Il Bari di Marino non sembra diverso da quello di Mignani. Ennesimo pareggio in un mare agitato

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Foto SSC Bari

Non c’era solo la vittoria sospirata a sollecitare le speranze dei tifosi al San Nicola ma anche una certa dose di ragionevole curiosità alla “prima” di questo Bari post Mignani griffato Marino con un nuovo modulo, nuovi schemi e nuovo gioco, provando, magari, a creare un pizzico di entusiasmo in più in una piazza decisamente sotto tono. Ma la musica è sembrata la stessa quanto meno nel risultato perché nel gioco è sembrato addirittura un passo indietro.

Ma soprattutto, in chiave 4-3-3, c’era da aspettarsi chi, Marino, tra Nasti e Diaw che si era allenato regolarmente per tutta la settimana, sarebbe sceso in campo nello status di centravanti: ebbene Marino ha optato per Diaw dal primo minuto con scarsi risultati.

Primo tempo con il Bari che è apparso contratto e col Modena che, pur facendo la partita, non ha creato molti problemi, e su quelli creati ci ha pensato capitan Di Cesare a spazzarli via. Il solo Palumbo, da lontano, ha provato a colpire, ma Brenno in tuffo gli ha negato il gol.

Il Bari è apparso bloccato mentalmente con poche idee, insomma è sembrata la fotocopia del Bari di Mignani, se non ancor più sbiadita a causa del toner da cambiare, e solo nei minuti di recupero il Bari ha provato a segnare con Aramu, su cross preciso di Bellomo, ma è stato anticipato quanto è bastato da Cotali per evitare il guizzo decisivo del barese, e con Koutspoupias che di testa sul corner susseguente, ha colpito di testa il pallone è terminato di poco alto.

Una gara che non è mai decollata sebbene il Modena sia apparso più in palla anche se il sospetto è che sia stato il Bari, nel non giocare, ad esaltare le qualità emiliane. L’infortunio di Maiello apparso di una certa gravità (trauma distorsivo al ginocchio per lui a cui seguiranno esami più particolareggiati) ha contribuito notevolmente nell’economia del gioco così come l’ammonizione di Ricci (gli è andata bene tenuto conto del grave fallo commesso) che ha giocato prevedibilmente col freno tirato per evitare un secondo cartellino.

Secondo tempo, subito dentro Morachioli per Aramu ancora lontano dagli standard conosciuti. Serve un altro Bari.

Ma è sempre Modena complice anche molti errori in fase di disimpegno e di appoggio dei baresi.

Diaw ha sprecato un’occasione per la quale avrebbe potuto passare palla invece che tirare in porta, poi Tremolada ha fatto tremare la difesa del Bari con un tiro pericoloso. Il Modena ha continuato a portarsi avanti con qualche tiro in porta pericoloso.

All’improvviso su un capovolgimento di fronte Sibilli si è fatto i suoi trenta metri e ha sferrato un tiro da fuori area che si è infilato nella porta modenese portando in vantaggio i biancorossi.

Marino ha fatto entrare Pucino e Nasti per Sibilli e Diaw. Ma come spesso accade nel calcio, su una punizione appena fuori area il Modena ha pareggiato con un gran tiro di Manconi, un giocatore subentrato. Una punizione commessa con tanta ingenuità dal Bari.

Un’occasione clamorosa è capitata sui piedi di Morachioli ma lo stesso giocatore non ce l’ha fatta a tirare in porta.

Marino si è giocato nel recupero la carta Achik al posto di Dorval ma la soluzione non ha generato alcuna situazione pericolosa, e così la gara è terminata qui con l’ennesimo pareggio per il Bari nonostante il cambio tecnico in panchina.

Ancora un pareggio, dunque. Cambia l’allenatore ma il risultato è lo stesso. Almeno per adesso.

Fatto sta che il Bari continua a non vincere, in casa ancora una volta va in vantaggio e puntualmente si fa riprendere, una costante negativa questa. Dopo una gara equilibrata fa un gol importante poi invece di cercare di mantenere il risultato, commette due ingenuità in occasione della punizione, con una barriera messa male e che si aperta nel momento del tiro di Moncone, e con Brenno che poteva fare di più, almeno questa è stata l’impressione.

Non si vince ancora, vedremo con Marino, che è un allenatore esperto, se si potrà fare qualcosa per aggiustare la baracca.

Certo, un allenatore non ha la bacchetta magica ma è innegabile che grossi cambiamenti non si sono visti, 15 giorni sono pochi per vedere risultati diversi, poi ci sono i soliti limiti tecnici e fisici di tanti, le solite poche certezze e le solite tante incertezze. Speriamo sia solo questione di tempo ed anche di fortuna.

La stagione non è cominciata bene, il mercato fatto male, gli infortuni di Menez, di Diaw, di Maita, oggi quello di Maiello per il quale non si sa nulla sul futuro che, in verità, non si prevede roseo o comunque risolvibile a breve, il var che lo scorso anno sembrava favorire il Bari, quest’anno lo sfavorisce. Insomma tutto sembra remare contro quest’anno, ma niente alibi, ci mancherebbe, non ci si può affidare alla sfiga, ci sono delle responsabilità precise ancor prima della sfiga. In fondo la fortuna la si va a cercare mica arriva dal cielo. Il Bari lo scorso anno se la andava a cercare a suon di giocate e le cadeva addosso, quest’anno non fa nulla per andarsela a cercare.

Non c’è stata una linea precisa da seguire, è mancata, o quanto meno sta mancando, una vera programmazione e ci si deve votare a San Marino (non la repubblica del Titano) per raddrizzare la baracca ma non è così che si dovrebbe agire, non ci si può affidarsi all’improvvisazione, una piazza come quella di Bari non lo merita. Di improvvisazioni, poche volte andate bene, tantissime volte andate malissimo, Bari ne ha vissute tante, troppe, coi Matarrese, ma coi De Laurentiis è lecito attendersi qualcosa in più.

Non si è visto un Bari diverso, anzi, forse è stato peggiore, la squadra continua a non stare bene fisicamente, certi giocatori sembrano identici a quelli di 15 giorni fa, anche la formazione è stata la stessa di Mignani tranne che per il modulo in attacco con Diaw come titolare, perché Ricci e Frabotta, al momento, si equivalgono come resa (negativa).

Adesso c’è da capire come poter ovviare all’assenza di Maiello dal momento che un vero sostituto sembra mancare, e considerata l’assenza di Maita e il suo apporto quando tornerà in campo che quest’anno non sembra così efficace, la soluzione dell’adattamento sembra inevitabile con tutte le conseguenze del caso. Ma anche cambiando modulo e schema richiederebbe tempo.

Insomma, la barca è in pieno oceano con onde alte dieci metri, la bussola sembra impazzita, le stelle e i carri dell’Orsa maggiore e quella dell’Orsa minore con le quali ci si orienta sembrano nascoste da nubi dense e minacciose di tempesta e soprattutto approdi non se ne vedono per adesso. Ma se non altro si continua a non perdere e ancora nessuno fino adesso prende a pallonate la porta di Brenno se non occasionalmente. Poco, è vero, pochissimo, ma di questi tempi grami e bui dove si fa fatica a giocare e a produrre azioni da gol, è pur sempre meglio che niente.

Massimo Longo

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