Scipio Slataper: un volontario di guerra irredentista

Arte, Cultura & Società

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Ruolo di volontario di guerra

Scipio Slataper nacque a Trieste nel 1888 da una famiglia di origine slovena. Fin da giovane fu un fervente patriota e partecipò attivamente al movimento irredentista. Allo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1915, si arruolò volontario nell’esercito italiano, raggiungendo il grado di sottotenente di fanteria. Morì combattendo sul fronte del Carso, il 3 dicembre 1915, all’età di 27 anni.

Biografia

Scipio Slataper nacque a Trieste il 14 luglio 1888. Figlio di un commerciante e di una casalinga, studiò al liceo “Dante” e si laureò in Lettere all’Università di Firenze.

Nella sua giovinezza, Slataper fu un acceso critico dell’irredentismo, che considerava un movimento superficiale e privo di contenuti concreti. Tuttavia, allo scoppio della guerra, cambiò idea e si convinse che l’annessione di Trieste all’Italia fosse necessaria per garantire la libertà e la cultura italiana in città.

Slataper fu un soldato valoroso e coraggioso. Nel corso della sua carriera militare partecipò a numerose azioni di guerra, distinguendosi per il suo eroismo. Morì il 3 dicembre 1915, durante un’azione di ricognizione sul fronte del Carso.

Opere

Scipio Slataper è ricordato soprattutto per il suo unico romanzo, “Il mio Carso”, pubblicato nel 1912. L’opera è un’autobiografia spirituale che narra la crisi esistenziale dell’autore, che si trova a dover fare i conti con la morte della sua amata, Anna Pulitzer.

Slataper scrisse anche numerosi articoli e saggi, di carattere letterario, politico e sociale. Tra le sue opere più importanti si ricordano:

  • Lettere triestine (1909)
  • I confini necessari all’Italia (1915)
  • Le strade d’invasione dall’Italia in Austria (1915)
  • Ibsen (1916)

Conclusioni

Scipio Slataper è una figura importante della letteratura e della storia italiana. Il suo impegno patriottico e il suo sacrificio per la patria lo rendono un simbolo dell’irredentismo e dell’italianità di Trieste.

Fonti:

Scipio Slataper – Wikipedia

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