Shalev: “Errori di Netanyahu ma ora siamo di nuovo tutti uniti”

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La scrittrice, 64 anni, racconta all’AGI come il suo mondo sia cambiato dopo il massiccio attacco a sorpresa sferrato da Hamas. “Non riesco a trovare le parole perché non ce ne sono, in nessuna lingua, per descrivere questo attacco barbarico”

AGI – “Israele è sotto choc, vive un grosso trauma e diventa sempre peggio man mano che le immagini vengono fuori. Non riesco a trovare le parole perché non ce ne sono, in nessuna lingua, per descrivere questo attacco barbarico, questo terribile disastro”. Zeruya Shalev è una delle più note scrittrici israeliane, le parole sono il suo pane quotidiano ma ora escono a fatica, la sua voce trema parlando all’AGI.

Acclamata in patria e all’estero per le sue opere, l’ultima – ‘Stupore‘ – pubblicata in Italia da Feltrinelli, l’autrice era attesa a Monforte d’Alba per il premio Lattes Grinzane di cui è finalista, ma tutto questo ormai è distante anni luce. Il suo mondo è cambiato dopo il massiccio attacco a sorpresa sferrato da Hamas sabato scorso che è già costato la vita a 1.300 israeliani e ha scatenato un nuovo conflitto.

La tragedia ha spinto il Paese a unirsi di nuovo, dopo le profonde lacerazioni nella società scaturite dalla controversa riforma della giustizia promossa dal governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu contro la quale per dieci mesi consecutivi centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a protestare. “Ero così spaventata negli ultimi mesi, era chiaro che qualcosa sarebbe successo perché Israele non è la Svizzera: non puoi giocare con questo Paese, dividerci e poi aspettarti che nessuno approfitti di questa opportunità“, sottolinea l’autrice 64enne.

“Io vedo una connessione chiara tra il comportamento del governo e i crimini dei ministri, e principalmente di Netanyahu, che ha trascurato il sud e tutto il resto, interessato solo alla riforma per evitare i suoi processi. Ha venduto lo Stato a Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir (leader dei partiti di estrema destra religiosa Otzma Yehudit e Sionismo Religioso, ndr) e questo è quello che è successo”.

“È vero, il popolo israeliano era molto diviso ma ora – come sempre quando siamo in guerra – siamo completamente uniti e spero che saremo uniti anche dopo il conflitto per rimuovere Netanyanu”, continua Shalev, parlando del leader del Likud come di un “falso premier, che ha smesso di agire come tale da quando hanno cominciato a indagarlo” per corruzione, frode e abuso di potere, accuse per le quali è attualmente sotto processo.

Mentre in Israele risuonano le sirene di allarme per il lancio continuo di razzi e aumentano i timori per la possibile apertura di un nuovo fronte di guerra a nord con il Libano, a Gaza i bombardamenti proseguono incessanti e i morti palestinesi sono quasi 1.500, di cui un terzo bambini.

Uno scenario terribile nel quale si cerca a fatica di mantenere una speranza di dialogo tra israeliani e palestinesi, tra i due popoli e non i loro scellerati regnanti: “Hamas ha mostrato la sua vera faccia e ora tutti sappiamo che è come l’Isis, decapitare bambini… Non si può parlare con loro, ma dovremmo provare con più forza a trovare voci moderate, umani, nella società palestinese. Vedo ancora una sorta di cammino con quei palestinesi che respingono quello che ha fatto Hamas“, sottolinea Shalev.

“Forse, questi terribili eventi possono forzare tutti a scegliere: sei dalla parte dei terroristi o della vita. E credo ancora che sarà possibile il dialogo se riusciremo a trovare leader palestinesi più moderati con cui parlare”. “E se noi avremo leader più moderati. Questa è la mia speranza, alle prossime elezioni”, aggiunge decisa Shalev. “Se dopo tutto questo disastro, tornassimo indietro nella stessa situazione sarebbe insopportabile”.

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