Ezio Maria Gray: Dalla Militanza al Fascismo, dalla Guerra alla Politica

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La vita di Ezio Maria Gray, giornalista e uomo politico italiano, attraversò le sfide tumultuose dell’Italia del XX secolo, dalla militanza nazionalista alla partecipazione nella Grande Guerra, fino al suo coinvolgimento nel regime fascista e oltre.


Ezio Maria Gray, nato a Novara il 9 ottobre 1885, è stato una figura di spicco nella storia politica italiana del XX secolo. La sua vita è stata caratterizzata da una serie di tappe significative, che lo hanno portato dalla militanza nazionalista all’impegno nella Grande Guerra e infine alla politica nel regime fascista.

I primi passi nella Militanza e nel Giornalismo

Nato in una famiglia con forti ideali liberali e nazionalisti, Gray mostrò fin da giovane una vocazione per il giornalismo. A soli 18 anni, nel 1903, iniziò la sua carriera come giornalista, lavorando per diverse testate tra cui la Riforma di Ferrara e la Provincia di Ferrara. Durante questo periodo, divenne anche un membro della Massoneria, iniziato nella Loggia Garibaldi di Novara.

Nel 1910, aderì al Partito Nazionalista di Enrico Corradini, un movimento che promuoveva il nazionalismo italiano. Durante questo periodo, fondò e diresse la testata nazionalista romagnola “La Difesa,” che si oppose apertamente al socialismo e alle idee di Mussolini, all’epoca leader dell’ala massimalista del Partito Socialista Italiano.

La Partecipazione alla Guerra di Libia

Nel 1911, Gray sostenne la campagna bellica in Libia, prendendovi parte come volontario sia come ufficiale di Fanteria che come giornalista. Collaborando con “L’Avanti della Domenica,” riportò sul campo gli eventi legati a questa guerra.

La Grande Guerra e le Decorazioni al Valor Militare

All’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, Gray si arruolò nuovamente come volontario e fu decorato con una medaglia d’argento e una di bronzo al valor militare per il suo coraggio e la sua abnegazione nel servire in prima linea.

Il Passaggio al Fascismo

Dopo la Grande Guerra, Gray entrò a far parte del Partito Nazionale Fascista nel novembre 1920. Alle elezioni del 1921, fu eletto deputato del Regno nella circoscrizione di Novara, facendo parte della coalizione Blocchi Nazionali. Aderì alla marcia su Roma nel 1922, che portò Mussolini al potere, e divenne membro del Gran Consiglio del Fascismo.

Il Ruolo Politico e l’Attivismo durante il Fascismo

Gray continuò la sua carriera politica durante il regime fascista, rimanendo deputato e partecipando attivamente alla politica nazionale. Denunciò il Trattato di Rapallo con la Jugoslavia, che stabiliva una sistemazione al confine orientale dell’Italia. Nel 1927, fu nominato presidente della Commissione per l’emanazione della Carta del Lavoro.

Inoltre, Gray divenne direttore de “L’Economia Nazionale” nel 1927 e fu attivo commentatore di politica estera all’EIAR.

La Seconda Guerra Mondiale e il Ruolo nella Repubblica Sociale Italiana

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Gray si arruolò nuovamente come volontario, prestando servizio sul fronte occidentale come tenente colonnello di Fanteria.

Dopo la caduta di Mussolini nel luglio 1943, Gray si unì alla Repubblica Sociale Italiana (RSI) e ricoprì incarichi importanti, tra cui la direzione de “La Gazzetta del Popolo” di Torino. Nonostante il suo coinvolgimento con il regime, Gray si rifiutò di fornire i nomi dei giornalisti che smisero di collaborare con la RSI, cercando di evitare spargimenti di sangue nella sua provincia.

Il Dopoguerra e il Ruolo nel Movimento Sociale Italiano (MSI)

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Gray fu processato per collaborazionismo e condannato a venti anni di prigione. Tuttavia, fu liberato nel 1946 a seguito dell’amnistia Togliatti.

Nel 1948, partecipò alla fondazione del Movimento Sociale Italiano (MSI) e nel 1953 fu eletto deputato alla Camera. Continuò ad essere una figura di spicco nel MSI e fu vice-segretario del partito. Gray rimase attivo in politica, contribuendo al dibattito sulla politica estera italiana e promuovendo una scelta atlantista.

Gli Anni Successivi e il Contributo alla Politica

Nel 1963, Gray fu eletto al Senato nelle liste del MSI e servì come vice-presidente del gruppo dal 1965 al 1968. Nonostante non fosse stato eletto alle elezioni del 1968, rimase una figura di rilievo nel MSI e continuò a dirigere il suo settimanale, “Il Nazionale.”

Ezio Maria Gray morì a Roma l’8 febbraio 1969. La sua vita politica attraversò molteplici fasi della storia italiana, riflettendo le sfide e le trasformazioni del paese nel corso del XX secolo. La sua eredità continua a suscitare interesse e dibattito sulla sua figura e sul suo ruolo nella politica italiana.

FONTI:

Home – Fondazione Giangiacomo Feltrinelli (fondazionefeltrinelli.it)

Gray, Ezio Maria nell’Enciclopedia Treccani

Ezio Maria Gray – Wikipedia

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