Sì, 17 anni fa moriva mia cugina.
Il 15 Settembre è un giorno difficile per me: a volte preferisco disertare visite ufficiali o quant’altro, e stare piuttosto per conto mio ripensando ai momenti trascorsi insieme per esempio, o a qualche aneddoto…
Da Oriana ho imparato cose importanti, vent’anni di differenza sono molti ma c’intendevamo a meraviglia: noi Fallaci siamo notoriamente caratteri difficili, lei era forse quella che preferivo della nostra famiglia.
Era per me una figura a mezzo tra realtà familiare e immaginario.
Cugine di primo grado (dato che mia madre Piera era sorella di suo padre Edoardo), e questa era la realtà familiare concreta, fattuale. Ma lei conduceva una vita molto diversa dalla mia e assai particolare e dinamica: e questo era l’immaginario, ciò che mi faceva sognare e anche desiderare magari. Avrei voluto talvolta viaggiare con lei o partecipare alle riunioni di Redazione: ma si trattava, appunto dei sogni di una ragazzina.
Comunque, nei momenti trascorsi insieme riusciva a coinvolgermi molto più degli altri familiari, perché la vedevo meno di loro e fantasticavo parecchio su di lei perché si trattava di un personaggio vero e proprio, mentre gli altri mi parevano semplici comparse. Come in una foto con lo sfondo in bianco/nero e la persona principale a colori, lei risaltava nel gruppo in modo evidente per la sua personalità e le esperienze che raccontava.
Funzionava nei miei confronti un po’ come una calamita: mi sentivo inesorabilmente attratta.
Successivamente ci siamo incontrate, ma quei momenti dell’ adolescenza sono rimasti scolpiti nella mia mente in modo indelebile.
Il ricordo delle sue parole mi è molto caro, e m’è d’aiuto nei momenti difficili. Grazie, Oriana.
Sandra Massai Fallaci©
foto cirifletto.it