Ernesto Rossi – Una Vita Tra Guerra, Antifascismo e Ideali Europeisti

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Ernesto Rossi, nato nel 1897, è stato un volontario di guerra, intellettuale, politico e figura di spicco nell’antifascismo italiano. La sua vita è stata un percorso di impegno civile, dall’adesione al primo fascismo all’attivismo europeista, contrassegnato dalla lotta contro i monopoli, l’ingerenza ecclesiastica e la corruzione politica.

Nascita e Giovinezza Ernesto Rossi nacque il 25 agosto 1897 a Caserta, quarto di cinque figli. Suo padre, Antonio Rossi della Manta, ufficiale dell’esercito, fu trasferito a Firenze nel 1899. Ernesto conseguì la maturità classica da privatista nel 1915 e si arruolò come volontario di guerra il 11 marzo 1916.

La Prima Guerra Mondiale Dopo un addestramento a Pontelandolfo, Rossi si unì alla 5ª compagnia del 127° reggimento di fanteria. Durante la decima battaglia dell’Isonzo nel maggio 1917, fu ferito gravemente da una granata. Nel 1918, fu promosso sottotenente, ma dichiarato inidoneo al combattimento. Congedato nel 1919, si iscrisse all’Università di Siena.

I Primi Anni Politici Inizialmente vicino al primo fascismo, Rossi collaborò con “Il Popolo d’Italia” e scrisse articoli sulla riforma fondiaria, protezionismo e riforma scolastica. Tuttavia, l’incontro con Gaetano Salvemini nel 1919 lo portò verso un’educazione politica basata sull’elitismo democratico.

L’Attivismo a Firenze Tornato a Firenze, Rossi divenne segretario della sezione fiorentina dell’Associazione Agraria Toscana. La sua esperienza in Basilicata tra i contadini emarginati rafforzò il suo anticonformismo politico. Cominciò a criticare il governo Mussolini, vedendolo come una reincarnazione dei problemi dell’Italia, tra cui il protezionismo e la corruzione politica.

Antifascismo e Esilio Nel 1924, Rossi divenne un antifascista intransigente e si unì al Circolo di cultura a Firenze. Nel 1925, fuggì in esilio a Parigi, tornando solo dopo un’amnistia nel 1926. Ottenne una cattedra a Bergamo e iniziò a collaborare con Luigi Einaudi.

Ventotene e Il Manifesto Nel 1939, fu trasferito a Ventotene e lì incontrò Altiero Spinelli. Da queste conversazioni nacque il celebre “Manifesto di Ventotene” che propugnava un’Europa libera e unita. Questa visione federalista era un cambiamento significativo rispetto alle sue posizioni precedenti.

Arresto e Prigionia Nel 1943, Rossi fu arrestato di nuovo, ma la caduta del regime fascista impedì il processo. Fu liberato il 30 luglio e partecipò alla fondazione del Movimento federalista europeo.

Impegno Post-Guerra Dopo la guerra, Rossi fu sottosegretario alla Ricostruzione e partecipò alla creazione del Movimento Gaetano Salvemini. Lottò contro l’ingerenza dei monopoli, sostenendo la nazionalizzazione di settori chiave dell’economia.

Ultime Battaglie Nel corso degli anni ’50 e ’60, Rossi si schierò contro l’ingerenza della Chiesa, la Democrazia Cristiana e l’adesione dell’Italia al Patto Atlantico. Fondò la rivista “L’Astrolabio” e continuò la sua battaglia contro la corruzione e l’accumulo di potere.

Morte e Eredità Ernesto Rossi morì il 9 febbraio 1967 a Roma. La sua eredità include il suo impegno europeista, la lotta contro i monopoli e la difesa degli ideali democratici, nonostante le sfide e le controversie che affrontò lungo il percorso.

Ernesto Rossi è stato una figura di grande rilevanza nella storia italiana e europea, un intellettuale e politico che ha dedicato la sua vita alla lotta per la libertà, la democrazia e l’unità europea. La sua vita complessa e le sue varie fasi politiche riflettono la complessità dell’Italia del XX secolo.

FONTI:

ROSSI, Ernesto in “Dizionario Biografico” (treccani.it)

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