L’emergenza climatica

Ambiente, Natura & Salute

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Da alcuni anni i media  e i governi della UE e dell’America settentrionale parlano solo di emergenza climatica innescata dall’uomo e dei possibili danni derivanti da questo problema che sembrerebbe essere irreversibile se non si adotteranno le misure opportune stabilite dai vari governi e dagli scienziati loro consulenti. Secondo esperti e geografi il clima per definizione è l’insieme complessivo delle condizioni del tempo che si riscontrano in una data località nel corso di un anno, sulla base di rilevazioni eseguite su un periodo di almeno trent’anni. Temperatura, pressione, venti, umidità e precipitazioni sono gli elementi climatici. Tra i principali fattori che concorrono a determinare il clima in una data località vi sono la latitudine, l’orografia, la distribuzione delle terre e dei mari, le correnti marine, la vegetazione e le aree urbane, l’umidità e le precipitazioni. In questi anni la climatologia ha acquistato un’importanza determinante nella lotta contro l’inquinamento atmosferico e nella sua prevenzione, specialmente nelle aree dei grandi agglomerati urbani e industriali. Gli esperti ci dicono che il  clima è il risultato dell’incessante circolazione generale dell’atmosfera. In teoria tutte queste preoccupazioni sul clima sembrerebbero giuste, ma nei fatti la questione è alquanto controversa sia perché il clima è mutevole per definizione, tant’è che nel tempo si sono registrati decenni e addirittura secoli freddi e secoli caldi, sia perché la comunità scientifica è profondamente divisa sulla teoria dell’influenza antropica, molti grossi nomi di scienziati quali Zichichi, il premio Nobel Carlo Rubbia ed altri ritengono che l’uomo non possa influenzare i cambiamenti climatici, perché i fattori che determinano il clima sono molteplici e variabili come quelli esogeni ed endogeni, l’atmosfera e il sole con i suoi processi. In particolare Zichichi ha affermato che l’inquinamento esiste ed è dannoso, ma non è possibile attribuire alla responsabilità umana il surriscaldamento globale, ciò è un’enormità senza alcun fondamento, perché inquinamento e cambiamento climatico sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione dei problemi. Infatti l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell’aria. Invece il riscaldamento globale è tutt’altra cosa. In particolare lo scienziato afferma che il riscaldamento globale dipende soprattutto dal motore meteorologico dominato dalla potenza del Sole. Le attività umane incidono al livello del cinque per cento, il novantacinque per cento invece dipende dai fenomeni naturali legati al Sole. Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico. Anche per il professore Carlo Rubbia le cause del cambiamento climatico sono legate all’attività solare e non all’uomo (fonte “la Verità”). Ma la loro voce ha poco spazio sui media e contrasta con quanto asserisce una parte della comunità scientifica. Ancora Zichichi afferma che vari premi Nobel considerano tale tesi priva di fondamenta. Secondo il fisico non esiste “l’equazione del clima” cioè non esiste un metodo scientifico col quale è possibile determinare e misurare l’impatto esatto delle attività umane sul clima. Il fisico siciliano ricorda che già negli anni settanta, in tempi non sospetti, sono stati svolti studi sulla fisica dell’atmosfera e sulla meteorologia. Nel 1979 nasce la Scuola internazionale sulla meteorologia del Mediterraneo e nel 1980 la scuola di climatologia del professore Arnaldo Longhetto. Va ricordato che Zichichi ha fondato la “World Federation of Scientists” per affrontare le emergenze globali.  Egli collaborò anche con l’oceanografo Cousteau nel 1982, portando avanti studi sul Mediterraneo per impedire che diventi un Mar Morto, in quel  periodo sostennero il problema dell’emergenza climatica del Mediterraneo. Lo scienziato ha firmato anche un manifesto, molto contestato contro le “eco bufale”ed ha affermato che è “un inquinamento culturale” sostenere che è provato il nesso di causalità tra le attività dell’uomo e il cambiamento climatico. Da più parti si afferma che l’anidride carbonica, CO2, è la prima causa del problema climatico, ma non bisogna dimenticare, afferma il fisico, che essa non può essere considerata il nemico numero uno del pianeta perché senza anidride carbonica le piante non potrebbero vivere perché l’anidride carbonica è il loro nutrimento ed è fondamentale per la fotosintesi; va ricordato che la vita animale viene dopo quella vegetale dal momento che per vivere abbiamo bisogno delle piante e senza carbonio non può esserci la vita. Secondo il fisico sembra che la nostra cultura scientifica oggi disconosca queste conoscenze acquisite già da molto tempo e sia diventata prearistotelica. L’unica cosa accertata fra tante tesi e teorie è sicuramente che l’uomo può migliorare le cose solo attraverso il risparmio energetico e magari anche rinunciando a qualche estrema comodità.

I leader mondiali si riuniscono, a disprezzo della riduzione delle emissioni, per dare forma ai vertici sull’azione per il clima, tutti a bordo di scortati aerei di Stato o jet privati, attesi da limousine, con centinaia di auto di scorta ed un esercito di pattuglie al seguito. Tutti mobilitati ed il sostanziale contributo inquinante ed i grandi sprechi in termini economici ed energetici, decadono solo al pensiero che ciascuno di loro è lì con il fine di proteggere l’umanità. Almeno così dicono, ma qualche pensante gli faccia notare che anche online si può fare !

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