Inaugura il nuovo percorso della Grotta Guattari al Circeo

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Dopo il successo della giornata di studi e divulgazione del 19 maggio 2019, ottant’anni dopo la scoperta, e delle successive pubblicazioni, dopo le recenti campagne di indagine archeologica e di approfondimento svolte anche all’esterno della grotta stessa, con un importante ampliamento dell’area indagata, la grotta Guarnari verrà aperta alla fruizione del pubblico con un nuovo percorso didattico che includerà un’esperienza di realtà virtuale immersiva.

Dal lontano 1939, anno della scoperta casuale della grotta, ad oggi sono stati ritrovati circa dieci individui adulti databili tra i 50.000 e 100.000 anni fa che rendono il sito uno uno dei luoghi più significativi al mondo per la storia dell’uomo di Neanderthal. Le indagini sulla grotta, probabilmente nata come riparo e deposito di cibo dalle iene, sono ancora in corso e coinvolgono diversi studiosi dei più importanti enti di ricerca nazionale. Gli scavi e le indagini sono stati estesi anche all’esterno della grotta dove sono state individuate stratigrafie e paleosuperfici di frequentazione databili tra i 60 mila e i 125 mila anni fa che testimoniano i momenti di vita dell’uomo di Neanderthal, i luoghi dove stazionavano e dove, accendendo il fuoco e si cibavano delle proprie prede. Il ritrovamento di carbone e ossa animali combuste autorizza infatti a ipotizzare la presenza di un focolare strutturato.

I primi studi sul cranio vennero effettuati dal prof. Blanc, il quale, esaminando attentamente le ferite che il cranio riportava, in particolar modo il forame occipitale allargato, giunse alla conclusione che erano stati altri uomini di Neandertal ad effettuare quest’operazione di allargamento per poter estrarre il cervello e mangiarlo, a scopo rituale: il fatto di averlo trovato al centro di una corona di pietre sembrava confermare la sua ipotesi.

L’interpretazione di Blanc venne però smentita nel 1989, esattamente cinquant’anni dopo il ritrovamento, quando si riunirono al Circeo, in un convegno, studiosi provenienti da ogni parte del mondo. Questi ultimi sottolinearono che sul cranio non erano stati trovati segni di utensili con i quali si sarebbe potuto compiere, da parte di altri uomini, l’allargamento del forame del cranio stesso: gli unici segni trovati erano quelli di denti di iena. Tutti furono così concordi su questa nuova tesi: la grotta “Guattari” fu, intorno a circa 50.000 anni fa, la tana di una iena, e lo dimostrano le numerose ossa fossili ritrovate al suo interno, resti dei suoi pasti. L’animale ha trasportato nella sua tana il cadavere dell’uomo, o forse solo la testa, e ha allargato il foro occipitale per estrarne il cervello.

In occasione di questa inaugurazione del prossimo weekend, si illustreranno le risultanze delle ultime scoperte archeologiche e delle recentissime ricerche effettuate nel sito neandertaliano; le analisi svolte sui resti fossili ci raccontano della fauna che abitava il Promontorio del Circeo e delle caratteristiche di questo territorio, habitat dei mammiferi, anche di grande taglia, ivi rinvenuti; della frequentazione della grotta, che sta restituendo informazioni inaspettate ed importanti per conoscere meglio la storia, anche evolutiva, dell’Uomo. I cospicui ritrovamenti di resti fossili e la singolarità di tali evidenze archeologiche conferiscono continuità cronologica al percorso dell’Uomo nella Preistoria nel nostro territorio.

Dalla volontà di valorizzare questo contesto di grande rilievo per lo studio della Preistoria e delle frequentazioni di questi luoghi da parte dell’Uomo già da epoche così antiche, nasce l’idea di consentire l’accesso ad un luogo dalle caratteristiche conservative peculiari, con un percorso di visita didattico e innovativo, anche con l’utilizzo della più moderna tecnologia, che possa rendere la visita ad un sito archeologico, di per sé “ostico”, maggiormente consapevole. I volontari della Delegazione Fai di Latina accompagneranno, i visitatori attraverso le vicende del fortunoso rinvenimento del cranio dell’Homo Neanderthalensis e del suo ruolo nel percorso dell’evoluzione umana. Stupirà i visitatori la vista di un antro chiuso da una frana migliaia di anni fa e rimasto, da allora, intatto per oltre 50.000 anni. Il deposito della Grotta, scavato è tuttora uno dei più ricchi dal punto di vista faunistico grazie alla presenza di numerose ossa su tutta la paleosuperficie.

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