La ripresa globale è “lenta e incerta”. La diagnosi del Fondo Monetario

Economia & Finanza

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L’economia mondiale “sta zoppicando” e la crescita rallenterà dal 3,5% dell’anno scorso al 3% nel 2023 e al 2,9% nel 2024. Sono le stime contenute nell’ultimo World Economic Outlook dell’istituto di Washington

AGI – L’economia globale prosegue nel recupero dalla crisi provocata dalla pandemia di Covid, dall’invasione russa in Ucraina e dall’impennata dell’inflazione, ma la ripresa “rimane lenta e incerta”. La diagnosi è contenuta nel World economic outlook del Fondo monetario internazionale, secondo cui la crescita mondiale rallenterà dal 3,5% dell’anno scorso al 3% nel 2023 e al 2,9% nel 2024. Una stima che rimane sotto la media storica del 3,8% segnata nel ventennio 2000-2019 e che per l’anno prossimo rappresenta un taglio dello 0,1% rispetto alle attese pubblicate dall’Fmi a luglio. Per dirla con il direttore della Ricerca economica dell’istituto di Washington, Pierre Olivier Gourinchas, “l’economia globale sta zoppicando, non sprintando”.

L’inflazione globale continua a rallentare, passando dal 9,2% nel 2022 su base annua al 5,9% quest’anno e al 4,8% nel 2024. Anche l’inflazione di fondo, che esclude i prezzi dei generi alimentari e dell’energia, dovrebbe diminuire, sebbene piu’ gradualmente, al 4,5% l’anno prossimo. La maggior parte dei Paesi, tuttavia, non riuscirà a riportare il costo della vita all’obiettivo del 2% prima del 2025.

Uno scenario di “atterraggio morbido”

Secondo il Fondo le proiezioni sono comunque “sempre più coerenti” con uno scenario di “atterraggio morbido” e i rischi “più equilibrati rispetto a 6 mesi fa”, sebbene “sempre orientati al ribasso”. Nelle economie avanzate, la crescita rallenterà dal 2,6% del 2022 all’1,5% quest’anno e all’1,4% nel 2024. Le cose andranno meglio del previsto negli Usa ma un po’ peggio nell’Eurozona. La locomotiva a stelle e strisce correrà a un ritmo del 2,1% nel 2023 e dell’1,5% nel 2024, con un revisione al rialzo rispettivamente pari allo 0,3% e allo 0,5% rispetto alle stime pubblicate dall’Fmi a luglio.

Il prodotto dell’area della moneta unica salirà soltanto dello 0,7% quest’anno (-0,2% rispetto a luglio) e dell’1,2% (-0,3%) il prossimo. A pesare sulle sorti di Eurolandia è soprattutto la frenata della locomotiva tedesca, destinata a scivolare in recessione nel 2023, con una contrazione del prodotto dello 0,5%, prima di tornare a crescere dello 0,9% nel 2024.

L’India cresce più della Cina

Paesi emergenti e in via di sviluppo sono previsti crescere del 4% sia quest’anno che il prossimo. Nel loro caso a incidere sul rallentamento è la crisi del settore immobiliare cinese, con il prodotto del Dragone destinato ad aumentare del 5% nel 2023 (-0,2% rispetto a luglio) e del 4% (-0,3%) nel 2024. Meglio farà l’India con l’attività economica stimata aumentare del 6,3% in entrambi gli anni dell’arco di previsione.

Il Fondo avverte tuttavia che “c’è poco margine per gli errori”. Tre sono “le forze globali sulla scena”: la ripresa nei servizi è quasi completa, parte del rallentamento è legato alla stretta monetaria messa in campo dalle banche centrali per raffreddare l’inflazione, su prezzi e attività economica pesa ancora il surriscaldamento dei costi delle materie prime dell’anno scorso. E “se dovessimo volgere lo sguardo verso il medio termine”, avverte l’Fmi, “allora il quadro si fa sempre piu’ fosco”. Per questo, conclude il rapporto, “le riforme strutturali diventano cruciali” per “innalzare le prospettive di crescita a lungo termine”.

foto © Olivier Douliery / AFP – Kristalina Georgieva, Fmi

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