Il vento della libertà

Interviste & Opinioni

Di

di Roberto Chiavarini

O marinai del mondo, che navigate sul mare della vita, intellettualmente e culturalmente liberi, di quel mondo che si sta sgretolando attraverso la insana opera del cosiddetto “pensiero unico” …

… al di là di ogni grado sociale dove siate eventualmente collocati, al di là del posto dove vi hanno messi ad agire, che vi è stato affidato da un potere inquinato, cercate di comprendere che, col passar del tempo e dei regimi, sugli “altri” e sui vostri compagni di viaggio di una vita, se siete uomini veramente liberi, non potrete più contare.

Financo su coloro che ritenete amici di sempre, quegli “altri” che, molto spesso, sono solo dei servi di un sistema strisciante, sono solo delle maschere senza volto, degli indefiniti, che seguono le mode ed emulano i cattivi esempi somministrati, con sapienza sociologica, dai alcuni contaminatori del “pensiero unico”, i cui contenuti sono privi di etica e di morale, ma desiderosi di farvi prostrare come schiavi ai piedi del potere, quegli amici di sempre, eroi per caso, altrettanto pronti a rintanarsi nella buca, al primo scoppio di archibugio.

E, allora, siate voi stessi, levate idealmente l’ancora, abbandonate i porti ai quali siete sempre stati attraccati, alzate la testa al cielo e verificate dove soffia il vento della libertà, catturatelo nelle vostre vele e salpate verso nuovi lidi, ignorando le stravolte convenzioni etico-sociali e i condizionamenti repressivi e liberticidi di ogni genere, imposti da ciò che io definisco da tempo immemore come il “Sociologismo indotto”, ma quand’anche quei dettami venissero da una Chiesa che è, oramai, l’ombra di sé stessa.

Liberatevi da ogni illogica barriera imposta dal contaminato consumismo e, soprattutto, fatelo prima che incomba la triste vecchiaia.

Al mondo si viene e si vive una volta sola.

Perché, dopo, l’ora sarà fuggita per sempre e, tutt’al più, da quella banchina del porto, non potrete far altro che osservare il sole rosso che tramonta mestamente all’orizzonte.

AMMIREVOLE PAZIENZA

Leggete cosa scriveva circa sessanta anni fa l’avv. Pietro Calamandrei, Giurista e Costituzionalista: “Una certa parte politica, con ammirevole pazienza e coerenza, sta sistemando i suoi fedeli non soltanto nei pubblici uffici, necessariamente temporanei, ma nelle più stabili e più lucrose cariche direttive degli istituti controllati dallo Stato, nelle banche, nei giornali, nei consigli di amministrazione delle grandi industrie delle, ovunque ci sia un profitto da trarre, una prebenda da lucrare, un gettone di presenza da riscuotere, una poltrona comoda con molti campanelli sulla scrivania e alla porta un automobile da sdraiarcisi senza pagare.”
AVV. PIETRO CALAMANDREI COSTITUZIONALISTA

Non potendo mettere argine, quel male si è oggi diffuso come metastasi di una Società malata, dove l’assoggettamento e la raccomandazione, contestualizzati nelle fibrillazioni internazionali, costituiscono il male più assoluto dei Tempi moderni.

Questa, è la mia Opinione, che la Costituzione Italiana mi concede di esprimere in base all’Art. 21, libera opinione che potrebbe essere anche errata, ma che fonda sulla mia esperienza di giovane che ha vissuto i Mitici Moti Studenteschi.

Concludo con una bellissima Poesia dal Titolo “SUL PONTE SVENTOLA BANDIERA BIANCA (L’ultima ora di Venezia) ”, scritta nel 1849, dall’Avvocato di Schio Arnaldo Fusinato, rappresenta uno dei capolavori letterari meglio conosciuti ispirati alla città di Venezia. Per le tante analogie, Venezia potrebbe essere anche l’Italia di oggi.

La poesia, è sicuramente commovente ed è stata ripresa anche da uno degli artisti italiani più famosi, il cantante Franco Battiato, che nell’album “La voce del padrone” la riformula leggermente, andando a ribadire una critica verso gli ambienti più immorali della società del suo tempo.

Nei suoi versi ricorre la critica “agli idioti dell’orrore” (terrorismo), ai politici italiani ed a “sua maestà il denaro”.

ROBERTO CHIAVARINI Opinionista di Arte e Politica

SUL PONTE SVENTOLA BANDIERA BIANCA di Arnaldo Fusinato

È fosco l’aere,
È l’onda muta!…
Ed io sul tacito
Veron seduto,
In solitaria
Malinconia,
Ti guardo, e lagrimo,
Venezia mia!

Sui rotti nugoli
dell’Occidente
Il raggio perdesi
del sol morente,
e mesto sibila,
per l’aura bruna,
l’ultimo gemito
della laguna.

Passa una gondola
della città:
– Ehi! della gondola
qual novità ?
– Il morbo infuria…
Il pan ci manca…
sul ponte sventola
Bandiera bianca! –

No, no, non splendere
su tanti guai,
Sole d’Italia,
non splender mai!
E sulla veneta
spenta fortuna,
sia eterno il gemito
della laguna!

Venezia, l’ultima
ora è venuta;
illustre martire,
Tu sei perduta;
il morbo infuria,
il pan ti manca,
sul ponte sventola
Bandiera bianca!

Ma non le ignivome
palle roventi,
nè i mille fulmini,
su te stridenti,
troncan ai liberi
Tuoi dì lo stame:
Viva Venezia:
Muor della fame!

Sulle tue pagine
scolpisci, o Storia,
le altrui nequizie
e la tua gloria,
e grida ai posteri
Tre volte infame
chi vuol Venezia
Morta di fame.

Viva Venezia! Feroce, altiera,
difese intrepida La sua bandiera;

Ma il morbo infuria,
Il pan le manca; sul ponte sventola
Bandiera bianca! Ed ora infrangasi qui sulla pietra,
finch’è ancor libera, questa mia cetra.
A Te, Venezia,
l’ultimo canto,
l’ultimo bacio,
l’ultimo pianto!

Ramingo ed esule
sul suol straniero,
vivrai, Venezia,
nel mio pensiero;
vivrai nel tempio
qui del mio cuore,
come l’immagine
del primo amore.

Ma il vento sibila,
ma l’onda è scura,
ma tutta in gemito
è la natura:
Le corde stridono,
la voce manca,
sul ponte sventola
Bandiera bianca!

AVVOCATO ARNALDO FUSINATO Schio (Vicenza) 19 Agosto 1849.

One Reply to “Il vento della libertà”

  1. Mario Vuodi ha detto:

    Tanti apprezzamenti al Dr. Roberto Chiavarini per l’articolo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube