L’America non si ferma. Per un soffio

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Il Congresso evita lo shutdown a tre ore dallo stop. Biden firma la legge che sblocca i fondi per la pubblica amministrazione e chiede il ripristino degli stanziamenti per l’ucraina

AGI – L’America non si fermerà. Pericolo shutdown scampato, ma il vero scontro comincerà da lunedì. Con un clamoroso ribaltamento nell’ultima giornata, il Congresso ha evitato lo stop dei conti federali, approvando nella stessa giornata, prima alla Camera e poi al Senato, una legge che sposta di quarantacinque giorni il problema della copertura finanziaria delle casse statali.

A tre ore dalla scadenza + arrivato l’ultimo via libera bipartisan dal Senato, 88 voti a favore e 9 contrari, che permette all’amministrazione americana di onorare i pagamenti nei confronti di quasi quattro milioni di dipendenti, tra cui un milione e mezzo di militari, e di garantire i servizi amministrativi, da quelli aerei ai parchi naturali, dai controlli sulla qualità dell’acqua alle pratiche amministrative.

L’ex presidente e candidato alla Casa Bianca Donald Trump aveva chiesto di mandare i conti in blocco, per rallentare i quattro processi che lo vedono coinvolto, ma non è stato accontentato nonostante la fronda repubblicana abbia fatto di tutto.

Il leader di maggioranza al Senato, il Democratico Chuck Schumer, ha ringraziato l’opposizione e dichiarato che i “trumpiani sono stati sconfitti, mentre ha vinto l’intesa bipartisan”. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha salutato l’accordo con parole già preparate nel pomeriggio, quando la situazione si era sbloccata: “La legge – ha dichiarato attraverso una nota diffusa dalla Casa Bianca – garantisce alle nostre truppe di essere pagate, ai viaggiatori di risparmiarsi ritardi negli aeroporti, a milioni di donne e bambini di accedere a un’assistenza primaria”.  “Questa – ha aggiunto – è una buona notizia per il popolo americano”.

Biden ha, però, voluto chiamare lo speaker della Camera Kevin McCarthy a rispettare gli impegni, dopo i passi falsi degli ultimi giorni. “Non possiamo per nessun motivo – ha dichiarato – interrompere il sostegno americano all’Ucraina”.

La Casa Bianca si aspetta segnali concreti nelle prossime settimane. Venerdì una proposta di legge di McCarthy era stata bocciata, mettendo a nudo le divisioni del partito. Ora, con 335 voti a favore e 91 contrari, e il sostegno decisivo dei Democratici, è stata approvata la misura tampone che garantisce il finanziamento delle casse statali per un altro mese e mezzo, fino a metà novembre, ma senza inserire l’annunciato sostegno da sei miliardi di dollari all’Ucraina.

Rappresentanti di entrambi i partiti hanno dichiarato di essere convinti che presto verrà approvata una legge per stanziare quei fondi destinati a Kiev e promessi nel corso del bilaterale alla Casa Bianca tra Biden e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ma ora c’era da evitare lo shutdown.

Mancava solo l’ultimo via libera: quello del Senato. A quel punto non c’era più sorpresa. Solo una affannosa corsa contro il tempo. La legge è stata approvata in serata, con i senatori che hanno votato in modo bipartisan e via via hanno abbandonato l’aula per lasciare Washington con un giorno di ritardo, ma in tempo per inviare la misura sul tavolo di Biden per la firma.

Pericolo shutdown sfiorato, ma lo scontro rimane perché le divisioni tra i due partiti, e soprattutto tra i Repubblicani, restano, mentre la figura dello speaker della Camera, McCarthy, esce indebolita. La sua linea è passata con l’aiuto dei Democratici.

L’ala destra vuole mettere ai voti la sua poltrona, una situazione nota fin da quando, nel gennaio del 2021, lo speaker era stato eletto solo alla quindicesima votazione e solo dopo un compromesso al ribasso. Quel momento, forse, è arrivato. McCarthy adesso dovrà garantire alla Casa Bianca il sostegno all’Ucraina, voluto da rappresentanti di entrambi i partiti, e allo stesso tempo tenere a bada la fronda interna.

Evitato il burrone dei conti, su quel crinale resta proprio lui, lo speaker. Il Repubblicano della California riuscirà a ricompattare il partito attorno alla sua figura? O la destra guidata dal trumpiano Matt Gaetz riuscirà a farlo fuori? Tra un mese e mezzo il pericolo shutdown potrebbe riproporsi e l’America rischiare di trovarsi di fronte a un altro drammatico conto alla rovescia. Con o senza McCarthy lo vedremo.

foto © Allison Biley / Afp – Washington DC

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