Dalla parte di Giulia. Le lezioni d’amore che già ci sono e che bisogna sostenere.

Attualità & Cronaca

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Come accompagnare adolescenti e giovani a sviluppare uno sguardo sereno su sentimenti e relazioni di coppia? Il mondo cattolico da sempre in prima linea

Educare. Affettività. Sessualità. Tre parole che, come dimostra il caso della povera Giulia, non possiamo più pronunciare senza collegarle l’una alle altre in modo coerente e, soprattutto, convincente. Il problema è il “come”. Ma anche il “quando” e il “chi”. Cominciamo dall’ultima questione. A chi tocca affiancare i genitori, che rimangono i primi educatori, per aiutarli in un’opera così complessa? Alla scuola? Agli educatori dell’oratorio? Ma servono competenze non improvvisate perché siamo in un ambito in cui una parola fuori posto può fare tanti danni? E quale progetto seguire? Siamo al “come”.

Si tratta di una questione centrale. Un progetto di educazione all’affettività e alla sessualità mescola in modo equilibrato sottolineature antropologiche, riflessioni etiche e psicologiche, dati scientifici, rilievi esperienziali ma non dimentica neppure – in una prospettiva di educazione cristiana – la spiritualità e le parole del Vangelo. Difficile, molto. Quando si parla di amore, di vita, di affetti, di sesso, di coppia non si può rimanere stretti sulla biologia. C’è molto altro, ma bisogna saperlo dire. E, per dirlo bene, coinvolgendo il cuore dei giovani, occorre dirlo in modo fresco e sapiente. Soprattutto occorre essere consapevoli della necessità di viaggiare in un equilibrio instabile tra tradizione e progressismo.

Né indietrismo, né fughe in avanti. Un teologo come don Gilfredo Marengo, docente di antropologia teologica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II si è chiesto, in un libro intitolato Chiesa, sesso e amore. Le relazioni “pericolose” (San Paolo, 2021), se in tema di educazione alla sessualità non sia necessario oggi individuare una terza via per sfuggire a una polarizzazione che tutti consideriamo inopportuna. E cioè se non sia il caso di mettere a fuoco un percorso innovativo «tra la ribadita insistenza su norme morali ormai dichiarate inattuali dal tribunale della storia… e una discreta messa in sordina di questa parte dell’annuncio cristiano, alla fine percepita come ingombrante e fuorviante, nel tentativo di rinnovare un incontro dialogico con gli uomini del nostro tempo».

Marcario Giacomo

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