Donne Inuit sterilizzate per forza e di nascosto fanno causa alla Danimarca

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Più di 50 anni fa vennero loro impiantate delle spirali senza consenso. I fatti resi noti dai giornalisti di una radio danese

ROMA – Il giornalismo può raccontare la verità e pure contribuire a che sia resa giustizia: è vero anche nel territorio artico della Groenlandia, dove 67 donne hanno fatto causa allo Stato danese perché sottoposte a un programma di contraccezione forzata. I fatti risalgono a un periodo compreso tra il 1966 e il 1970 ma sono stati rivelati al pubblico solo grazie a una serie di podcast e servizi giornalistici di Danmarks Radio (Dr), emittente statale di Copenaghen.

Durante visite ginecologiche furono impiantati circa 4.500 dispositivi intrauterini – le cosiddette spirali – senza che ne fossero informate le pazienti, di origine inuit, una comunità nativa della Groenlandia. Il programma sarebbe stato parte di una politica del governo di Copenhagen che mirava a un controllo delle nascite tra la popolazione artica non immigrata dalla Danimarca. Ora, sulla base delle evidenze raccolte dai reporter, 67 delle vittime hanno deciso di fare causa allo Stato, chiedendo ciascuna un risarcimento di 40mila euro. I servizi giornalistici hanno costretto a muoversi anche la politica. Una commissione d’inchiesta parlamentare è stata costituita lo scorso anno e dovrebbe redigere un rapporto conclusivo sui fatti nel 2025. Lo sfondo politico delle denunce è segnato da tensioni crescenti tra la Danimarca e la Groenlandia, territorio che ha acquisito uno status di autonomia da Copenaghen nel 2009 ma dove le spinte indipendentiste stanno diventando più forti.

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