Bari: occorre cominciare a darsi una mossa, il tempo fugge e quelli che corrono non sono belli

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Foto SSC Bari

Tempus fugit è la nota locuzione latina, ma nel caso del Bari non è solo il tempo a fuggire ma anche le squadre di testa che, sulla carta quantomeno a luglio scorso, sarebbero dovute essere le concorrenti dei biancorossi in chiave promozione. Ed invece qui si avanti a pane e acqua con brodini caldi, anzi tiepidi, ad un passo alla volta. E così non si va da nessuna parte, anzi, non si va lontano e quel che è peggio si rischia di retrocedere. Inutile girarci intorno. I tifosi, nel frattempo, contestano prevedibilmente.

Dei sei anni targati De Laurentiis, questo è il primo in assoluto dove il Bari si trova impelagato, almeno per il momento, nelle zone basse della classifica, mai infatti il Bari tra la serie D e la B dello scorso anno, aveva oltrepassato la cortina di ferro della parte destra della classifica, anzi, ha sempre frequentato le prime sei posizioni anche nell’annata disgraziata di Romairone, Auteri e Carrera.

Otto i pareggi, una sola sconfitta ed una sola vittoria, questo il bottino incamerato dagli ex ragazzi di Mignani, oggi di Marino che cercano di uscire da questa impasse, ma guardando come si propone sul campo ci riesce davvero difficile pensare in un cambiamento di passo repentino. A ciò vadano ad aggiungersi gli infortuni che di certo non aiutano alla causa e si tiri la linea.

E qui si tirano in ballo le responsabilità perché non è possibile che in sede di mercato non si sia provveduto a reperire un vice Maiello dando per scontato che il “professione” sarebbe andato incontro, prima o poi, a stop più o meno forzati, tra eventuali squalifiche, accidentali infortuni e varie, ed invece si è preferito puntare sulle benedette mezzali reperendone in abbondanza, anzi, in un caso apparentemente inutile (Faggi) quanto meno per il momento. Che poi, in realtà, un vice Maiello esisterebbe pure, Andrea Astrologo, ma al momento rimane un mistero perché non è mai tra i convocati, segno evidentemente che non ha la stoffa per coprire quel ruolo delicato, un po’ come Matino nel ruolo di centrale, giocatore sempre ai margini. E non solo il vice Maiello, naturalmente. Si è sbagliato a non prendere due punte da doppia cifra, un centrale difensivo di esperienza in quanto, così come per Mailelo, anche capitan Di Cesare coi suoi 40 anni, non può garantire 40 partite di cento minuti l’una se consideriamo che è già in diffida. Poi mettiamoci pure che qualcuno gioca fuori ruolo (Aramu) e che i cambi fino adesso non hanno mai inciso più di tanto e si tiri una seconda linea. Perché questi sono fatti, non opinioni. E a noi piace descrivere i fatti, l’attualità, il momento, non il futuro, questo lo lasciamo ai social.

Vedere il Bari laggiù mette tanta tristezza, diciamocelo, e pensare che questa squadra possa confermare l’obiettivo sbandierato dalla società (promozione diretta, incautamente proferita da Polito, e playoff, più terreno proferito da De Laurentiis) diventa un esercizio di difficile estensione. Dodici punti di distacco dal Parma, dieci dal Catanzaro e otto dal Palermo (che però deve giocare stasera contro lo Spezia e recuperare un’altra col Brescia in casa, dunque con probabili sei punti), sembrano mettere la parola fine sulle ambizioni dei biancorossi perché recuperare ci può pure stare, anzi probabilmente accadrà che il Bari, prima o poi, inanellerà un ciclo positivo, ma nel frattempo “quelle”, essendo più attrezzate, proseguiranno nel cammino, e quand’anche dovessero attraversare il classico momento negativo, perché statene certi, anche a loro capiterà di passare momenti difficili, il gap sarà troppo ampio per poter raggiungerle. Almeno queste sono le previsioni con i paramenti attuali. Certo, poi, tutto può accadere, nel calcio è bene non dare mai nulla per scontato, ma è bene sempre tenere in mente la realtà così da non trovarsi per terra caduti dal cielo. Anzi, stante la situazione, è bene lavorare in funzione della salvezza, poi eventualmente si potrà lavorare per altro. Il Benevento, la Spal ed il Perugia lo scorso anno hanno fatto letteratura calcistica.

Da Mignani a Marino il passo è stato breve e soprattutto infruttuoso. Certo, mai esporsi alle “prime” in qualunque campo, ma l’impressione che si è avuta è quella che i problemi siano stati gli stessi, anzi, la squadra ha giocato peggio rispetto alle gare di Mignani, tra giocatori adattati e mai fatti giocare nel ruolo per cui sono stati presi (Aramu), tra uno stato fisico e atletico molto approssimativo di tanti altri, con un portiere che ancora non dà ampie garanzie, con i terzini che non pungono sulle fasce e soprattutto con gli attaccanti che segnano col contagocce, appare difficile pensare in un cambiamento immediato, occorre prima che tutti siano allineati da una condizione fisica ottimale quantomeno, poi si potrà lavorare sugli schemi e sulla tattica, ma se Acampora, tanto per fare un nome, continuerà a giocare in quel modo, se Diaw giocherà col freno tirato per timore di un riacutizzarsi dei problemi muscolari, se Ricci proseguirà nel non pungere e farsi ammonire, se Bellomo, ogni qual volta che viene chiamato in causa, farà solo il suo compitino e niente più, se Maita non fa più il Maita conosciuto da tutti, se il Koutsoupias, che pure sembra l’acquisto più azzeccato, va spesso in confusione, facciamo fatica a pensare ad una ripresa.

Senza dimenticare il problema delle rimonte. Il Bari ogni qual volta passa in vantaggio non riesce mai a gestirlo facendosi sempre raggiungere con le buone o con le cattive. Quella con il Modena è la quarta rimonta al San Nicola subita dal Bari: Cittadella, Catanzaro e Como le squadre che son riuscite a recuperare, mentre fuori casa le cose vanno senz’altro meglio: il pareggio di Terni a reti inviolate anche se la Ternana, se avesse vinto, nessuno avrebbe avuto da dire nulla, il pari in rimonta di Pisa e a Reggio Emilia e la rimonta inutile di Parma. Fatti, e non opinioni, che non lasciano dubbi sull’andamento del Bari quest’anno ma soprattutto su cosa gli aspetta da oggi a fine torneo. Di questi campionati ne abbiamo visti tanti e sappiamo bene come vanno a finire salvo, ripetiamo, miracoli improvvisi e inaspettati. Ma in tal caso occorre che le prime sei perdano terreno. Insomma, impresa ardua.

A noi piace descrivere la realtà dei fatti, perché per le opinioni o le considerazioni ci sono altri strumenti e sedi, e così come abbiamo sempre sostenuto i De Laurentiis per quello che hanno fatto e dato al Bari da luglio 2018 a giugno 2023, fatta salva l’annata disgraziata dei playoff persi con la Feralpi (ma con quella squadra messa su da un ds, come definirlo, impreparato e con una squadra parecchio scarsa, quel risultato raggiunto è stato già tanto), quest’anno dobbiamo, per onestà intellettuale, affermare che ci sono delle precise responsabilità da parte della proprietà che, evidentemente, ha scelto di non rinforzare la squadra lasciandola nelle mani del destino.

Mala tempora currunt sed peiora parantur” scriveva Cicerone, ovvero “Corrono brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori”. Se non si cambia marcia in fretta, aggiungiamo più sommessamente noi. Per questo occorre sostenere i giocatori in questo momento difficile evitando contestazioni per quanto legittime.

Massimo Longo

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