Il fallimento dell’auto elettrica

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Uno dei punti fondamentali della politica green europea per la transizione ecologica è il passaggio all’auto elettrica, fondamentale per la  riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti ed in particolare di anidride carbonica che secondo alcuni scienziati come Zichichi è considerata a torto negativa in quanto motore  della vita delle piante da cui noi dipendiamo; ma nonostante gli incentivi statali la rivoluzione prevista non c’è stata e tali incentivi sono rimasti in parte inutilizzati. Le motivazioni per questo fallimento della politica green  sono diverse: innanzi tutto la poca autonomia del mezzo, mentre i tempi di ricarica sono troppo lunghi, i punti di ricarica sono pochi e spesso già occupati o mal funzionanti e a questo si deve aggiungere il problema, non secondario, dell’aumento considerevole del prezzo dell’energia elettrica che diventa proibitivo se qualcuno ha la fortuna-sfortuna d’avere a casa la colonnina per ricaricare la vettura. L’auto elettrica assorbe tantissimo per cui molti impianti  casalinghi saltano ed è impossibile usare gli elettrodomestici. Altra nota dolente sembra essere la sicurezza; come si legge nella descrizione di diversi incidenti, se l’autovettura ha un forte impatto o vi sono condizioni meteorologiche estreme o malfunzionamenti si ha il surriscaldamento delle celle e la batteria elettrica può esplodere, provocando la fuoriuscita del litio che è altamente infiammabile. Nella batteria si verificano delle reazioni chimiche che portano la temperatura interna anche a milletrecento gradi centigradi e si accende, si incendia da sola per cause interne perché sembrerebbe che le batterie agli ioni di litio a causa della loro densità energetica possono prendere fuoco spontaneamente o divenire instabili ed esplodere in presenza di calore  e cosa ancor più grave le fiamme non si riescono a spegnere con l’acqua come quelle  delle vetture normali perché le batterie al litio sono altamente infiammabili e durante la combustione rilasciano per molto tempo sostanze nocive. Gli studi di esperti del settore ci dicono che respirare litio provoca processi corrosivi al tratto respiratorio, agli occhi e alla pelle, addirittura l’inalazione può provocare edema polmonare. Per spegnere le fiamme sono necessari fino a trentamila litri d’acqua rispetto agli uno o duemila delle auto tradizionali. Inoltre il litio a contatto con l’acqua reagisce violentemente e vapori corrosivi di idrossido di litio formano idrogeno molto infiammabile. Quindi le batterie al litio sono più inquinanti e non si possono smaltire. Anche la sicurezza personale è a rischio per l’infiammabilità delle batterie e dei caricabatterie, per tale motivo le vetture non dovrebbero essere parcheggiate al chiuso. I casi più frequenti di incendi di veicoli si sono registrati in fase di ricarica, in fase di sosta nel cinquanta per cento dei casi, mentre il 15 per cento dei casi durante la guida, il restante cinque per cento avviene per cause non identificate. Inoltre l’intervento dei vigili del fuoco, che non hanno molta familiarità con questi tipi di incendio. è sempre a carico del proprietario della vettura mentre ci dovrebbero essere polizze assicurative adeguate, ma viste le problematiche delle auto elettriche le polizze sono molto più elevate per far fronte ai guasti del veicolo. Altra riflessione da fare è  su che cosa accadrebbe in Italia se tutte le auto a motore termico venissero sostitute da quelle elettriche sicuramente aumenterebbe il fabbisogno di energia elettrica almeno del trenta per cento e considerato il costo attuale della corrente elettrica la macchina non sarebbe accessibile più a tutti. Altro problema da considerare: se si restasse bloccati in autostrada per molte ore d’estate le batterie si scaricherebbero e si resterebbe senza aria condizionata, o se si restasse bloccati da una tempesta di neve, si rischierebbe l’assideramento. In Cina, paese leader al mondo nella produzione di auto elettriche, il veicolo non è più richiesto.

Per i costi di gestione, ci sono veri e propri cimiteri di auto a riprova del fallimento di questo progetto che di green non ha nulla.

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