Vincenzo Salvadore: un ingegnere e politico italiano

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Vincenzo Salvadore è stato un ingegnere e politico italiano, nato il 22 aprile 1891 a Santa Teresa di Riva, in Sicilia. Era figlio del notaio Giuseppe Salvadore-Crisafulli e di Giuseppa Toscano, una ricca possidente terriera. La sua famiglia apparteneva ad un’agiata famiglia patrizia di ricchi proprietari terrieri di Savoca, i Del Salvadore, che avevano origini in Spagna. Il nonno paterno di Vincenzo era stato sindaco di Savoca nel 1846 e il bisnonno era stato capitano di giustizia e giudice circondariale.

Dopo aver compiuto gli studi liceali presso il Collegio “Pennisi” dei gesuiti di Catania, Vincenzo continuò con gli studi universitari al Politecnico di Torino. Nel 1914, si laureò in Ingegneria meccanica ed industriale e successivamente, partì come volontario per il fronte della prima guerra mondiale. I primi anni venti li trascorse in Germania, dove si perfezionò nella sua professione e sposò una cittadina tedesca di religione ebraica di nome Ilse Lenel.

Tornato in Sicilia, Vincenzo aderì al fascismo, avendo come punto di riferimento il deputato Michele Crisafulli Mondìo, con cui era imparentato. L’ingegnere Salvadore progettò numerosi edifici di Messina, tra cui il cine-teatro “Savoia”, la “passeggiata a mare”, il cavalcavia della stazione ferroviaria e il Real Convitto “Dante Alighieri”. Nel 1932, a Santa Teresa di Riva, realizzò il progetto per la costruzione della nuova chiesa di Santa Maria di Portosalvo.

Nel novembre 1928, Vincenzo Salvadore assunse la carica di podestà di Messina, su nomina governativa, e la mantenne fino al 1933. Durante il suo mandato, vennero avviate importanti opere come la ristrutturazione del teatro Vittorio Emanuele e la ricostruzione della Cortina del Porto. Inoltre, si occupò della sistemazione della strada Messina-Faro e del miglioramento dell’approvvigionamento idrico cittadino. Promosse anche la ricostruzione della rete fognaria distrutta dal terremoto del 1908, realizzando il collettore di via Santa Cecilia. Durante il suo mandato, Vincenzo Salvadore presenziò anche alla riapertura al culto del Duomo di Messina, risorto dalle macerie del terremoto, alla quale partecipò il re Vittorio Emanuele III.

Dopo aver concluso la sua esperienza podestarile nel 1933, Vincenzo si trasferì a Roma, dove venne nominato segretario particolare del ministro dei Lavori Pubblici, su indicazione di Benito Mussolini. Tuttavia, l’emanazione delle leggi razziali fasciste del 1938 lo portarono a ritirarsi dalla politica attiva, poiché era sposato con una donna ebrea tedesca.

Nel 1948, Vincenzo Salvadore si trasferì definitivamente in Venezuela, dove riprese la sua professione di ingegnere, fondando un’azienda di costruzioni. Nel paese sudamericano, divenne un punto di riferimento per i numerosi concittadini italiani e siciliani che cercavano lavoro dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Vincenzo Salvadore morì a Caracas il 18 agosto 1974, lasciando un’impronta significativa nella storia di Messina per il suo ruolo di podestà e per le importanti opere che progettò e realizzò in città. La sua figura di ingegnere e politico, nonché volontario di guerra, rappresenta un esempio di impegno e dedizione per il proprio territorio.

FONTI:

Vincenzo Salvadore – Wikipedia

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