La seduzione femminile parte dai capelli?

Cento domande sulla sessualità

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Cento domande sulla sessualità rubrica ideata e curata dal dott.Umberto Palazzo e dalla giornalista Daniela Piesco

La donna spesso seduce scegliendo la sua immagine con un trucco e un abbigliamento ricercato ma anche usando la gestualità, la cosiddetta “comunicazione paraverbale”:il toccarsi i capelli , il passarsi delicatamente la lingua sulle labbra o anche il grattarsi sensualmente un ginocchio sono esempi di un linguaggio non sempre interpretato che oscilla tra il gioco e il bisogno della conquista. Toccarsi i capelli è un gesto di seduzione molto femminile e secondo quanto riportato da Desmon Morris nel suo libro “Il comportamento intimo” è tre volte più comune nelle donne che negli uomini, d’altronde la cura dei capelli da parte delle donne ha sempre fatto la fortuna di parrucchieri o dei curatori d’immagine di ogni tempo. I ceramisti della Antica Grecia ci rappresentano le donne del loro tempo con acconciature accurate, capelli raccolti a crocchia, con fasce di stoffa (sphendone o kekryphalos) oppure lasciati lunghi e ondulati trattenuti da bende disposte a festone. In Egitto le donne prima degli incontri erotici si abbellivano con parrucche elaborate e profumate da essenze mentre nell’Antica Roma, la matrona si avvaleva della pettinatrice o ornatrix, autrice di monumentali acconciature con trecce posticce (crines,galeri,corymbia) o di parrucche complete imbiondite con un miscuglio di sego di capra e cenere di faggio. Nel MedioEvo, per evitare qualsiasi tentazione, i capelli simbolo di seduzione andavano coperti indossando il soggolo, un’ampia fascia di stoffa, che copriva capelli e collo come nelle monache. Nel Rinascimento con il dilagare del bello, le donne italiane passavano lunghe ore nel tentativo di schiarire i capelli al sole lavandoli con succo di limone o rabarbaro, applicando anche prodotti più elaborati fatti con zolfo e zafferano. Nota come l’arte biondeggiante, questa moda era talmente diffusa che i contemporanei dicevano che nell’intera penisola non si trova una sola brunetta. L’estetica rinascimentale tra le donne facoltose, imponeva di sfoggiare fronte alta e incarnato perfetto; i capelli erano tenuti indietro e rasati per alzare l’attaccatura, poi ombreggiata dal velo. Nel XVII secolo la Regina Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena circondata da cicisbei e cortigiane fu la prima a introdurre la moda dei capelli a pouf, acconciatura che faceva sì che i capelli si ergessero sulla testa anche per più di un metro. Più recentemente tra i nativi americani le ragazze Hopi raccolgono i capelli con una tipica pettinatura a fiore di zucca che indica che sono nubili e cercano marito mentre nell’ Africa occidentale i capelli assumono un significato ben più preciso, portare treccine annodate in un certo modo vuol dire: sono nubile, chiamami! Agli inizi del novecento Cleo de Merode , influencer della Belle Epoque e amante di Leopoldo II re del Belgio divenne subito famosa per la sua pettinatura con uno chignon e bande di capelli a coprire le orecchie, diventò una moda, imitata da moltissime donne dell’epoca, il resto è attualità che lascio al commento giornalistico.

Il commento giornalistico

A 77 anni, Helen Mirren era radiosa sul red carpet del Festival di Berlino,lo scorso febbraio ,con i suoi lunghi capelli color argento. La prova di quanto certe “regole” estetiche dettate dall’età siano ormai obsolete.

Va detto che la scelta di Helen Mirren di sfoggiare la sua folta e sana chioma grigia sul red carpet  sia un beauty statement per prendere posizione contro la diffusa convinzione che una donna, una volta raggiunta “una certa età”, dovrebbe evitare di portare i capelli lunghi, in quanto questi ultimi si adatterebbero meglio a un viso giovane. La radiosa apparizione che l’attrice ci ha regalato sul red carpet berlinese dimostra che è arrivato il momento di abbandonare certe antiquate “regole” di bellezza.

Insomma che siano lunghi, , lisci, ricci, folti o fluenti, i capelli sono da sempre ornamento di grande fascino, richiamo sessuale e di seduzione, investiti da significati simbolici, antropologici e culturali.

I capelli infatti sono energia in continua evoluzione, capaci di rigenerarsi in continuazione e in modi diversi a seconda di età, identità personale e aspetti psicologici.

Inoltre, incarnano una sorta di legame e di attaccamento a forme altrettanto vitali e rigeneranti presenti in natura, non ultima la sessualità. La biologia ci insegna che i capelli non hanno scopo funzionale per la razza umana che potrebbe sopravvivere benissimo anche se fosse completamente priva di capelli.
Eppure nella storia e nella mitologia i riferimenti ai capelli come sede di forza, di energia, di fertilità, virilità e sessualità sono innumerevoli e li ritroviamo praticamente in tutte le culture umane.

Soprattutto in un’epoca come la nostra, fortemente legata all’immagine, i capelli parlano di noi e assumono un ruolo non trascurabile nella rappresentazione che ciascuno mette quotidianamente in scena.
Ed ecco che segnali non verbali, inconsci e a tratti misteriosi, esprimono una sensualità non palesata, un modo di comunicare indirettamente e in maniera celata o, al contrario, una volontà di esprimere un preciso stato d’animo o una spiccata identità personale.

In realtà che gli uomini siano affascinati dai capelli delle donne, specie se sono lunghi e fluenti, è un fatto risaputo. E noi donne lo sapppiamo benissimo e ci teniamo ad averli sempre a posto, sani e luminosi.

Un chiletto in più, qualche centimetro di troppo e le prime rughe, sono considerati difettucci ai quali si può porre rimedio o sui quali si può chiudere un occhio, ma sui capelli non si transigge!Del resto avete mai visto nelle fiabe una principessa o una fata con i capelli corti?

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