Achille Funi, un volontario di guerra

Arte, Cultura & Società

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Achille Virgilio Socrate Funi nacque a Ferrara il 26 febbraio 1890 da una famiglia di modeste condizioni. Il padre, Giuseppe, era un ferroviere, la madre, Adelaide, una casalinga.

Sin da piccolo, Funi mostrò una grande passione per l’arte, in particolare per la pittura. Nel 1906, a soli 16 anni, si iscrisse alla civica scuola d’arte Dosso Dossi nella sua città natale.

Nel 1910, Funi si trasferì a Milano per studiare all’Accademia di Belle Arti di Brera. Qui, frequentò i corsi di pittura della figura sotto la guida di Cesare Tallone, diplomandosi poi nel 1910.

Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale, Funi partì volontario per il fronte. Si arruolò nel battaglione Lombardo Volontari Ciclisti insieme a Boccioni, Marinetti, Sironi, Sant’Elia e Russolo.

Funi combatté sul fronte italiano per tutta la durata della guerra. Fu ferito in combattimento e decorato con la medaglia d’argento al valor militare.

Al termine della guerra, Funi tornò a Milano, dove iniziò a dedicarsi alla pittura. Nel 1922, fu tra i fondatori del gruppo di Novecento, un movimento artistico che si orientava verso un recupero della tradizione classica italiana rivisitata alla luce delle esperienze delle avanguardie degli inizi del secolo.

Funi partecipò a tutte le mostre del gruppo di Novecento e fu uno dei suoi esponenti più importanti. La sua pittura, caratterizzata da un equilibrio formale e da una forte espressività, si sviluppò in due direzioni principali:

  • una prima fase, legata al futurismo, in cui si espresse una forte tensione dinamica e una ricerca di nuove forme espressive;
  • una seconda fase, legata al classicismo, in cui si affermò un interesse per la figura umana e per la tradizione artistica italiana.

Funi fu anche un abile decoratore. Realizzò numerosi affreschi in importanti edifici pubblici e privati, tra cui la sala dell’Arengo del Palazzo Municipale di Ferrara, il ridotto del Teatro Manzoni di Milano e la Chiesa dei Paolotti di Rimini.

Funi morì ad Appiano Gentile il 26 luglio 1972.

Il ruolo di volontario di guerra

Il ruolo di volontario di guerra ebbe un’influenza profonda sulla vita e sulla carriera di Achille Funi. L’esperienza del conflitto lo segnò profondamente, sia dal punto di vista personale che artistico.

Dal punto di vista personale, la guerra lo rese un uomo più maturo e consapevole. L’incontro con la morte e la sofferenza lo indusse a riflettere sul senso della vita e dell’arte.

Dal punto di vista artistico, la guerra lo convinse della necessità di un’arte che fosse capace di comunicare valori e idee forti. L’esperienza del conflitto lo portò a sviluppare un linguaggio pittorico più espressivo e coinvolgente.

In particolare, l’esperienza della guerra ebbe un impatto significativo sulla prima fase della pittura di Funi, legata al futurismo. In questo periodo, Funi espresse una forte tensione dinamica e una ricerca di nuove forme espressive, che si riflettevano anche nelle sue opere di carattere bellico.

Ad esempio, l’opera “Al fronte” (1915-1916), conservata presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano, rappresenta un gruppo di soldati che avanzano in combattimento. L’opera è caratterizzata da una forte tensione drammatica, resa attraverso l’uso di colori accesi e di una composizione dinamica.

In seguito, Funi si allontanò dal futurismo e si avvicinò al classicismo. Tuttavia, anche in questa fase, l’esperienza della guerra continuò a influenzare la sua pittura.

Ad esempio, l’opera “La battaglia di Lepanto” (1933-1934), conservata presso il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Filippo de Pisis di Ferrara, rappresenta una scena di battaglia tra le flotte cristiana e turca. L’opera è caratterizzata da un forte senso di epicità, che si riflette anche nelle sue dimensioni monumentali.

In conclusione, il ruolo di volontario di guerra fu un’esperienza fondamentale nella vita di Achille Funi. L’esperienza del conflitto lo segnò profondamente, sia dal punto di vista personale che artistico, e contribuì a formare il suo stile pittorico.

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