Dal No Euro al Ponte sullo Stretto, i dieci anni della Lega di Salvini

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Era il 15 dicembre del 2013 quando l’attuale vicepremier fu proclamato segretario federale del Carroccio. Fu l’inizio di una lunga traversata politica. Dal governo gialloverde all’estate del Papeete fino al ritorno al governo, eccone i momenti salienti

AGI – La Lega di Matteo Salvini compie dieci anni. Era il 15 dicembre del 2013, infatti, quando Salvini fu proclamato segretario federale, nel congresso straordinario convocato al Lingotto di Torino. Il primo segretario milanese della Lega Nord aveva sconfitto qualche giorno prima il fondatore del movimento, Umberto Bossi, nelle primarie tra i militanti, che si erano tenute, il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio.

Prima di allora, la Lega era sempre stata guidata da politici originari di Varese, dove, il 12 aprile del 1984, quasi 40 anni fa, nacque, per iniziativa del Senatur, la prima costola politica del partito, la Lega autonomista lombarda (federata poi con le altre forze autonomiste a dar vita alla Lega Nord, al congresso di Pieve Emanuele, nel febbraio del 1991).

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© Max Ferrero/ Sync/ AGF

L’investitura di Salvini a nuovo segreteria leghista

La fine dell’era di Bossi

Dopo il ‘dominio bossiano’, durato oltre vent’anni, il primo luglio 2012, il timone era passato a Roberto Maroni che aveva raccolto i cocci del partito travolto dallo scandalo sulle irregolarità dei rimborsi elettorali. Ma la segreteria di Maroni era durata poco più di un anno. Eletto governatore della Lombardia, fu sua l’idea di passare il timone a un giovane, l’allora quarantenne segretario della Lega lombarda, noto per gli anni a Radio Padania e in consiglio comunale a Milano, indicandolo come suo candiato alle primarie convocate per scegliere il suo successore.

Il ‘patto’, siglato sotto traccia – che poi non fu mantenuto e qualche tempo più tardi portò alla definitiva rottura con Flavio Tosi – era che Salvini avrebbe guidato il partito mentre l’ex sindaco di Verona sarebbe stato l’eventuale candidato premier leghista.

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© Federica Valenti/ AGI

Salvini e Le Pen

Una nuova strategia in Europa

L’esordio di Salvini a Torino ebbe subito una connotazione netta. E la ‘foto di famiglia’ del primo congresso non era poi così diversa da quella scattata il 3 dicembre di quest’anno a Firenze, all’evento organizzato dal gruppo sovranista ‘Identità e democrazia’. Già al Lingotto, dieci anni fa, sfilarono l’olandese Geert Wilders, gli esponenti dell’Fpo austriaco e dell’allora Front national di Marine Le Pen (ora Rassemblement national). L’unica significativa differenza è che al congresso del 2013 partecipò Viktor Zubarev, un esponente di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, dal quale la Lega si è poi dovuta allontare di recente in coincidenza con l’esplosione del conflitto ucraino.

Insomma, tolto il complicato e controverso rapporto coi russi, la Lega ‘salviniana’ degli esordi era già quello che è ora, a livello di relazioni europee. Ed è proprio dall’alleanza con le destre in Europa e dalla successiva campagna ‘Basta euro’ (Europee 2014) che la segreteria di Salvini impresse un profondo cambiamento a un partito fino a quel momento molto radicato sui temi del federalismo, ‘sindacato del Nord’ fin dalla sua fondazione.

Parallelamente a questo movimento a destra in Europa (per un partito tradizionalmente antifascista), Salvini, pur mantenendo i temi autonomisti, cercò fin da subito di dare una prospettiva nazionale alla Lega, fondando prima ‘Noi con Salvini’ e arrivando a dar vita a un nuovo partito, il 14 dicembre del 2017, ovvero la Lega Salvini premier.

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 Luigi Di Maio (M5s) e Matteo Salvini (Lega) 

La nascita del governo ‘gialloverde’

Grazie al nuovo partito e a un nuovo modo di concepire la comunicazione politica – più veloce e fondata su una campagna ‘aggressiva’ sui social gestita dalla cosiddetta ‘Bestia’ di Luca Morisi e Andrea Paganella – le politiche del 2018 segnarono una svolta per Salvini che portò la Lega, per la prima volta davanti a Forza Italia, al 17%; percentuale mai toccata fino a quel momento. La formazione del governo con i 5 stelle e le posizioni sul blocco degli sbarchi assunte come ministro dell’Interno fecero aumentare i consensi fino al record delle europee del 2019 (34%).

Dalla decisione dello strappo coi pentastellati, nella famosa estate del Papeete (agosto 2019), i consensi della Lega diminuirono gradualmente fino all’8% delle politiche del 2022. Elezioni che però segnarono il ritorno della Lega in un governo politico – dopo la parentesi del sostegno ‘tormentatò all’esecutivo tecnico di Mario Draghi – e di Matteo Salvini ministro. La scelta è caduta sul ministero delle Infrastrutture e uno degli obiettivi centrali è la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina.

Sul fronte interno, nessuno ha finora minacciato realmente la leadership del capo di via Bellerio in questi dieci anni. Nel 2015, Salvini stroncò con l’espulsione ogni tentativo di Tosi di costruire consenso attorno alla propria figura con la fondazione dell’associazione i ‘Fari’. E, nel congresso di Parma del 2017, sconfisse lo sfidante Gianni Fava e viene confermato segretario.

Si tratta dell’ultimo congresso federale elettivo celebrato dalla Lega Nord prima di diventare una sorta di ‘bad company’ della Lega Salvini premier, movimento che non è ancora mai andato a congresso. Dopo i provinciali, si stanno concludendo in questi mesi le procedure per le assise regionali – manca il congresso lombardo – poi si dovrebbe tenere, in una data imprecisata dopo le europee, anche quello nazionale.

Ecco i momenti più salienti di questi ultimi dieci anni:

Salvini vince le primarie

Il 7 dicembre 2013 vince le primarie degli iscritti contro Umberto Bossi e, con 8.162 voti (pari all’82% delle preferenze), viene eletto segretario federale della Lega Nord. La proclamazione ufficiale avviene al congresso federale straordinario tenutosi al Lingotto di Torino il 15 dicembre, dove è eletto a maggioranza dai delegati del partito.

“Basta euro”

È lo slogan dell’agguerrita campagna elettorale in vista delle europee del 2014. Salvini ‘assolda’ gli economisti Claudio Borghi e Alberto Bagnai per elaborare una strategia di uscita dalla moneta unica. Alle elezioni la Lega prende il 6%.

Casapound e ‘Noi con salvini’

Il 18 ottobre 2014 a Milano viene organizzata dalla Lega Nord una manifestazione contro l’immigrazione clandestina. Al comizio partecipano per la prima volta anche un migliaio di militanti di CasaPound.

Il 19 dicembre, Salvini fonda Noi con Salvini, lista leghista per il Centro e Sud Italia. Il 28 febbraio 2015 è il giorno della prima grande manifestazione romana. Contro le politiche del governo Renzi sfilano anche Fratelli d’Italia e CasaPound (che si esibisce in una scenografica discesa con bandiere dalla scalinata del Pincio).

L’espulsione di Tosi

Il sindaco di Verona esprime la volontà di candidarsi alla presidenza della Regione Veneto. Ciò porta a forti contrasti che sfociano nell’espulsione di Tosi dalla Lega il 10 marzo 2015.

Umberto Bossi e Matteo Salvini (Agf) 

Le primarie contro Fava

Con le primarie degli iscritti del maggio 2017 Salvini si riconferma segretario del partito con 6636 voti contro il suo unico avversario, Gianni Fava, che ne ottiene 1388.

Nasce la Lega Salvini premier

Il nuovo movimento, frutto della svolta ‘nazionalista’ impressa da Salvini al partito, viene fondato il 14 dicembre 2017.

Il 17% del 2018 e il governo con i 5 Stelle

Alle politiche, la Lega risulta il primo partito all’interno della coalizione di centrodestra, con cui si è presentata alle urne. Eletto senatore con il proporzionale in Calabria, Salvini si dimette da eurodeputato. Dopo una lunghissima trattativa (89 giorni), la Lega dà vita al Conte I in coalizione con M5s. Salvini è ministro dell’Interno e vice premier. La sua permanenza al Viminale è caratterizza da una politica rigorosa contro l’immigrazione illegale, che arriva fino al blocco delle navi delle Ong; azioni per le quali è ancora a processo con l’accusa di sequestro plurimo di persona.

Salvini ‘giura da premier’, sul Vangelo, in piazza Duomo. il boom alle europee 2019

Durante il comizio di chiusura della campagna elettorale delle Europee del 2019, in piazza Duomo a Milano, Salvini pronuncia il giuramento istituzionale da premier eletto di fronte ai militanti in piazza con Vangelo, Costituzione e un rosario in mano: “Giuro di servirvi con onestà e coraggio, di seguire la Costituzione e gli insegnamenti del sacro Vangelo”. Sul palco della manifestazione sono presenti gli alleati euroscettici che daranno vita al gruppo Id a Strasburgo. Le Lega registra un boom (34%) alle Europee del 26 maggio.

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© Claudia Greco / AGF

Matteo Salvini al Papeete Beach

La mossa del Papeete

Il 9 agosto 2019, dopo un’estate di tensioni all’interno della maggioranza (alcune delle quali espresse da Salvini al Papeete di Milano Marittima dove trascorre le vacanze coi figli), la Lega presenta una mozione di sfiducia nei confronti del governo. Il 20 agosto, Conte si presenta nell’aula del Senato e, nel corso del dibattito, accusa Salvini di essere un opportunista politico e di aver aperto la crisi al solo scopo di rincorrere interessi personali e di partito. Lo stesso 20 agosto, la Lega ritira la mozione di sfiducia precedentemente presentata; a seguito del dibattito, Conte decide ugualmente di rassegnare le dimissioni. Resterà in carica fino al 5 settembre 2019, giorno del giuramento del governo Conte II, sostenuto dalla coalizione giallorossa, composta da M5s, Iv e Pd.

Il sostegno a Draghi

A seguito della crisi e della caduta del secondo governo Conte, nel febbraio del 2021, Salvini manifesta il proprio appoggio al nascente governo Draghi, un governo di unità nazionale sostenuto da una maggioranza allargata a quasi tutti i partiti presenti in Parlamento, Lega inclusa.

© Silvia Lore / NurPhoto / NurPhoto via AFP

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi

L’asse con Berlusconi e la caduta di Draghi

Il rapporto tra Salvini e Draghi non decolla. L’asse del segretario leghista con Silvio Berlusconi sarà fondamentale nell’affossare la candidatura dell’ex governatore della Bce al Quirinale e arrivare all’approvazione del secondo mandato di Sergio Mattarella. Nel luglio 2022, una crisi di governo, suscitata dall’astensione del Movimento 5 Stelle e nell’uscita dall’Aula del Senato di Lega e Forza Italia durante un voto di fiducia, porta alle dimissioni dell’esecutivo, accolte dal presidente della Repubblica il 21 luglio. A seguito delle dimissioni del governo, il presidente della Repubblica dispone lo scioglimento anticipato delle Camere, e indice le elezioni del 25 settembre 2022. Alle politiche, il centrodestra, diviso a livello nazionale dal 2018, torna a correre nella formazione originale (Lega, FI e FdI).

Ritorno al governo, Salvini sceglie il Mit

Le elezioni del 25 settembre segnano il ritorno del centrodestra al governo, con un ribaltamento dei rapporti di forza, però, tra i principali tre partiti della coalizione. Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni è il primo partito e Mattarella dà l’incarico di formare l’esecutivo alla leader di FdI. Il 22 ottobre Salvini presta giuramento come ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e vicepresidente del Consiglio del governo Meloni.

 

La riproduzione è espressamente riservata © Agi 2023

 

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