Le molte facce dell’abbandono

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Un problema di cui si parla poco è l’abbandono di minori, dove per abbandono non si intende solo l’abbandono alla nascita, infatti  per la legge configura il reato d’abbandono anche lasciare solo in casa, anche per poche ore, un figlio minore di quattordici anni e non fa differenza se ne ha uno o tredici di anni, il reato non cambia. Secondo la nostra legge questo reato non dipende dall’età della persona che deve essere custodita, l’articolo 591 del Codice Penale recita: “ Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a sé stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”. In realtà solo i titolari di una  tutela determinata sono chiamati in causa ossia i genitori, ma anche gli stessi insegnanti che sono i custodi dei minori durante le ore di lezione alla stessa maniera dei responsabili del trasporto scolastico, i quali debbono consegnare l’alunno o al genitore o al personale incaricato. Anche una babysitter per contratto è responsabile dell’incolumità del bambino. Quando vi è una convenzione pubblica o privata, come per il personale di una casa di cura, vi è piena responsabilità della persona affidata. Bisogna ricordare che il reato di abbandono implica anche l’inadeguatezza dell’assistenza data al soggetto incapace di provvedere a sé stesso. La legge sanziona non solo il danno arrecato, ma anche la possibilità che tale danno si possa verificare anche per “culpa in vigilando”.  Per l’abbandono sono previste due aggravanti: la prima si ha quando  a causa dell’abbandono si verificano lesioni o la morte del minore o della persona incapace di provvedere a sé stessa come l’anziano o il portatore d’handicap, la seconda aggravante scatta quando il reato è stato compiuto dalle persone legate alla vittima, quali: i genitori, il figlio, il tutore ed il coniuge. Spesso tutte queste norme sono sconosciute ai più e molto frequentemente accade che i genitori si addormentano mentre figli, anche piccoli, giocano e girano per la casa, ma sono accaduti anche tanti fatti tragici dovuti alla immaturità e superficialità dei genitori; una decina di anni fa, in un cittadina calabrese, una giovane mamma scese a gettare la spazzatura lasciando per pochi minuti il bambino di cinque anni solo in casa, ma il piccolo andò sul balcone, salì su una sedia e si sporse a chiamare la mamma che era giù, il bambino precipitò e morì sotto gli occhi della stessa madre. Un caso che fece scalpore fu quello di un padre che dimenticò il figlio di pochi anni in auto per cinque ore sotto il sole rovente, l‘uomo non se ne ricordò, fu la moglie a chiamarlo quando, andata all’asilo per prendere il piccolo, seppe che non era mai arrivato; il bambino fu trovato morto. I dati ci dicono che dal 1998 sono morti undici bambini perché dimenticati dai genitori. Per ovviare a queste gravi dimenticanze genitoriali il Parlamento approvò nel 2019 un decreto che prevedeva l’obbligo di seggiolini antiabbandono in auto, cioè dotati di un allarme acustico per ricordarsi della presenza del piccolo in macchina. Questi accadimenti dimostrano che sarebbe opportuno da parte delle Istituzioni predisporre e rendere obbligatori per i neo genitori, inesperti, la frequenza di corsi ad hoc , tenuti da puericultrici, psicologi, medici, dove possono apprendere come curare, capire i bisogni del bambino e come relazionarsi con lui. Un tempo, quando la vita aveva ritmi più lenti ed era a misura d’uomo la mente era più libera e serena e tanti eventi tragici era difficile che accadessero, anche perché spesso si viveva nella stessa casa con  i nonni che erano un supporto, ma anche fonte di consigli e guida con la loro esperienza; a volte vi erano anche altri parenti che risiedevano vicino ed il bambino apparteneva in qualche modo a tutti e tutti lo guardavano, custodivano e curavano, come da sempre accadeva pure nella civiltà contadina. Oggi molti genitori vivono da soli e non hanno familiari vicino su cui contare. Bisogna riprendere il dialogo tra le generazioni e smetterla di mandare i genitori nelle case di riposo, essi sono una risorsa per tutti, ma soprattutto per i nipoti ai quali possono dare una guida sicura e tanto amore. Un vecchio adagio recita: più siamo, meglio stiamo. L’umanità sta diventando sempre più tragicamente sola a tutte le età a causa di ritmi di vita, modelli sbagliati e tanto egoismo; bisogna fermarsi a riflettere per capire cosa siamo diventati, cosa stiamo costruendo e dove stiamo andando.

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