“Tra le tante, tantissime cose per le quali sono grata a Dio è l’essere nata il giorno di San Giovanni evangelista. Cinquantanove anni fa”, così sulla sua pagina Facebook, suor Roberta Vinerba, la prima donna cui gli uomini della Chiesa hanno fatto la generosa concessione di commentare in televisione il vangelo della domenica. “Non capisco che cosa c’entri Dio col giorno in cui lei è nata”, questo il mio conciso commento. Ovviamente suor Roberta non ha risposto, ma è saltata fuori una bigotta che, anziché chiedere spiegazioni, se n’è uscita con una sciocca battuta e le solite faccine ridenti. Una maniera per impedirti di dialogare: si fa la battuta e si ride in faccia all’interlocutore. E così la spiegazione la darò a qualche lettore curioso di conoscere perché il discorso di suor Vinerba è assurdo.
Se c’è un Dio creatore ed una creazione, è ovvio che questa dipenda da Dio, ma non è possibile che sia Dio a decidere di dare la vita e la morte ad ogni individuo, e di stabilirne il giorno e l’ora della nascita, nonché il luogo. Il concetto non solo non trova seria rispondenza nelle Scritture, ma è contraddetto dalla ragione e dalla nostra esperienza. Si pensi ad un concepimento a seguito di stupro, agli aborti spontanei, alle morti premature, accidentali, ecc. Non possiamo pensare che sia Dio a prendere simili decisioni, a far nascere un bambino in un paese ricco e un altro in un paese poverissimo, dove potrà morire di fame. Si pensi, inoltre, che nel giorno in cui è nata suor Vinerba, sono nati anche bambini morti magari in grembo alla madre, o appena nati o dopo pochi giorni a causa di gravi malattie. E sono nati bambini diventati magari da adulti spietati assassini. Tutti con la fortuna di nascere il giorno di San Giovanni evangelista. Che dite, c’è da ridere?
Renato Pierri
foto www.santodelgiorno.it
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