“La Grande Visione Italiana” fa tappa a New York

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La mostra di arte contemporanea dal ‘900 a oggi è stata inaugurata al numero 690 di Park Avenue, sede del Consolato generale italiano. Settanta opere scelte dal curatore, il critico d’arte Achille Bonito Oliva, tra le oltre 700 esposte alla Farnesina

AGI – Dopo il tour asiatico, continua il viaggio de “La grande visione italiana”, la mostra di arte contemporanea dal ‘900 a oggi, con nuove tappe negli Stati Uniti. La prima, a New York, è stata inaugurata al numero 690 di Park Avenue, sede del nostro Consolato generale, alla vigilia dell’apertura dell’assemblea generale delle Nazioni Unite.

A tagliare il nastro sono arrivati, prima dell’avvio ufficiale dei lavori al Palazzo di Vetro, il capo della Farnesina e vice presidente del consiglio, Antonio Tajani, accompagnato dalla presidente del parlamento europeo, Roberta Metsola, con il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e le nostre autorità diplomatiche e consolari.

Settanta opere scelte dal curatore, il critico d’arte Achille Bonito Oliva, tra le oltre 700 esposte alla Farnesina, hanno attraversato il Pacifico dopo esser state ammirate, in molti casi per la prima volta, a Singapore, Tokyo, Nuova Delhi e Seul. Fra i pezzi scelti ci sono anche le firme di grandi artisti come Carla Accardi, Mimmo Jodice e Michele Pistoletto: un campione della ben più vasta “Farnesina Gallery”, la Collezione d’arte contemporanea pazientemente messa insieme, dalla fine degli anni’90, dall’allora segretario generale degli Esteri Umberto Vattani.

 

A New York “La Grande Visione Italiana”, che in sé è un ‘viaggio nel viaggio’ attraverso la creatività artistica del bel Paese, sarà allestita in forma ‘diffusa’, ha spiegato Filippo La Rosa, direttore per la promozione della cultura italiana e responsabile della Collezione Farnesina. Una parte delle opere è infatti esposta al Consolato italiano di New York, altri pezzi sono stati sistemati tra la sede della missione italiana alle Nazioni Unite e i saloni del nostro Istituto Italiano di Cultura e saranno visibili fino al 27 ottobre. Parte della mostra sarà anche allestita all’interno del Palazzo di Vetro e resterà visibile al pubblico da ottobre a fine novembre.

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Si tratterà insomma di un percorso ‘articolato’ tra opere emblematiche del nostro tempo che vanno dalla pittura alla scultura, passando per la fotografia e la video art. Opere che testimoniano la continuità del genio italiano e la varietà tematica raggiunta dai nostri artisti anche in epoche recenti che (a torto), soprattutto all’estero, non sono spesso conosciute a fondo.

Tagliando il nastro della mostra, il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ha ribadito come la diplomazia culturale sia un “potente strumento di politica estera, con un ruolo centrale per la promozione dell’Italia”.

Fu anche questa intuizione, oltre vent’anni fa (quando l’espressione ‘soft power’ non era ancora stata coniata) a far nascere un primo progetto per abbellire gli austeri saloni della Farnesina con opere d’arte contemporanea.

Ai microfoni di AGI, Vattani, il fondatore della Collezione, ha spiegato come è nata e in che contesto si è sviluppata l’idea di raccogliere alcune opere-manifesto della nostra arte contemporanea per esporle nel palazzo che dal 1959 ospita il ministero degli Esteri.

 

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