Bari: a sorpresa la società esonera Mignani. Pasquale Marino, quasi certamente, il sostituto

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Un lunedì movimentato in casa Bari perché è arrivata l’ufficializzazione dell’esonero di Michele Mignani arrivato al capolinea, l’allenatore della promozione in B e di quella sfiorata in A lo scorso 11 giugno.

Una scelta a sorpresa perché nessuno, dopo la gara di Reggio Emilia, ne aveva avuto sentore, e nessuno di noi si era mosso alla ricerca di una notizia in tal senso sebbene una parte della canea virtuale dei social si auspicava un cambio in panchina, ed invece si è andati verso questa direzione anche perché il Bari domani torna ad allenarsi e occorrerà un timoniere.

Forse la tempistica è pure quella giusta così il nuovo allenatore, che dovrebbe essere Pasquale Marino, non si troverebbe catapultato ad un passo da una gara con poche e scarne certezze nella mente, ma avrà quindici giorni di tempo per capirci qualcosa e organizzare qualche schema tattico preciso.

E’ circolato il nome di D’Angelo del Pisa ma non se ne farà nulla perché il tecnico è legato ai toscani fino al 2025, poi è stata la volta di Venturato scartata subito, e nelle ultime ore ha preso corpo la candidatura di Pasquale Marino che ultimamente era un po’ sparito da radar calcistici, un allenatore di indubbia esperienza che dopo quelle positive nelle categorie inferiori (a Paternò ha ottenuto due promozioni consecutive) ha allenato in serie A, ha fatto bene in B con Vicenza, Empoli e Catania ottenendo due promozioni in A, poi solita girandola di esoneri qua e là, ripartenze con qualche lampo, altre senza scossoni, e dopo l’infelice esperienza di Ferrara e di Crotone si è un po’ eclissato. Curioso il fatto che fu proprio una sconfitta del Pescara, da lui allenato, a Bari a costargli la panchina abruzzese. Marino ha allenato Polito a Catania ed è proprio il ds barese che lo ha voluto a tutti i costi perché, secondo lui, è un maestro di calcio.

Non c’erano state avvisaglie dopo Reggiana Bari, si era consapevoli di una partita non all’altezza – l’ennesima -, dopo una prestazione del genere e degli ultimi discutibili risultati, ma non è parsa l’eventualità di un cambio anche perché il Bari non era reduce da un filotto di pericolose sconfitte consecutive, aveva perso una volta solo per giunta contro la capolista, e per contro ne aveva vinta una sola, troppo poco, e tutti erano convinti del fatto che occorreva solo del tempo per far carburare i nuovi giocatori arrivati in palese ritardo di condizione e anche a rischio infortuni (forse un grave errore questo sottovalutato). Ora c’è la sosta che darà la possibilità al nuovo tecnico di poter conoscere meglio i giocatori e preparare l’assalto alla risalita, almeno si spera.

Dispiace per l’uomo e per il professionista Michele Mignani, qualità non riconosciute da taluni ma riconosciute dalla stragrande maggioranza dei tifosi, quest’anno ci sono state situazioni diverse dove si è trovato tra le mani una squadra, forse, non proprio come quella che aveva in mente e sicuramente diversa da quella del suo credo tattico e, di conseguenza, complice anche la suddetta scarsa forma fisico-atletica di tanti, non ha reso come avrebbe voluto e dovuto e si sa bene che in questi casi la scelta più comune, ma non meno dolorosa, è quella impopolare di sostituire l’allenatore che, nella fattispecie, forse era il meno colpevole di tutti nonostante qualche errore indubbiamente commesso.

Il confronto da DS e Mignani c’è sempre stato, è Polito che lo ha portarlo a Bari, un nome non conosciuto e portato in una piazza esigente come quella di Bari, e averlo fatto ha voluto dire assumersi grande responsabilità, e Mignani lo ha ripagato bene perché i risultati, sebbene uno strozzato in gola, sono arrivati.

Il momento era quello che era, molte cose non andavano in campo, certi segnali erano precisi e ben evidenti come, ad esempio, col Como quando in 11 contro 10 per 40 minuti il Bari non ha fatto un tiro in porta, ma in realtà di campanelli d’allarme ce ne sono stati altri. Può essere stata la mossa Matino-Diaw di Reggio Emilia la goccia che ha fatto traboccare il vaso quando Mignani non ha utilizzato il trequartista o un attaccante (Akpa) preferendo un difensore, Matino, comprendendo da saggio, si è vero, che quella gara non si sarebbe mai potuta vincere col materiale a disposizione e pertanto ha pensato bene di cercare di non perderla ma così facendo son venuti fuori tutti i suoi limiti riscontrati lo scorso anno quando piuttosto di osare per chiudere le partite preferiva chiudersi e concedere campo e gioco all’avversario. Per fortuna a Reggio, la squadra locale si è chiusa anch’essa risparmiandoci un assalto in difesa ma dimostrando anche la sua scarsa qualità in virtù della quale era lecito attendersi una vittoria senza storie.

Questa scelta forse ha spezzato il cordone che lo collegava alla società. E’ fuori dubbio che qualcosa covava nell’aria perché sono molte le cose “strane” accadute e che non sono state commentate fino in fondo ma non per colpa nostra ma per ermetismo societario alle nostre sollecitazioni. Situazioni che davano l’idea di un malessere che covava sotto la cenere. Il silenzio di Polito, il mercato in affanno, la consueta conferenza stampa post mercato tardiva, il nervosismo del presidente a certe domande, cose che non accadono per caso.

Ora Polito è esposto oltre la prima linea perché la squadra l’ha fatta lui e l’allenatore nuovo lo ha scelto lui.

Ci auguriamo che il cambio di panchina sia positivo e che non ci sia dell’altro che cova sotto lo stadio. Marino conosce bene il suo mestiere, speriamo possa dare una scossa alla squadra soprattutto nel gioco, i giocatori devono ritrovare entusiasmo gamba e serenità, sperando ovviamente nell’intervento fondamentale dei preparatori tecnici che devono assolutamente rimettere in piedi molti giocatori e soprattutto devono valutare le condizioni di Diaw perché, inutile girarci attorno, già con lui a mezzo servizio non si va lontano, ma senza di lui è perfettamente inutile crearsi illusioni.

Ci piace ricordare Michele Mignani e la sua signorilità quando in occasione del ritiro di Storo con tre quarti di squadra fuori uso per il covd, chi a Bari con ambulanze appositamente arrivate fin lassù per trasportare a Bari i giocatori colpiti dal virus con annesse apprensioni, chi in hotel appena contagiati e con soli sei sette giocatori “sani” in campo, ci chiese espressamente un incontro vis-à-vis con noi della stampa in un’improvvisata conferenza sul selciato, mostrandosi dispiaciuto per non aver potuto dimostrare ai nostri occhi di giornalisti il suo lavoro, spiegandoci così, a voce, il lavoro che avrebbe voluto fare con la squadra, un modo come un altro per ringraziarci per la nostra presenza in Trentino, nonché per farsi conoscere calcisticamente, ma soprattutto per darci materiale per scrivere un articolo serio visto e considerato che a Storo gli articoli scritti furono davvero pochi e scarni ma soprattutto inutili. Un Signore con la S maiuscola. Siamo convinti che prestissimo tornerà in pista.

Aspettiamo che ritorni la luce, di sentire una voce, aspettiamo senza avere paura, domani” (Futura, Lucio Dalla)

Massimo Longo

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