IL Premierato all’Italiana

Politica

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L’elezione diretta del premier è stata sperimentata solo, in Israele e subito cancellata. IL premierato è definito dalla ministra Casellati“ la riforma delle riforme”.

IL termine premierato indica un sistema parlamentare nel quale, il potere esecutivo sovrasta il potere legislativo e nel quale il primo ministro sovrasta i suoi ministri.

. Oggi nel mondo nessun premier poggia sull’elezione diretta.

IL fine perseguito con le modifiche costituzionali, che introducono il premierato è quello di avere governi stabili ed efficienti.

Altri aspetti sono sottesi come il concetto di democrazia immediata, quella cioè che consente ai cittadini di decidere direttamente sul programma e sulla formula di governo, contrapposta alla democrazia mediata dai partiti.

Inoltre altro aspetto sotteso è il principio di responsabilità, vale a dire la regola che consente sempre di imputare a un preciso responsabile gli atti politici, permettendo agli elettori di premiarlo o di punirlo.

Gli elementi che caratterizzano la riforma della forma di governo sono i seguenti :

1) elezione del capo del governo o Premier, attraverso il collegamento a singoli candidati al Parlamento nel quadro di un sistema elettorale che prevede un premio del 55% rendendo solida la maggioranza; 2) IL Premier ha potere di nominare dei ministri, ma la revoca passa ancora per la sfiducia individuale; 4) IL Premier può essere sostituito da un eletto, in parlamento della stessa maggioranza; 5) IL secondo Premier non eletto dal popolo, potrebbe sciogliere le camere dimostrando di avere  più poteri del premier eletto dai cittadini, e disponendo solo lui dell’arma dello scioglimento delle Camere.

Un secondo premier che potrebbe scatenare la conflittualità con il Premier per sostituirlo. L’elemento di gravità e rappresentato dal fatto, che al secondo Premier la fiducia viene data dal Parlamento.

Una tale riforma della forma di governo, riconosce poteri al Premier di non disponibili in nessun altro ordinamento democratico.

IL ruolo del Parlamento è compresso e trasmutato in organo esecutivo del Premier, degli ordini che il Premier vuole che siano assunti in forma legislativa.

La compressione di ruolo del parlamento risulta dall’elezione dello stesso, in elezione del Premier e dei suoi seguaci. Riteniamo che siffatto modo abbia come esito la perdita di autorità e validità di qualsiasi atto normativo, che appare come volizione di una sola parte politica anzi del titolare di un organo solo. Tali atti come espressione di democrazia hanno ben poco, essendo la rappresentanza compromessa, svuotata, convertita in obbedienza al Premier. Non si comprende poi perché mai un Premier eletto dal popolo debba avere la fiducia del Parlamento.

IL Presidente della Repubblica viene privato, di due ruoli importanti quali la nomina del Presidente del Consiglio e il potere di sciogliere le camere. Appare di evidenza immediata, che questo rappresenta un fattore di potenziale conflittualità con il premier eletto dal popolo. Al netto della continuità di programma la sola possibilità di poter sostituire il Premier è fonte di potenziale conflittualità con il secondo Premier. La norma antiribaltone “ ultraleggera” in quanto il Premier eletto si può cambiare.

IL Presidente della Repubblica può incaricare una sola volta un candidato della stessa coalizione del Premier dimissionario.

Se fallisce il Presidente della Repubblica ne prende atto e scioglie le camere. Non saranno più nominati senatori a vita tranne i presidenti della Repubblica che lo sono per diritto. Nella riforma è assente la sfiducia costruttiva con la possibilità di indicare un nuovo Premier.

Non è da escludere che a riforma approvata Mattarella possa dimettersi. Comunque non esiste, in Parlamento la maggioranza dei due terzi, in ciascuna camera per evitare il referendum confermativo alla riforma approvata con introduzione del Premierato all’italiana.

4 Replies to “IL Premierato all’Italiana”

  1. Giuseppe ha detto:

    E’ finita la democrazia!

    • Erasmo Venosi ha detto:

      La procedura di approvazione è disciplinata dall’art 138 .Doppia approvazione, a distanza di tre mesi da parte di Camera e Senato. Maggioranza assoluta cioè almeno il 50% + 1 dei voti. Questo però non fa automaticamente entrare, in vigore la riforma. Ma non entra automaticamente in vigore perchè ci vuole la maggioranza dei due terzi dei componenti. Se non si verifica allora un quinto dei parlamentari richiede un referendum confermativo. Alla fine la ” palla” torna all’elettore perchè anche questa volta non esiste in Parlamento una tale maggioranza. Sulla fine della democrazia , pur criticando molto la riforma che introduce un premierato con stranezze. Farlo eleggere dal popolo e poi subordinarlo alla fiducia del Parlamento è un non senso. Come la figura del secondo Premier , che alla fine ha più potere del Premier , potendo lui sciogliere le Camere. Buona sera

      P

      Se questo non accade, è possibile per almeno un quinto dei parlamentari richiedere un referendum per l’approvazione finale (chiamato referendum confermativo). Con ogni probabilità, quest’ultimo scenario sarà quello che si realizzerà con questa riforma. Il governo Meloni ha la maggioranza in Parlamento, ma non ha quella qualificata: tutte le opposizioni (tranne Italia Viva) hanno espresso contrarietà alla riforma.

  2. Carlo De luca ha detto:

    Cosa non sì può fare col sistema attuale, che riesce anche a cambiare la costituzione? Invece di portare i problemi in parlamento , se ne vuole discutere in separata sede. A cosa serve l’elezione diretta del premier quando gli elettori vengono subito dimenticati appena hanno consegnato la scheda all’urna?

    • Erasmo Venosi ha detto:

      Le procedure sono fissate in Costituzione dall’art 138. Concordo che l’elezione diretta , sperimentata e annullata solo, in Israele con in più il depotenziamento delle funzioni del Presidente della Repubblica è una “variante” densa di incertezza sugli esiti positivi. Resta comunque che il presidente del Consiglio , nella Costituzione non è il capo del governo ma solo il suo coordinatore. Sono convinto che il potere di scelta del governo , venga restituito al legittimo titolare : il popolo. Poi si possono studiare le modalità. Cancellierato? Semipresidenzialismo alla francese ? Sono comunque convinto che difficilmente si realizzerà. I numeri in Parlamento non ci sono e fino adesso l’unico referendum confermativo è stato quello sul disgraziatissimo titolo V. IL premierato comunque è anche la risposta al regionalismo differenziato in termini di riequilibrio di poteri. Saluti

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