Non è legale!

Attualità & Cronaca

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Editoriale di Daniela Piesco co-direttore Radici 

“No, non apro il mio zaino. Non è legale”. E’ quanto ha risposto una bimba di sette anni della scuola primaria di San Lorenzo Maggiore, in provincia di Benevento, alla richiesta del preside che, non trovando il suo cellulare, ha autorizzato un’ispezione negli zaini dei bambini

A tal proposito vorrei ricordare che la maestra che mortifica gli scolari può essere condannata per maltrattamenti: è dunque un reato umiliare e mortificare gli alunni e vorrei ribadire a chiare lettere che i bambini di quell’età, dovendosi rapportare ad un ambiente nuovo e diverso rispetto a quello più ristretto e protettivo della famiglia, hanno bisogno di massimo affetto e di grande comprensione che evidentemente non c’è stata in nome di un egoismo personale.

Ma procediamo con ordine..

Il preside dell’istituto comprensivo “De Blasio” di Guardia Sanframondi,in visita presso la scuola primaria di San Lorenzo Maggiore si è accorto di non avere il cellulare e, per ritrovarlo, ha autorizzato una ispezione degli zaini dei bambini.

Ovviamente e per fortuna il caso è arrivato in Parlamento :su quanto accaduto, nella scuola elementare di San Lorenzo Maggiore è intervenuto,infatti,, ieri, mercoledì 11 ottobre, l’onorevole di Forza Italia Francesco Maria Rubano, che ha presentato un’interrogazione parlamentare per fare piena chiarezza sulla vicenda. Secondo Rubano, il comportamento del dirigente scolastico “non ha certo rappresentato per le bambine e i bambini un esempio educativo e formativo di qualità e, al contrario, ha rappresentato una modalità astiosa e acrimoniosa di agire”.

La bimba ,secondo quanto si apprende , è stata l’unica ad opporsi alla ‘perquisizione’, rivelatasi, a distanza di qualche ora, inutile in quanto il cellulare era stato dimenticato nell’ufficio di presidenza a Guardia Sanframondi.

A questo si aggiunga che il dirigente scolastico “non ha ritenuto di doversi scusare per il disdicevole gesto” e per “aver mortificato la morale ed i principi della comunità tutta”. Da qui la richiesta al ministro di “verificare i fatti” e di conoscere, “se confermati, quali misure anche di natura disciplinare intenda adottare nei confronti del dirigente scolastico”.

Piuttosto che agire puntando il dito, fornendo un insegnamento rabbioso e irrispettoso verso i bambini, non sarebbe stato più semplice andare a controllare nel bagno, laddove si era recato per l’ultima volta, prima di accorgersi della “perdita”? Da Beneventana essere messa a conoscenza di un simile fatto mi ha lasciato costernata tanto che, per descrivere un siffatto comportamento, mi viene in mente una sola parola: vergogna!

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