La bellezza femminile è solo una moda?

Cento domande sulla sessualità

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Rubrica ideata e curata dal dottor Umberto Palazzo e dalla giornalista Daniela Piesco 

Nel passato la bellezza del corpo umano è stata immortalata dagli artisti greci che ci hanno tramandato un ideale immaginario fatto di dee, dalla Venere di Willendorf (30.000 a.C.) con grandi fianchi e grandi seni (steatopigia) alla Venere di Milo con seni e fianchi più proporzionati che saranno modello per generazioni di scultori di Grecia e Roma Antica. Il MedioEvo invece teme la bellezza femminile e solo con il Rinascimento le si riattribuisce un nuovo valore e diviene un obbligo esser belli perché la bruttezza è associata alla inferiorità sociale e alla depravazione.
La bellezza segue un nuovo schema, i principi estetici fondamentali sono: pelle bianca, capelli biondi, labbra e guance rosse, sopracciglia scure. Le mani e il collo lunghi e sottili con piedi piccoli e vita flessuosa. Il seno doveva esser rodo, rotondo e bianco, con capezzoli rosei. Il colore degli occhi può variare (i francesi amavano il verde, gli italiani preferivano il nero o il marrone) occasionalmente si può fare un’eccezione per i capelli scuri ma l’immagine canonica femminile rimane la stessa per quasi trecento anni. Nel “El costume de la donne” (1536) la donna ideale avrebbe dovuto avere non meno di 33 perfezioni:
3 lunghe -capelli, mani e gambe
3 piccole-denti, orecchie e seno
3 larghe-fronte, torace e ascelle
3 strette-vita, ginocchia e “là dove la natura ha collocato tutto ciò che è dolce”
3 grandi- altezza, braccia e cosce
3 sottili-sopracciglia, dita e labbra
3 rotonde -collo, braccia e…
3 piccole – bocca, mento e piedi
3 bianche -denti, gola e mani
3 rosse-guance, labbra e capezzoli
3 nere-sopracciglia, occhi e “ciò che “dovresti sapere da te”

Oggi la bellezza delle donne è “guidata” non tanto dagli artisti ma da stilisti, influencer e chirurghi plastici che impongono nuove finte perfezioni che indicano una bellezza sempre più longeva ma anche sempre più falsificata.

Il commento giornalistico

Bellezza “artificiale” o aspetto naturale? Nella società moderna la mentalità delle persone si è trasformata notevolmente, ma sarebbe un vero e proprio dilemma stabilire se in positivo o in negativo.Oggi, molti uomini e donne ritengono che la bellezza, anche se “artificiale”, impreziosisca il proprio spirito, facendoli sembrare, agli occhi degli altri, persone migliori. A causa di questo pensiero, sta crescendo a misure incontrollate il fenomeno della chirurgia plastica.Secondo le statistiche in Italia, negli ultimi anni, sono stati eseguiti circa 10 milioni d’interventi( se non di più), ma un dato inquietante è che circa il 20% sono messi in atto su adolescenti e che l’operazione chirurgica spesso rappresenta un regalo da parte dei genitori verso i propri figli. Fra gli interventi più richiesti vi è la liposuzione (15,13% delle richieste), la mastoplastica additiva (12,22% delle richieste), la rinoplastica (9,47% delle richieste), il trapianto di capelli (8,31% delle richieste), e l’addominaloplastica (5,16% delle richieste). Questo fenomeno è pubblicizzato dalle TV, dalle riviste, dai giornali, in cui compaiono celebrità, sportivi, noti politici che diventano veri e propri modelli per le persone semplici.
In virtù dei dati sopra esposti deduco, che, almeno in questo senso, la mentalità della società moderna, si è evoluta in negativo.Appare evidente infatti che vi sia una teoria sbagliata: oggi si giudicano le persone per quello che appaiono e non per quello che si possiede interiormente . Ovviamente ciò non significa che ognuno di noi non debba fare di tutto per migliorare il proprio aspetto fisico ma bisognerebbe rispettare i limiti della naturalezza perché quando si ci nasconde dietro una maschera che, anche se bella è artificiale,traspare  che non si ci accetta per quello che si è e che, purtroppo non si è capito quali siano i veri valori della vita.

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