Scorie nucleari e ministri che non decidono

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IL ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Picchetto ha organizzato, per il 21 settembre un incontro della“ Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile “.

  A prescindere dalla classificazione di“ nucleare sostenibile”, che è solo quello da fusione il cui primo chilowattora, forse avremo nel 2050, quello da fissione con scorie eterne come il plutonio non potrà essere mai sostenibile.

 Comunque liberissimi i ministri Pichetto e non poteva mancare i ministro leghista Salvini, che annuncia il primo chilowattora da nucleare sarà di questo Governo,  chiedo soprattutto al ministro Picchetto che fine ha fatto il deposito unico nazionale per le scorie del nucleare italiano?

IL ministro dell’Ambiente ha il dovere istituzionale di identificare e deliberare l’area identificata come compatibile, per il deposito unico nazionale.

In passato tra legge obiettivo per l’imposizione ai territori delle opere strategiche, poi prioritarie, i commissari straordinari, le modificazioni del procedimento amministrativo, del funzionamento delle conferenze dei servizi decisorie, di modificazioni per realizzare opere classificate strategiche ne sono state fatte.

A seguito della pubblicazione   della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee, (CNAI) ben 33 mesi fa ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione) ha inviato due pareri riguardo l’idoneità e la completezza della documentazione trasmessa da SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari).

L’istruttoria di ISIN, che ha chiesto nuove integrazioni della proposta CNAI sulla base delle osservazioni formulate tenendo conto della Guida Tecnica n.29.

IL ministero dell’Ambiente   ha trasmesso alla SO.G.I.N. Il parere ISIN nel dicembre 2022, al fine di apportare le necessarie integrazioni ed eventualmente elaborare una revisione della CNAI.

La proposta di CNAI riformulata sulla base di tale parere istruttorio è pervenuta a ISIN, a fine luglio 2023 che adotterà il parere definitivo entro il mese di settembre 2023.

 I rifiuti radioattivi attualmente sono stoccati in 22 siti temporanei sparsi sul territorio nazionale.

Pichetto e Salvini a fine mese potranno deliberare le fasi procedurali, per arrivare finalmente alla costruzione del Deposito Unico Nazionale considerato che il contribuente continua a finanziare i costi necessari, per gli interventi di adeguamento delle strutture provvisorie e per la realizzazione di nuovi depositi temporanei.

Ministri Pichetto e Salvini oltre che il Governo sono, a conoscenza di questa emergenza considerato che l’ISIN, nella Relazione consegnata a Governo e Parlamento quest’anno trattano dettagliatamente il problema.

Novantamila metri cubi di scorie !

 Sono 67 le aree potenzialmente idonee per il deposito unico nazionale.

Sottolineiamo che la nuova formulazione delle Aree Idonee è sulla scrivania del ministro Pichetto Fratin dallo scorso mese di luglio, ma il ministro si è già espresso affermando che non sa“ se riusciremo a chiudere quest’anno”, diversamente dal suo predecessore Cingolani che annunciò l’individuazione del luogo dove sarebbe nato il deposito unico nazionale per dicembre prossimo.

Eppure di problemi seri e gravi ce ne sono.

L’ISIN sottolinea le emergenze:  completamento delle operazioni di smantellamento delle ex installazioni nucleari italiane, che presentano  criticità sulla disponibilità di adeguate volumetrie di stoccaggio necessarie per poter proseguire nella gestione dei rifiuti radioattivi storici e per allocarvi i rifiuti di risulta delle attività di smantellamento delle isole nucleari (ubicazione  reattore nucleare e  circuito primario a maggiore radioattività, ndr)”.

Esempi ? Depositi ERSBA 2 e ERSMA nella centrale di Caorso, dei depositi  presso la centrale del Garigliano e  di Trino.

Scrive nel rapporto ISIN“ Strutture di immagazzinamento vetuste che per poter soddisfare i necessari requisiti di sicurezza devono essere sottoposte a un costante monitoraggio, a continui miglioramenti tecnici e adeguamenti alle soluzioni tecnologiche e impiantistiche più recenti e innovative”. Un“ delitto” alla luce degli eventi estremi imputabili ai cambiamenti climatici e la tragedia del Libano a me appare la condizione del  deposito Eurex di Saluggia  (Vercelli), territorialmente collocato alla confluenza tra Dora Baltea e Po.

Entro il 2025 i residui del trattamento del combustibile quindi  scorie ad alta e media attività fatto dai francesi, ritorneranno  per essere stoccati  nel deposito nazionale.

Da 10 anni la Francia ci contesta il mancato rispetto dei tempi per la costruzione del deposito unico.

Tempi oggetto di un accordo intergovernativo.

Scrive ISIN: “ È  necessario procedere quanto prima alla definizione di programmi per il riavvio a breve del processo di trasferimento in Francia dei restanti elementi di combustibile esaurito”. 

IL Ministro dell’Ambiente e quello delle Infrastrutture dovrebbero impegnarsi subito al fine di riprendere in carico i residui del riprocessamento.

 Il deposito nazionale, secondo le stime più ottimistiche, non dovrebbe essere operativo prima del 2030.

Abbiamo problemi di relazioni sulla questione nucleare con Francia e Inghilterra oltre, che un enorme esborso di denaro da parte del contribuente italiano.

I soldi sborsati solo  per riprocessamento e stoccaggio in Francia e Inghilterra ammontano a 235 milioni di euro.

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