Intervista in esclusiva per Corriere Nazionale, al cantante e attore Attilio Fontana e Rosita Celentano

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Da qualche settimana è uscito “Benedetti & Clandestini” (Senza Dubbi/Believe), il nuovo singolo di Attilio Fontana e Rosita Celentano. Legati da un’amicizia fraterna nata durante una fortunata tournée teatrale, i due artisti condividono da sempre visioni, scrittura e impegno a sostegno di progetti che rivolgono uno sguardo attento al cambiamento climatico e ai valori etici. Ecco cosa ci ha raccontato Attilio a tal proposito.

Ben ritrovato Attilio. Partiamo da ‘Benedetti & Clandestini, che canzone è per te questa?

È una canzone a cui tengo molto, una dichiarazione d’amore al pianeta e al “rallentare”, tocca argomenti seri ma con leggerezza, la sento come una spuma d’onda, rinfresca e fa bene all’umore.

 Collaborerai ancora con Rosita?
Spero davvero di sì. Rosita è una donna che stimo molto, ironica, etica, profonda ed è artista dentro. Siamo molto amici e questo è solo un sigillo su un’amicizia “professionale e non” molto preziosa.

 Ascoltando il singolo si sente il lavoro dettagliato che c’è dietro e si percepisce la sensibilità verso tematiche attuali e molto importanti. Per cui vorremmo chiederti: avete seguito l’istinto o avete avuto in mente una mappa fin dall’inizio?
Confesso che la mia prima versione era più “snella” di contenuti rispetto al momento che stiamo attraversando e che confrontarmi con Rosita per poi seguire il suo istinto artistico ha messo il turbo al brano, sia come senso che come forma. Mi sono fidato è affidato molto alle sue visioni e adesso è effettivamente di entrambi. Rosita ci teneva che emergesse il suo impegno verso un modo di vivere più sostenibile e pensandoci su l’abbiamo “benedetta” così.

 L’omologazione e il qualunquismo. Noi oggi siamo figli di questo male. Ma secondo te prima, i nostri genitori o i nostri nonni, vivevano qualcosa di simile?

È una domanda complessa, credo che i nostri nonni o padri ma anche nonne e madri avessero una mappa più semplice, che conserva come le ricette qualcosa di buono. Oggi si cerca di generalizzare e demolire il passato stravolgendolo e cancellandolo ma il controvalore è spesso vanità, narcisismo, “numerismo” ed i frutti per assurdo si riscontrano in ogni episodio di cinismo e superficialità ai quali assistiamo.

Non ho la pretesa di dire che era meglio, sono affascinato dai linguaggi freschi e giovani ma trovo molti ragazzi persi, senza valori a cui aggrapparsi se non al tutto e subito. Per questo rallentare diventa scomodo ma prezioso per cercare di ritrovare se stessi.

  Ci puoi raccontare un aneddoto particolare dietro una delle tue canzoni?

Le mie canzoni sono diverse tra loro, a volte arrivano mentre guido, altre mentre dormo e altre ancora di getto dalla prima all’ultima parola. Un aneddoto che ricordo sempre con piacere è quando Lucio Dalla dopo aver ascoltato delle mie cose accettò di lavorare ad alcuni miei brani e questo è stato un bel dono, di Lucio e della Vita.

 Lasceresti Roma per un’altra città e se sì perché?
Ci penso spesso, in ogni città che vedo una delle prime domande è sempre “ci vivrei qui?”.  Non è facile tradire Roma, se ami non è facile tradire chi ami, e io Roma la amo molto. Ci sono città meravigliose come Bologna, sono attratto dall’Emilia è un popolo caldo “capitato” al nord. Ecco questo mi attrae molto dell’Emilia, perciò chissà…

Qual è il complimento che ricevi più spesso su Instagram?

Su Instagram mi scrive una comunità di persone che mi segue e mi incoraggia molto. Anni fa mi imbarazzava essere considerato “bello” e quindi ho lavorato molto per sentirmi dire bravo, adesso che mi dicono bravo mi manca ogni tanto sentirmi dire “bello”, ma la vita per chi è ogni giorno Benedetto e Clandestino va un po’ così 😉

 

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