Vito Volterra: un matematico di genio e un patriota

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Vito Volterra nacque ad Ancona il 3 maggio 1860 da una famiglia ebrea. Dopo la morte del padre, quando Vito aveva solo due anni, la famiglia si trasferì a Torino, dove il giovane studiò al liceo e poi all’Università. Nel 1882 si laureò in fisica e iniziò la sua carriera accademica come assistente di Enrico Betti alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Nel 1883 vinse il concorso per la cattedra di Meccanica razionale all’Università di Pisa, dove rimase fino al 1893.

Volterra fu un matematico di genio, con un’ampia gamma di interessi che spaziavano dall’analisi matematica alla fisica matematica, dalla biologia alla politica. I suoi contributi alla scienza sono stati fondamentali in diversi campi, tra cui:

  • L’analisi funzionale: Volterra è considerato uno dei fondatori dell’analisi funzionale, una branca della matematica che studia le funzioni definite su spazi metrici.
  • La fisica matematica: Volterra ha lavorato su una vasta gamma di problemi di fisica matematica, tra cui la propagazione della luce, gli spostamenti dei poli terrestri e le distorsioni elastiche.
  • La biologia: Volterra è noto soprattutto per i suoi studi sulla dinamica delle popolazioni, in particolare per l’equazione Lotka-Volterra, che descrive le relazioni tra predatori e prede.

Oltre alla sua attività scientifica, Volterra fu anche un attivo patriota e un oppositore del fascismo. Durante la prima guerra mondiale si arruolò volontario nell’esercito italiano e fu nominato capitano del genio. Dopo la guerra, fu uno dei principali sostenitori della fondazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), di cui fu il primo presidente.

Nel 1926, Volterra fu costretto a dimettersi dalla presidenza del CNR e dall’Accademia dei Lincei a causa delle sue posizioni antifasciste. Nel 1931, rifiutò di giurare fedeltà al regime e fu costretto a lasciare l’insegnamento. Nel 1938, fu colpito dalle leggi razziali fasciste, che lo costrinsero a lasciare l’Italia.

Volterra morì a Roma l’11 ottobre 1940, poche settimane dopo l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale.

Volterra come volontario di guerra

Volterra si arruolò volontario nell’esercito italiano all’età di 55 anni, durante la prima guerra mondiale. Fu nominato capitano del genio e fu assegnato al comando di un gruppo di artiglieria. Volterra prestò servizio sul fronte italiano, in particolare nella zona del Piave.

La sua esperienza di guerra fu determinante per la sua formazione come scienziato. Volterra fu infatti colpito dalla devastazione causata dal conflitto e dalla necessità di trovare soluzioni scientifiche per risolvere i problemi umani.

Nel 1917, Volterra pubblicò un articolo sulla rivista Nature in cui propose l’uso di un nuovo tipo di razzo per attaccare le navi nemiche. L’idea di Volterra fu accolta con interesse dal comando italiano e fu messa in pratica con successo.

Volterra fu anche un forte sostenitore dell’uso della scienza per risolvere i problemi sociali. In un discorso tenuto nel 1919, affermò che “la scienza è il mezzo più potente che la civiltà moderna abbia a disposizione per migliorare le condizioni di vita dell’umanità”.

Conclusioni

Vito Volterra fu una figura di grande rilievo nella storia della scienza italiana. I suoi contributi alla matematica, alla fisica e alla biologia sono fondamentali e hanno avuto un impatto profondo sul nostro modo di comprendere il mondo.

Volterra fu anche un uomo di grandi principi, che si batté sempre per la libertà e la democrazia. La sua testimonianza è un esempio di come la scienza possa essere utilizzata per migliorare la società.

Fonti:

Vito Volterra | Scienza in rete

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