Bimbo adottato conteso dalla famiglia biologica, interpellanza urgente di Matone

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Il piccolo era stato abbandonato in un sacchetto di plastica. Il decreto della Corte di Appello di Catania lo rimanda dalla famiglia biologica

ROMA – E’ stata presentata un’interpellanza urgente – ai ministeri della Giustizia, dell’Interno e della Famiglia – dalla deputata della Lega Simonetta Matone, una vita nella magistratura, sul caso del piccolo che dopo esser stato abbandonato in un sacchetto di plastica dal padre biologico ed esser stato adottato deve ora tornare, per decreto della Corte di Appello di Catania, dalla famiglia d’origine che lo rivuole.

L’interrogazione è stata firmata dalla Lega, Forza Italia, Enrico Costa di Azione e Maria Elena Boschi di Italia Viva. Una battaglia giudiziaria quella intorno al piccolo arrivata anche sui giornali che fa discutere e che lascia terrore nelle tante famiglie che hanno adottato o stanno adottando. “La Corte di appello di Catania ne ha revocato l’adottabilità con un provvedimento– si legge nel documento presentato- violativo di legge, mentre il bimbo era in affidamento preadottivo“.

La madre biologica, si legge sempre nella cronaca della storia riportata nel documento, non sarebbe stata legittimata ad impugnare visto che la sentenza di adottabilità era definitiva e non più revocabile. “Gli affidatari preadottivi nulla hanno saputo del procedimento, né sono stati ascoltati in violazione dell’articolo 5, comma 1, della legge 184 del 1983. Il padre naturale- riporta ancora l’interrogazione- è stato condannato a due anni di reclusione per abbandono di minorenne; la madre è stata rinviata a giudizio con prossima udienza fissata al 9 febbraio 2024. Davanti al tribunale per i minorenni di Catania è stata revocata la sentenza di adottabilità, il procuratore della Repubblica ha presentato ricorso per l’adottabilità del minore e il tribunale per i minorenni di Catania non ha deciso sulla adottabilità con sentenza, ma ha disposto invece, con tre decreti la ‘restituzione del minore’ alla madre con l’intervento della forza pubblica”.

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