I murales di Sant’Angelo Le Fratte presentati dal Critico d’arte internazionale Melinda Miceli

Basilicata

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Documento storico del Borgo e manifesto dell’arte del murales
Sant’Angelo Le Fratte si trova in un contesto geografico unico, dislocato alle pendici della frattura rocciosa della montagna Carpineto. IL Borgo domina l’incantevole Valle del Melandro, ed offre viste mozzafiato sul territorio circostante, al confine con la provincia di Salerno. La sua posizione significativa anche dal punto di vista storico e identitario, ha contribuito allo sviluppo di una tradizione artistica distinta, accresciuta dai tanti pittori visitatori che Vi hanno lasciato il loro personale segno.
I murales di Sant’Angelo Le Fratte costituiscono una parte unica e significativa del patrimonio culturale del paese. La loro storia inizia nel 1993 quando l’associazione culturale ANSPI avviò il progetto con il coinvolgimento dell’associazione degli artisti lucani. Lo scopo era quello di creare una rappresentazione visiva della vita e delle tradizioni locali, nonché di promuovere l’identità culturale del borgo. Oggi si contano oltre 410 murales sparsi nei tre comuni di Sant’Angelo Le Fratte, Savoia di Lucania e Satriano di Lucania che costituiscono la Valle più dipinta d’Italia.
Affrescati sui muri delle abitazioni, strade, cantine e spazi pubblici, creano un museo a cielo aperto che veicola le memorie del luogo.
Essi rappresentano infatti un significativo documento storico riflettendo una sequenza storico, culturale e sociale del borgo, che  i visitatori possono leggere attraverso questa forma d’arte immediata e antichissima.
In queste vibranti opere figurative sono raffigurate scene di vita quotidiana inerenti l’agricoltura, la cucina, il vino, le tradizioni religiose, nonché eventi e personaggi storici come l’Arcangelo Michele e il Vescovo Juan Caramuel Lobkowitz.
Nei pressi della piazzetta di Bacco e Arianna, si trovano i murales dedicati a “Il rapporto dell’uomo con la roccia e l’acqua”. Citiamo anche i murales intorno all’anfiteatro, dedicati al “Teatro”. “Rue dei Fiori” è un tributo al nome della via e il suo tema figurativo è il trionfo della primavera.
La stupenda galleria a cielo aperto di Sant’Angelo Le Fratte, manifesto dell’arte del murales, è contornata da un percorso di statue a soggetto tematico che effigia l’antica vita bucolica, istoriata attraverso i suoi protagonisti, pastori e contadini in una dimensione agricola, ispirati a vecchie fotografie reali.
La pittura dei murales riflette anche la lotta della regione contro la povertà e l’impatto della migrazione sulla comunità, facendo dell’arte un simbolo di resilienza e dell’importanza di preservare il patrimonio culturale del borgo, simbolo della sua stessa identità.
La scelta di trasformare le facciate delle case in quadri di artisti ha reso il borgo famoso in tutta la regione Basilicata e diventati attrattori turistici, i murales,  sono oggetto di richiamo per visitatori da tutto il mondo.
Pertanto come Critico di Enciclopedia d’arte italiana e altri enti, ritengo che questa forma d’arte da cui Sant’Angelo Le Fratte assume il predicato di comune più dipinto d’Italia, debba essere documentata da uno storico d’arte in forma scritta, per lasciare una testimonianza ai posteri riguardante il loro significato e stile.
Breve storia dell’arte del murales
 I murales fanno parte dell’espressione artistica umana fin dai tempi antichi. Nell’antico Egitto, Grecia e Roma, i murali venivano usati per decorare templi, tombe ed edifici pubblici; raffiguravano una vasta gamma di soggetti, dalle scene religiose e mitologiche alla vita quotidiana.  Nell’antico Egitto, ad esempio, raffiguravano spesso scene di vita quotidiana, come l’agricoltura e la pesca, nonché cerimonie e rituali religiosi ed erano tipicamente dipinti su intonaco, utilizzando pigmenti naturali come ocra, carbone e ossido di rame.
I murali greci e romani, invece, spesso raffiguravano scene mitologiche ed eventi storici. Le tecniche e i materiali utilizzati nella creazione di antichi murali variavano a seconda della civiltà e del periodo di tempo.
  In Grecia e a Roma, i murali venivano spesso dipinti su affreschi, che comportavano l’applicazione di pigmenti sull’intonaco bagnato. Questa tecnica ha consentito maggiori dettagli e saturazione del colore.
Il periodo rinascimentale vide una rinascita dell’arte murale in Europa, con artisti come Michelangelo e Raffaello che crearono affreschi su larga scala negli edifici pubblici e nelle chiese. All’inizio del XX secolo, il Messico conobbe un movimento di arte murale guidato da artisti come Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e Jose Clemente Orozco. Questi nomi  utilizzavano i murales per rappresentare le lotte della classe operaia e delle popolazioni indigene, nonché per promuovere il cambiamento sociale e politico. Negli anni ’80, la street art e i graffiti emersero come forma di arte murale nelle aree urbane, spesso utilizzati per esprimere messaggi politici e sociali; erano murales spesso creati illegalmente e da alcuni considerati vandalismo, ma ottennero anche il riconoscimento di forma d’arte legittima.
Oggi i murales sono spesso utilizzati nell’attivismo sociale e politico, con gli artisti che utilizzano il loro lavoro per aumentare la consapevolezza su questioni come il cambiamento climatico, i diritti umani e la giustizia razziale. Svolgono anche un ruolo nella rivitalizzazione urbana e nello sviluppo della comunità, con città e organizzazioni che commissionano ad artisti la creazione di murales negli spazi pubblici per abbellire i quartieri e promuovere il turismo. L’impatto della tecnologia sulla creazione e diffusione dell’arte murale non può essere trascurato. La tecnologia digitale ha consentito la creazione di murales su larga scala, utilizzando tecniche come la mappatura di proiezione e la realtà dilatata. Anche i social media hanno avuto un ruolo nella diffusione dell’arte del  murales tramite le condivisioni di immagini  online che giungono ad un pubblico globale.
Dott.ssa Melinda Miceli critico d’arte

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