scuola e in biblioteca avrà il suo vantaggio: gli studenti a scuola non giungeranno con zaini pesantissimi che rovinano la schiena, e le biblioteche saranno meno polverose perché i libri cartacei saranno messi letteralmente in “soffitta”.
Se da un parte c’è il vantaggio di avere un mondo sostenibie contro le deforestazioni, ecco che c’è chi nostalgico asserisce che solo un libro di carta può essere letto e riletto, sottolineato, e alle pagine puoi fare il segno con il “post.it” per ricordare una tematica in particolare. La memoria visiva peraltro aiuta moltissimo gli studenti quando devono prepararsi per un esame o una interrogazione: il libro cartaceo ha davvero una funzione agevole che consente di apprendere molto più facilmente rispetto a chi sceglie libri accademici digitali.
Fmb

La crisi del “metodo clinico” è sotto gli occhi di tutti!Oscurata e dimenticata è la visione unitaria del malato. L’empatia dapprima valore essenziale, oggi sembra essere un valore trascurato. Con essa scompaiono funzioni di accompagnamento morale e spirituale e del tutto annullati sono i canoni di beneficialità. La popolazione è scontenta di una Medicina fortemente alterativa di quel rapporto umano interpersonale medico-paziente, essenziale ed irrinunciabile, oggi frantumato e del quale si chiede l’immediato ripristino a fini umanizzanti. L’umano ignorato in Medicina è grave errore!
Va ridiscussa la Medicina frettolosa, quella del tempo minimo, quella della “sveglia al collo”, quella della catena di montaggio. Gravi inappropriatezze e madornali errori. Per evitare di cadere nel paradosso dell’errore, vogliamo sottolineare
l’importanza dell’umanesimo e riflettere su tutti i campi di una Medicina che si avvia alla digitalizzazione. Molti sono i campi di applicazione, molte le possibilità tecnologiche offerte ai medici, grandi le potenzialità sinergiche dell’algoretica.
La tecnologia di per sé è buona, se adeguatamente guidata dall’umano, fa cose al nostro posto, con maggiore precisione e migliore capacità di analisi. Sviluppo umano integrale e algoretica ci impongono di trovare cooperazione ed integrazione sapiente affinché si eviti la bulimia dei mezzi informatici o al contrario l’anoressia dei fini. Utili applicazioni si ritrovano negli algoritmi Lyna, utilizzato per le biopsie dei linfonodi metastatici nei tumori mammari e Sybil, utilizzato per la valutazione
del rischio di cancro ai polmoni. Entrambi in grado di analizzare le immagini di diagnostica per immagini.
Un altro campo è quello della robotica: Il robot aiuta la precisione, la micromanipolazione, il rispetto di talune strutture delicate, il robot nerve spering per esempio favorisce l’ingrandimento e la salvaguardia anche dei piccoli rami sensitivi, migliora la ​radicalità, sicchè il robot diventa strumento, a comando umano, capace di modulare la radicalità, con un criterio di mini invasività consentendo operazioni chirurgiche complesse (con approccio di visione tridimensionale e non monoplanare). Detto questo occorre precisare che difficilmente l’intelligenza artificiale potrà sostituire l’essere umano in un’operazione chirurgica complessa: la tecnologia va guidata dalla mente umana. Difficile battere l’umano in termini di creatività: non è possibile pretendere dall’I.A. di prendere delle decisioni per rispondere a situazioni impreviste nel
modo più appropriato possibile. Solo la mente umana lo può fare! Ritorna opportuno quindi riproporre la raccomandazione di base: Stiamo attenti a non togliere tra paziente e medico i canali diretti di comunicazione e di alleanza.
Ribadiamo l’importanza dell’umanità e della umanizzazione in Medicina e che questi canoni si armonizzino in positivo con la tecnologia. L’I.A. non può interpretare e comunicare emozioni; non può sostituire l’ideazione e l’intuizione dell’essere umano, ne può avvalersi di quelle facoltà, ampie e articolate, che conducono a scelte pro attive e vincenti. In sintesi riemerge il ruolo dell’umano, come assolutamente indispensabile per orientare il cammino della tecnoscienza: Il dinamismo della tecnica potrà nella società 5.0 svolgersi in modo ottimale solo sotto la guida dell’umano. Chi propone di ignorare l’umano sbaglia. Per questo provocatoriamente ho voluto dar titolo a questa mia breve riflessione “L’UMANO IGNORATO”.
Abbiamo tutti da guadagnare se accanto alle positive prospettive dell’I.A. saremo capaci di promuovere competenze, impegno etico e vita morale nell’approccio al malato che includa i cinque sensi.
Candida Tangorra Dirigente medico Pronto Soccorso Ospedale Civile di Bisceglie ASL BAT
Nell’ultimo decennio moltissime sono state le innovazioni tecnologiche per cui possiamo dire di vivere un Sistema Sanitario digitale, e-Health. Le finalità sono di ridurre l’ospedalizzazione dei pazienti, di implementare le cure domiciliari e i servizi
territoriali, di fare diagnosi sempre più precise, di ridurre i rischi per i pazienti, di velocizzare le procedure, di essere connessi tra tutte le Aziende Sanitarie, di ridurre i costi e migliorare la Salute. Anche in Puglia si sono attivati da tempo questi servizi. Ne è esempio il progetto Hermes e il riconoscimento di progetti di ricerca innovativi con i Big Data Le aree di applicazione pratica della Intelligenza Artificiale sono tante: digitalizzazione dei sistemi ospedalieri, tele-medicina, tele-soccorso, tele-monitoraggio, cartella clinica elettronica, digital wellbeing, diagnostica avanzata, terapie digitali e personalizzate, interconnessione tra le strutture ospedaliere di tutto il territorio nazionale ed europeo, partecipazione informata del paziente, robot chirurgici, potenziamento dei servizi territoriali, big data, robot di compagnia, sistemi di controllo a distanza dei malati cronici. Le applicazioni di Intelligenza Artificiale pongono tante problematiche : -distanza maggiore tra medico e paziente -disumanizzazione delle cure -assenza di attenzione e formazione all’Etica -salute diseguale -gap elevato tra tecnologie attuali e realtà quotidiana delle famiglie -il paziente è diventato il “cittadino utente”. Ciò è richiesto dalle Aziende Ospedaliere che conteggiano il tempo che gli operatori devono dedicare all’assistenza al paziente. Ma è anche frutto di un cambiamento culturale per il quale il cittadino si rivolge al medico dopo aver fatto sue personali ricerche su Google riguardanti la sua clinica, per poter chiedere il parere al medico solo sui dati acquisiti dal web. Il rapporto medico-paziente non è più un rapporto di fiducia e di affidamento, ma un rapporto di confronto e contrattazione circa la salute. Certo la maggiore preparazione culturale del paziente permette di informarlo circa i suoi percorsi diagnostici e di cura, di acquisire il suo consenso e quello della famiglia e ciò è essenziale per la aderenza al trattamento da parte del paziente. Ciò aumenta la possibilità di cura e di guarigione. -è necessario riflettere sulle problematiche etiche della Intelligenza Artificiale. Noi cattolici del Forum delle associazioni sociosanitarie confermiamo la necessità dell’incontro con il paziente e la famiglia: significa guardarsi negli occhi, visitare ponendo le mani sul malato, avere tempo di ascoltare la storia e le preoccupazioni del malato e della sua famiglia, di stringere la loro mano. D’altronde queste attività producono endorfine positive nel malato che lo aiutano quanto e spesso di più dei farmaci. Noi sosteniamo ancora la necessità di una formazione etica e spirituale dei medici e operatori tutti, da fare insieme alla formazione scientifica e tecnica. Nelle Università e Facoltà di Medicina dell’Italia non si insegna la Bioetica. Auspichiamo che tali insegnamenti nel percorso formativo universitario siano inseriti a pieno titolo. -esiste un gap elevato tra la tecnologia alta e veloce e la realtà quotidiana di povertà, solitudine, sanità diseguale. Tutto è collegato con i computer eppure stampiamo in modo cartaceo tutta la documentazione di ogni singolo malato; ci sono tantissime famiglie italiane che rinunciano alle cure mediche perché non hanno lavoro o un salario soddisfacente. In ogni dove si organizzano ambulatori per visite mediche specialistiche gratuite, raccolte di farmaci che vengono distribuiti gratuitamente, mense per i senza tetto. La Puglia non è esente da tali necessità e tanti sono gli esempi di solidarietà e volontariato che il Forum testimonia di aiuto proprio ai cittadini pugliesi, e non solo ai migranti. -è necessario implementare tutti i progetti di telemedicina e colmare le numerose differenze tra le singole regioni, tra il Nord e il Sud della Nazione. -Iniziano le denunce di video falsi: immagini e voce manipolati con un’applicazione di Intelligenza Artificiale e diffuse per pubblicizzare terapie non validate scientificamente, con prescrizioni di medicamenti miracolosi a scopo di lucro. – le Aziende Sanitarie Locali chiedono a noi operatori sempre più, tempi e percorsi
automatizzati e computerizzati in tempo reale, il che si traduce in un sempre maggiore tempo davanti al computer e sempre meno con il paziente – ci sono linee parallele che viaggiano a velocità diverse tra i medici giovani nati con il computer e il mouse in mano e la generazione adulta dei medici abituati a visitare il paziente e ad avere una relazione con lui. Come generazione dei meno giovani siamo certamente favorevoli ad aumentare la nostra capacità di saper utilizzare strumenti e
metodi con tecnologie avanzate e digitali, ma vogliamo conservare e migliorare il metodo della relazione e dell’empatia con il paziente per il suo recupero di salute e benessere psico fisico. Vogliamo continuare a vivere la nostra dimensione spirituale ed etica di medici cattolici.
 Ivan Iacovazzi
 – Parlare di intelligenza artificiale (AI) dovrebbe portare a farci domande sulla dimensione dell’artificialità e non su quella dell’intelligenza. Il tema non è se siano più intelligenti di noi e se la loro intelligenza scalzerà la nostra. E neanche se, dopo l’avvento dell’AI di massa con ChatGPT, ci ruberanno il lavoro, stravolgeranno il mondo dell’informazione o della scuola. Il punto è: abituiamoci all’idea che sempre di più vivremo in contesti sociali in cui dovremo imparare a comunicare con l’artificiale e che il prodotto di questa nostra interazione con le “macchine” sarà intelligente. E sarà umanamente intelligente, se costruiremo il giusto mindset per la comunicazione artificiale, se sapremo immagine usi sociali non discriminatori, se progetteremo algoritmi ponendoci le domande sui bias cognitivi che da umani portiamo nella tecnologia.
Come scrive Mafe de Baggis con Alberto Puliafito, “le intelligenze artificiali sono al nostro servizio da molto tempo, svolgono silenziosamente  compiti che permettono alla tecnologia – per come la conosciamo – di funzionare. Ce ne siamo accorti solo nell’estate del 2022 per un motivo molto semplice: hanno iniziato a fare qualcosa che sappiamo fare anche noi. Rispondere a una domanda. Disegnare. Scrivere
La Società 5.0 rappresenta una nuova fase di sviluppo socio-tecnologico, unendo il mondo digitale e quello fisico in un ecosistema più integrato. Inquesto contesto, l’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo centrale, offrendo opportunità senza precedenti ma anche sollevando questioni etiche e sociali di rilevanza fondamentale. L’avvento dell’AI promette un futuro di trasformazioni significative. L’automazione dei processi, l’analisi dei dati su larga scala e la creazione di sistemi decisionali sempre più sofisticati sono solo alcune delle prospettive che l’AI offre alla Società 5.0. Tuttavia, con queste promesse emergono anche sfide. La domanda cruciale che dobbiamo porci è se siamo pronti per un nuovo umanesimo digitale. Questo concetto abbraccia un approccio umano-centrico alla tecnologia, ponendo l’accento sul benessere umano, sull’etica e sull’equità nell’era dell’AI.
Fondamenti della Società 5.0 e l’Impatto dell’AI
La Società 5.0 rappresenta una fase di evoluzione socio-tecnologica che va oltre la semplice digitalizzazione. È un ecosistema in cui la fusione tra mondo digitale e mondo fisico diventa sinergica, facilitando non solo l’interconnessione
ma anche la coesistenza armoniosa tra esseri umani e tecnologie avanzate. In questa cornice, l’AI assume un ruolo centrale. L’AI, tramite l’apprendimento automatico, l’analisi dei dati e l’automazione dei processi, sta plasmando una nuova realtà. Le sue applicazioni si estendono dall’ottimizzazione industriale alla salute, dalla mobilità alla gestione delle risorse, trasformando radicalmente i nostri modi di vivere, lavorare e interagire. Nel cuore di questa trasformazione, l’AI rende possibile l’analisi di dati su larga scala, consentendo previsioni più accurate, processi decisionali più efficienti e soluzioni innovative per problemi complessi. Da sistemi di assistenza medica a piattaforme di mobilità intelligente, l’AI sta dando forma a un ambiente in cui la tecnologia si evolve per soddisfare le esigenze umane.
Tuttavia, questa potenziale rivoluzione non è priva di sfide. L’adozione diffusa dell’AI solleva domande etiche e sociali cruciali che richiedono risposte ponderate e responsabili.
Don Tommaso Lerario :
ALGORETICA E VALORI DELLA PERSONA
Intelligenza artificiale e persona: aspetti di umanesimo in un crocevia epocale
L’intervento affronta il tema dell’Intelligenza Artificiale collegato ai più recenti progressi della
tecnologia informatica, focalizzando l’attenzione sul panorama presente e sui possibili sviluppi
futuri con particolare riferimento al settore dell’educazione. L’obiettivo è quello di stimolare la
riflessione, mettendo a fuoco lo stato dell’arte e le possibili implicazioni che emergono dallo
sviluppo dell’AI, con l’intento di giungere ad una posizione equilibrata, tessuta di realismo
informato.
Vengono tratteggiate le componenti del cambiamento epocale che sta trasformando in modo
sempre più pervasivo il modo di percepire, di pensare e di vivere dell’uomo, che non resta
indifferente all’influenza creativa generata da algoritmi in grado di apprendere grazie
all’addestramento automatico, utilizzando vaste quantità di immagini, suoni, testi disponibili sulla
rete.
Partendo dalla definizione di intelligenza artificiale, viene delineato il perimetro del campo di
applicazione delle nuove tecnologie, passando in rassegna le potenzialità e i limiti che emergono al
momento.
Nell’ultima parte, esaminate le posizioni presenti nell’opinione pubblica, che contrappongono chi
è preoccupato ed esprime allarmismo, a chi sostiene che lo sviluppo possa contribuire al progresso
scientifico e tecnologico anche oltre gli aspetti biologici, si mette in evidenza la “non neutralità”
cognitiva delle nuove tecnologie, che sono condizionabili dai dati di addestramento. In tal senso
emerge la necessità di affrontare in modo informato e realistico i temi posti dall’evoluzione
“intelligente” delle macchine, sviluppando un approccio di algore-etica, con l’intento di inscrivere
in modo nativo la base valoriale che accomuna l’umanità, perché il futuro sia guidato da valori
etici, salvaguardando la persona, le comunità, l’ambiente.
In questo spazio si affronta il tema “scottante” dell’intelligenza artificiale, per stimolare la
riflessione circa i segnali che si colgono nella vita presente e per volgere lo sguardo al futuro. Per
affrontare questo tema così vasto è necessario porsi alcune domande chiave::
L’Intelligenza Artificiale è un rischio, un pericolo, o un’opportunità?
Quali le interazioni tra intelligenza artificiale e persona, per una crescita della vita umana dei
singoli e dell’intera comunità?
Come affrontare il crocevia epocale che stiamo vivendo senza perdere per strada gli aspetti
caratterizzanti del nostro umanesimo?
Come non incorrere nel pericolo che “la macchina getti a terra il conducente, e corra cieca
nello spazio? Al culmine del processo di razionalizzazione, la ragione umana diventa irrazionale
e stupida” (Horkaimer, Eclisse della ragione, Einaudi, Torino 1969, p.33)
Può un algoritmo, e in genere i nuovi dispositivi disporre della nascita e del destino delle
persone?
L’auspicio è che l’utilizzo dell’AI per il bene comune superi ogni forma di discriminazione e di
esclusione facendo prevalere i valori della sussidiarietà e della solidarietà.
Ecco allora l’algoretica come ponte per far si che si renda necessario lavorare perché l’utilizzo delle
nuove tecnologie sia progettato in modo responsabile, orientando le stesse per sviluppare
soluzioni conformi ai valori umani, alla tutela della persona, delle comunità, alla sostenibilità della
casa comune che è il creato.
Consulente Ecclesiastico A.M.C.I. – Puglia
 FB
L’intelligenza artificiale
va intesa come l’insieme di metodi
scientifici, di teorie e di tecniche, il cui obiettivo è quello di riprodurre,
attraverso una macchina, le attività cognitive degli esseri umani. Se
rapportata alla Giustizia, la I.A. potrà essere utilizzata, in funzione
predittiva, per formulare prognosi in merito alla possibile pericolosità
sociale dell’uomo e qui i campi di applicazione potrebbero essere davvero
tanti. Potrà inoltre essere rivolta all’accertamento del fatto costituente
reato per consentirne una soluzione giudiziale più rapida.
La giustizia
predittiva
, utilizzabile nei termini e con le finalità sopra indicate,
consentirebbe di prevedere l’esito di un giudizio tramite il ricorso a calcoli
e algoritmi.
L’algoritmo
esprime, in termini matematicamente precisi, il
metodo valido per la soluzione di una certa classe di problemi. Tanto si
rende possibile immagazzinando – e analizzando poi – un numero molto
elevato di dati, riferiti alla medesima materia o a materie analoghe. I dati
da acquisire ed elaborare riguardano valutazioni e esperienze, laddove la
finalità perseguita dall’operatore sarà quella della ricerca del precedente,
ritenuto necessario per la soluzione del caso concreto. Procedendo, infatti,
all’incrocio dei dati, si rende possibile individuare ricorrenze e assonanze,
capaci di creare una base di conoscenze sicuramente più ampia di quella
di cui oggi dispone il giudice. Va ricordato che
Il precedente
assume
rilievo decisivo nell’esercizio della giurisdizione all’interno dei Paesi di
common law
, ove esso ha valore vincolante. Invece, nei Paesi di
civil law
,
come il nostro, il precedente non ha un particolare significato quanto alla
definizione del fatto. La funzione conoscitiva e predittiva del precedente
giudiziario, infatti, risiede unicamente nell’interpretazione della legge,
affidata alla Corte suprema di Cassazione, che “
assicura l’esatta
osservanza e l’uniforme interpretazione della legge”
(art. 65 Ord. Giud.).
Così definita la materia
, va rilevato che l’intelligenza artificiale, se
applicata alla Giustizia – quella penale, più in particolare – dovrà superare
una serie di ostacoli, costituiti in gran parte da un diverso modo di
intendere la giurisdizione. Questa é regolata dalla Costituzione e, quindi,
dai principi che governano il rito penale. Alla luce di tanto, la domanda più
frequente: ma si può affidare a una macchina l’onere della decisione che,
da sempre, è nelle prerogative del giudice?
La macchina, in ogni caso, pur senza sostituirsi al giudice, ha certamente
la capacità di aiutarlo, fornendogli (ad es.) dati da utilizzare nella
decisione. In questa ottica, potrebbe fungere da consulente (perito) del
giudice? Resterebbe, in ogni caso, irrisolto il problema di accertare,
utilizzando le regole del processo, se i dati forniti dalla macchina siano o
meno corretti, laddove tale necessaria valutazione è destinata a sottrarsi
al contraddittorio delle parti sul quale si fonda il significato del nostro
processo e della decisione cui esso tende.
Il tema, a questo punto, si sposta sul possibile errore nel quale la
macchina potrà incorrere nell’elaborazione e forse anche nell’autonoma
creazione dei dati. Come potremmo noi accorgerci di tale errore e, una
volta accertata o solo ipotizzata la sua presenza e rilevanza nella
decisione del giudice, quali potranno essere gli effetti sull’esito del
processo? Quali i possibili rimedi?
È evidente che anche il giudice potrà sbagliare, ma il suo eventuale errore
emergerà dalla motivazione del provvedimento; l’ordinamento in tali casi
prevede i mezzi processuali utili per accertare e superare eventualmente
tale patologia. Altrettanto non è per l’errore attribuibile alla macchina!
Tornando, infatti, alla previsione di utilizzo all’interno del processo penale
della intelligenza artificiale, ci accorgiamo che siamo ancora molto lontani
da una soddisfacente soluzione dei vari problemi che potranno presentarsi
al cospetto dei soggetti, abilitati – nei loro diversi ruoli – alla gestione del
processo. Ci accontenteremmo (ad es.) di leggere, nella motivazione di un
certo provvedimento giudiziario, un mero riferimento che si limiti a
richiamare quanto la macchina avrà posto all’attenzione del giudice? E
che dire della tenuta di una decisione, che sia stata emessa in mancanza
di certezze circa la validità dei dati forniti dall’intelligenza artificiale?
Una volta accertato l’errore e la sua rilevanza ai fini della decisione, si
porrà l’ulteriore problema di individuare chi ne risulterà responsabile.
Secondo l’opinione comune, l’errore investirà eventuali responsabilità di
chi ha progettato la macchina e di chi le ha fornito i dati per consentirne
l’elaborazione.
Si potrebbe anche ipotizzare un’autonoma
responsabilità della macchina
,
chiamata a elaborare i dati e anche a crearli. Ecco dove si àncora il tema
finale, proposto per la discussione:
machina delinquere potest?
oppure
no? Invero, il termine “
delinquere”
non può essere definito solo alla luce
della sua interpretazione letterale; esso investe soprattutto la patologia
dell’errore, nel quale sarebbe incorsa la macchina, generando l’ingiustizia
della decisione giudiziaria. Nel sistema penale, esiste già un precedente
che nel recente passato ci ha fatto tanto discutere. Il riferimento è alla
responsabilità amministrativa delle persone giuridiche; amministrativa si,
ma inserita, quanto al suo accertamento, nel processo penale, del quale
utilizza principi e regole.
Forse stiamo correndo un po’ troppo, ma la discussione sul tema è già
stata avviata e, in punto di proposta, ha ormai raggiunto ipotesi davvero
interessanti.non posso ignorare che ben presto, se non lo ha già fatto, l’I.A. busserà ai portoni della Giustizia penale.. Mi piace partire dalla patologia, per poi giungere all’affermazione che il ricorso all’intelligenza artificiale sia ipotizzabile anche in alcuni settori della giustizia penale strettamente legati, per nostra originaria convinzione, alla presenza istituzionale dell’uomo. Ma anche questo è il lavoro di noi penalisti.
 Tommaso Colafiglio, “dominare il tempo con la mente”  PhD student – Sisinflab – Politecnico di Bari Il biofeedback: una eterna ghirlanda brillante.
Descrizione prototipo/i presentato:
1) Pista Neurale: Il sistema è una pista giocattolo comandata con la mente che risponde agli stati di attivazione dell’utente. In questo caso è possibile avere in real time un riscontro visivo di come l’attivazione cerebrale si modifica nel dominio del tempo.
2) Emotion Recognition: il sistema è un rilevatore di emozioni a partire dal segnale elettroencefalografico. Attraverso un dataset da noi acquisito in laboratorio e lo sviluppo di modelli di Machine Learning, è possibile avere in tempo reale il monitoring delle emozioni di un soggetto all’interno del modello di Russel

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