I mercati restano nervosi, ma provano il rimbalzo

Economia & Finanza

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In attesa delle trimestrali a Wall Street e della visita in Israele del presidente Usa Joe Biden

AGI – I mercati restano nervosi, ma provano il rimbalzo, in attesa delle trimestrali a Wall Street e della visita in Israele del presidente Usa Joe Biden, prevista per mercoledì, mentre cresce la tensione in Medioriente, senza che ancora si profili una soluzione della crisi umanitaria a Gaza.

Le Borse asiatiche, nella giornata di martedì 17 ottobre, avanzano e frenano i future in Europa e a Wall Street, dopo la chiusura positiva dei tre indici di New York, grazie alle megacap e in attesa delle prossime trimestrali. Questa settimana usciranno i bilanci di Goldman Sachs e Bank of America (entrambi previsti per oggi), Johnson & Johnson, Morgan Stanley, United Airlines, Netflix e Tesla.

Si stima che gli utili del terzo trimestre per le società di S&P 500 cresceranno del 2,2% su base annua. “C’è un po’ di propensione al rischio dopo un inizio piuttosto solido della stagione degli utili”, commenta Ross Mayfield, investment strategist di Baird, che poi aggiunge: “L’economia è più forte di quanto le attribuivamo all’inizio dell’anno e certamente non è in recessione”.

Intanto crescono i rendimenti dei Treasury, mentre Joe Biden si appresta a partire per Israele, in vista dell’offensiva su Gaza e per evitare un allargamento del conflitto, con Il tasso sul 10 anni che sale al 4,7% e il 2 anni che supera il 5,1%. Scende invece il prezzo del petrolio, con il Wti che finisce sotto quota 87 dollari e il Brent che torna a meno di 90 dollari, dopo il più grande aumento giornaliero degli ultimi sei mesi avvenuto venerdì scorso.

In mancanza di un’immediata escalation nella guerra tra Israele e Hamas gli investitori scommettono che il conflitto non si estenderà, anche se il mercato petrolifero resta una ‘polveriera’ in vista di quello che potrebbe accadere se invece il conflitto tra Israele e Hamas dovesse allargarsi.

Sempre martedì 17 ottobre, in Asia la Borsa di Tokyo avanza di oltre l’1%, in attesa dei dati di venerdì sui prezzi al consumo giapponesi, i quali sono attesi in frenata, anche se ora lo scenario inflattivo è piu’ incerto per le tensioni geopolitiche. Avanza dell’1% anche Seul e Hong Kong sale di quasi altrettanto, mentre Shanghai fa più fatica ma resta in territorio positivo, in attesa delle importanti indicazioni che mercoledì arriveranno dalla Cina, con la pubblicazione del Pil del terzo trimestre, previsto in rallentamento.

La Banca popolare cinese deciderà questa settimana il tasso di riferimento sui prestiti, ma si prevede che lo manterra’ invariato, dopo che non ha apportato modifiche ai tassi a medio termine.

Sull’altra sponda degli oceani restano in cauto ribasso i future a Wall Street e in Europa, dopo che, lunedì 16 ottobre, il Dow è avanzato al massimo da quasi quattro settimane a +0,93% e gli altri due indici si sono avvicinati al top da 2 settimane, rispettivamente a +0,99% e +1,02%.

Le azioni di Chevron, ConocoPhillips e Occidental Petroleum sono aumentate di oltre lo 0,5%, mentre Microsoft, Meta, Alphabet e Amazon sono avanzate con decisione, in attesa delle prossime trimestrali.

Attesa per le parole di Powell

Gli investitori valutano il potenziale impatto del conflitto sui prezzi globali del petrolio e sulle prospettive di inflazione, in vista dei numerosi discorsi dei banchieri centrali attesi questa settimana, tra i quali spicca quello di giovedì di Jerome Powell all’Economic Club di New York.

Stavolta il numero uno della Fed parlerà di politica monetaria ed è atteso al varco, dopo l’ultimo, deludente dato sull’inflazione a stelle e strisce. Ai mercati le parole di Powell serviranno per capire se la Fed manterrà o meno la linea dei tassi fermi per un lungo periodo di tempo.

“Secondo me – commenta Vincenzo Bova, senior analist di Mps – Powell non cambierà i suoi toni solo per via del dato sull’inflazione e probabilmente tutti i membri Fed manterranno un’allerta elevata, perché non possono permettersi che il mercato dia per scontati i tagli dei tassi dell’anno prossimo. La guardia dunque resterà alta”.

Sul fronte valutario, il biglietto verde resta vicino ai massimi da 10 mesi e avanza sulla maggior parte delle monete asiatiche, incluso lo yen che resta intorno a 149,50, mentre cede leggermente l’euro, che si posiziona in zona 1,0540. Deboli anche I future sull’EuroStoxx, dopo che il 16 ottobre le Borse europee hanno chiuso positive, con Francoforte a +0,34%, Parigi a +0,27%, Londra a +0,42% e Milano in rialzo dello 0,55%.

È avanzata del 2,8% anche la Borsa di Varsavia, mentre in Polonia si è interrotta l’ondata populista che ha rischiato di mettere in crisi l’Unione europea, dopo il voto di domenica, dal quale si profila una maggioranza europeista guidata dall’ex presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. In calo lo spread che torna sotto i 200 punti, a quota 198.

Intanto oggi in Germania uscirà l’indice Zew e negli Usa sono attesi i dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio, considerate una ‘proxy’ dei consumi. La previsione è quella di un calo a settembre, anche se, nota Bova, “il dato importante su questa voce sarà il prossimo mese, perché ci sarà l’impatto della scadenza della sospensione dei rimborsi dei prestiti studenteschi”.

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