Bari: la tifoseria sembra rassegnata ad un campionato mediocre e chiede chiarezza alla proprietà

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Il momento attuale del Bari è certamente deludente per i suoi appassionati tifosi, che avevano nutrito speranze e aspettative molto alte quando la famiglia De Laurentiis ha assunto il controllo del club. Dopo 115 anni di rari alti e tanti bassi, di improvvisazione e mediocrità, i sostenitori del Bari avevano sognato un futuro radiante, con il ritorno in Serie A e l’opportunità di misurarsi anche in Europa. Tuttavia, dopo cinque anni dove la città ha sognato ad occhi aperti avendo conseguito due promozioni ed altre due sfumate per un soffio, la realtà attuale si è rivelata diversa da quanto sperato. Certo, siamo appena all’ottava giornata di campionato e i giochi son tutti da fare, però guardando questo Bari tante sono le riserve che i tifosi avanzano.

La situazione di oggi ricorda quella della gestione Matarrese, in cui la prudenza finanziaria spesso ha prevaricato l’ambizione sportiva. Un mercato deludente e scelte apparentemente sbagliate, quanto meno per l’immediato, hanno minato la fiducia dei tifosi, che ora si trovano a lottare per risultati contro squadre di secondo piano in Serie B. Questo è stato un duro colpo per una tifoseria appassionata e fedele, una tifoseria capace di riempire lo stadio con oltre 60.000 persone, dimostrando il suo amore per il club, ma che se ferita nella sua passione, e nell’orgoglio è capace di voltare le spalle senza tanti convenevoli, un po’ come sta succedendo oggi. Se si rapportano gli spettatori presenti alla quarta giornata casalinga dello scorso anno con quelli di quest’anno, mancano oltre 20 mila spettatori. E i motivi sono ben evidenti.

La delusione dei tifosi del Bari che ha radici recenti con il mancato investimento delle entrate di Caprile e di Cheddira, investimento garantito dalla società a fine torneo scorso e non attuato, con una sincronia comunicativa alquanto discutibile tra Polito che garantì il miglioramento del terzo posto e il presidente De Laurentiis che ridimensionò gli obiettivi parlando di soli playoff (vale a dire anche l’ottavo posto), è amplificata dal fatto che si sentono trascurati dalla famiglia De Laurentiis, che sembra concentrare la maggior parte delle proprie risorse e attenzioni sul Napoli. I tifosi lamentano il fatto che le loro richieste e le loro preoccupazioni vengano spesso ignorate o non prese sul serio. Hanno bisogno di chiarezza, di un progetto ambizioso e soprattutto di una proprietà che li coccoli, che comprenda le loro esigenze e della città intera che al loro avvento cominciò a sognare ad occhi aperti.
I tempi dei ringraziamenti sembrano alle spalle, questo doveva essere il tempo dello slancio definitivo, il tempo di ripartire come assoluta favorita dopo l’11 giugno ed invece la classifica langue con vaghe sacche di preoccupazione.

Il Bari è una squadra storica, con un grande stadio e un impatto economico significativo sulla città. È difficile accettare il fatto che non abbia ancora sperimentato la continuità in Serie A o una campagna europea, mentre altre squadre molto meno blasonate hanno ottenuto risultati simili. La città di Bari e i suoi appassionati tifosi meritano di più, e sperano che la situazione possa cambiare in futuro.

I tifosi del Bari sono stanchi di essere considerati secondari rispetto alle ambizioni del Napoli e desiderano autonomia e quanto meno una gestione del club che li ascolti, che li coinvolga e che li faccia sognare. Sperano che il Bari possa finalmente raggiungere il successo che tanto bramano e che, con il loro sostegno appassionato, meritano pienamente.

Verrebbe da scrivere una celebre frase di Ovidio nei suoi “Amores“: “Perfer et obdura; dolor hic tibi proderit olim: saepe tulit lassis sucus amarus opem“, ovvero: “abbi pazienza e un giorno questo duro dolore ti gioverà: spesso una medicina amara porta a giovamento al malato“.

Ma sarà così davvero?

Massimo Longo

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