Una serata molto ok

Ambiente, Natura & Salute

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Un paio di giorni fa mi sono trovata a Prato per una serata su temi interessantissimi che riguardano la salute, con collegamenti da Cambridge e dal Minnesota e interventi qualificati di vari personaggi.

Per esempio uno psichiatra di Firenze ha parlato degli studi più attuali su malattie mentali, cervello e utilizzi dell’encefalogramma, mentre dal Minnesota è arrivata una chiara panoramica sull’importanza dei bioritmi (un tipo di ricerca fondamentale in un momento in cui sempre più persone soffrono di disturbi del sonno, problemi col ciclo circadiano ecc…).

Non è mancato l’intervento sul potere delle piante da parte di un genetista molecolare indiano: le ricerche sulla medicina naturale antica è promossa dal Ministero indiano AYUSH, e s’incentrano su conoscenze che riguardano Yoga, Chakra,  Ayurveda, corpi sottili ecc. che hanno una storia millenaria e possono aiutare i pazienti a superare certi diffusissimi problemi appartenenti all’area dei disturbi d’ansia.

Inoltre si è parlato di studi relativi ai meccanismi chimici quantistici alla base dell’efficacia delle acque termali di Chianciano, famose per la cura del fegato.

L’incontro è stato promosso da Vincenzo Valenzi, che è Direttore dell’Istituto di Biometeorologia all’Università Federiciana Popolare e studia in particolare le correlazioni fra cambiamento climatico e malattie.

Il pregio di questo tipo d’incontri è proprio quello di favorire un approccio olistico alla Medicina che tenga conto anche degli aspetti ambientali, climatici, psicosociali e umani in una visione complessiva della vita. Spesso la Medicina si limita a considerare le persone come pazienti e basta, ma in effetti si tratta comunque sempre di persone…

Inoltre non ritengo giusta l’eccessiva parcellizzazione nello studio dell’organismo umano, conseguenza dell’ approccio specialistico; le molte  specializzazioni sorte nel corso del ‘900 hanno sicuramente consentito di raggiungere risultati importanti, ma non si può limitarsi allo studio approfondito di un organo o addirittura di una parte di esso dimenticando che fa parte di un tutto che si chiama persona.

O pensiamo davvero che si possa realmente “curare” qualcuno senza tener conto di essere di fronte a un essere umano…?

Non so quanti medici percepiscono la questione in questi termini, ma penso siano più di prima.

Onore a loro.

Sandra Fallaci©

 

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