Ancora un pareggio deludente del Bari stavolta in superiorità numerica. Così non va affatto

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Foto SSC Bari

I presupposti c’erano. Poco pubblico, senza pressioni, senza i sessantamila, i cinquantamila i quarantamila con cui il Bari, puntualmente, perde o pareggia, pochi intimi, un avversario reduce da quattro vittorie consecutive e che, per forza di cose, prima o poi doveva fermarsi, c’era anche il prevedibile riscatto dopo la prima sconfitta di Parma, insomma tutto lasciava presagire la prima vittoria in casa, ed invece stiamo discutendo sull’ennesimo pareggio, un pareggio ancor più deludente perché per un tempo intero (il secondo) il Bari ha giocato in superiorità numerica, con quattro punte, ha segnato il gol con Diaw, appena subentrato, e dopo due minuti ha subito il pareggio e, quel che è peggio, non è riuscito a vincerla. E così non va, non va assolutamente.

Primo tempo con molte le occasioni da gol da una parte e dall’altra sbagliate sia per imprecisione sia per la bravura dei due portieri che spesso ci hanno messo una pezza, soprattutto Brenno che ha negato il gol ai lariani almeno in un paio di occasioni.

Ancora una volta una decisione Var a sfavore del Bari con un gol di Nasti annullato, una decisione apparsa strana e molto discutibile perché l’attaccante del Bari non ha commesso alcun fallo, né era in fuorigioco, e né prima del tiro era stato commesso qualche fallo. Fa rabbia che nell’epoca del Var, quando le telecamere riescono a vedere il mezzo millimetro con quale annullare o convalidare un gol o segnalare un fuorigioco, l’arbitro non abbia sentito nemmeno l’esigenza di andarlo a rivedere nell’apposita tv a bordo campo. Ovvio, poi, che la gente perde entusiasmo, crede sempre meno a questo sport. E ad ogni modo, come abbiamo detto più volte, anche da certi segnali, come i Var a sfavore (fino adesso quattro) si interpreta la tipologia di anno che sarà, e questo abbiamo l’impressione che sarà difficile.

Molti gli errori da parte dei giocatori del Bari che hanno messo in evidenza la scarsa condizione di forma da parte un po’ di tutti oltre ai limiti tattici, a differenza del Como (ma in realtà anche delle altre squadre fin qui incontrate) apparso, se non altro, già in palla. Incredibile l’occasione capitata sui piedi del Bari quando, su una ripartenza, si è trovato in quattro contro due, ma Sibilli è riuscito nell’intento di sbagliare appoggio. Davvero clamoroso, forse è l’istantanea del Bari di questo primo spezzone di torneo. Il giocatore napoletano è in chiara fase di involuzione, posto che sia mai stato in evoluzione, da certe giocate si comprende come mai il Pisa lo abbia lasciato andar via, la sua discontinuità è apparsa chiara, speriamo tutti che possa tornare a livelli standard più efficaci. Il più in forma è apparso senza dubbio Koutspupias che, a parte i tre tiri in porta parecchio pericolosi tutti neutralizzati da Semper, si è mosso molto bene.

Il secondo tempo si è aperto con l’espulsione di Kone e con qualche spunto del Bari ma assolutamente innocuo fino al 63′ quando Diaw, appena entrato, ha fatto gol portando in vantaggio il Bari, vantaggio che è durato due minuti perché su un crossetto apparentemente innocuo, Bellemo di testa ha beffato Brenno che è apparso in ritardo. Le sue prestazioni, al di là di qualche bella parata, continuano a destare molte perplessità.

Poi il Bari ha giocato con quattro punte ma non è riuscito a fare il gol delle vittoria per assoluta incapacità di manovra, troppa confusione, con pochissime idee, ci si è messa pure la sfortuna con l’infortunio di Maita appena entrato, ma la situazione non è cambiata.

Mignani ha giocato la carta Achik ma al di là di qualche buon numero che fa ben sperare per il suo futuro e per la resa, non è riuscito a dare il valore aggiunto.

Nel calcio il pareggio è il risultato più comune, lo dicono le statistiche, ma c’è pareggio e pareggio. Una squadra “normale” già rodata, pronta, non può e non deve pareggiare gare come queste con la superiorità numerica e con quattro punte con gli avversari per nulla trascendentali e in inferiorità numerica. Il punto, purtroppo, è che questa squadra dà l’idea di non essere ancora rodata, presenta tantissimi limiti tecnici e di condizione, molti i giocatori che camminano in campo o che comunque corrono con affanno, altri sembrano messi male in campo, tanto per fare un nome parliamo di Aramu preso per fare il trequartista, figura indispensabile e tanto cara a Mignani, fa l’esterno e lo fa male tanto che oggi non ha azzeccato un cross o un assist, Mignani ci mette del suo talvolta anche se riteniamo che, pur con qualche colpa, sia il meno responsabile.

Certo, comprendiamo che non è facile per nessuno comporre i pezzi di un mercato gestito in affanno, ma ora come ora non ci sono alternative, adesso bisogna tirar fuori mordente che oggi non si è visto perché se ci fosse stato mordente oggi il Bari avrebbe vinto a mani basse.

Non ci va giù il fatto di passare in vantaggio e subire il pareggio, o comunque un gol, dopo due minuti. Non si possono prendere gol del genere, manca l’attenzione e la concertazione soprattutto se si è consapevoli di non essere capaci di fare tre gol a partita per vincere, e allora quel gol fatto e caduto giù per opera dello spirito santo, va tesorizzato ed invece si continua a prendere gol per giunta a due metri dalla linea della porta.

Noi siamo giornalisti e per definizione, ma soprattutto per deontologia, facciamo cronaca e per fare cronaca è condizione assoluta descrivere il presente, l’attualità, descrivere la foto istantanea, evitando di proiettarci nel futuro per il quale ci sono modi e tempi diversi e, dunque, quello che vediamo e descriviamo oggi è una squadra costruita male, last minute, con giocatori a corto di preparazione, molti in chiara involuzione, e allora due sono le cose: o ci si deve mettere l’anima in pace preparandoci ad un campionato ad alta tensione guardandosi le spalle, o, molto cristianamente, occorre aspettare tempo e sperare anche se il timore è che quando, e se il Bari si sveglierà, le pretendenti alla A o ai playoff, saranno già lontane. Non ci sono altre possibilità.

Questa squadra non piace a nessuno, fa perdere entusiasmo ai tifosi, oggi pochi in relazione alla media (un chiaro segnale di scarso interesse), Mignani li sta provando tutti forse tranne Astrologo, ma la situazione non cambia, in queste condizioni va in tilt anche lui.

Si, d’accordo, in fondo il Bari ha perduto solo una volta, per giunta sul terreno della capolista, poi, nel bene o nel male, non ha più perso, se vogliamo ci si può aggrappare a questa tenue consolazione, ma guardando questo Bari non basta, ed anzi, si cominciano a vedere brutte sagome alle spalle. Evidentemente ci sono molte cose che non vanno, il tempo passa, si è ancora, per fortuna, all’inizio ma serve una svolta. Subito. Poi ci sarà modo e tempo per trovare le responsabilità.

Massimo Longo

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