Le parole giuste…

Arte, Cultura & Società

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Non è sempre facile trovarle, le parole giuste: eppure è necessario, anche perché molto spesso alle parole sono abbinati concetti importanti, o contenuti che non devono essere equivocati o confusi con altri.

Risvolti interessanti di questo sono stati studiati fin dagli anni ’50 dalla psicolinguistica, che è molto attenta all’influenza che le parole hanno sul modo di percepire le cose: del resto fin dall’ ‘800 gli studi dell’antropologo e neurologo francese Paul Broca avevano accertato che l’area del cervello preposta al linguaggio, che porta il suo nome, era sede della produzione e comprensione del linguaggio in tutti i suoi significati.

Questo comporta anche un fatto rilevante: l’abitudine all’uso di una particolare espressione linguistica, o a certe parole ripetute più volte nello stesso modo, crea un tipo di percezione rispetto all’argomento di cui si sta parlando favorendo così il formarsi di determinate opinioni nei confronti di quei contenuti.

Risulta quindi fondamentale usare, appunto, le parole più corrette.

E non va dato per scontato che ci sia sempre attenzione a questo aspetto, anzi. E’ proprio il dilagare dei mass-media, da cui siamo costantemente circondati ad ogni livello in modo totalizzante, che spesso porta a un uso continuo, indiscriminato, improprio del linguaggio sia scritto che parlato: si avrà in tal modo il prevalere della quantità sulla qualità.

E potrà anche accadere di imbattersi in certi termini usati talvolta impropriamente: è successo di recente  che si sia confuso antisionismo con antisemitismo, per esempio.

Oppure s’incontrano bizzarri accostamenti, come chi percepisce il termine “primitivo” come un insulto: niente di più buffo, se si pensa alla quantità d’intelligenza messa in campo dal genere homo già prima del sapiens, per trovare il modo di difendersi, coltivare, usare il fuoco, lavorare i metalli, costruire utensili e via dicendo.

E quando si dà dell’animale o della capra a qualcuno, bisognerebbe ricordarsi che gli animali non sono stupidi e si sono adattati all’ambiente talvolta anche meglio di noi: il fatto che non parlino non tragga in inganno, perché sanno comunicare bene anche senza la parola, eccome. Si tratta semplicemente di  un livello evolutivo diverso.

Quindi, occhio a come si parla, meglio prima riflettere: un proverbio orientale dice che ogni parola sbagliata è come una lama dentro la bocca…

Sandra Fallaci©

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