Grazie Fragagnano, Dalla Chiesa è vivo o almeno non è morto invano

Puglia

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Forte emozione ieri sera a Fragagnano, paese dell’area vasta tarantina, nel riascoltare quell’estate dell’82, quando l’Italia, dopo 42 anni tornava dalla Spagna campione del mondo di calcio, mentre in Sicilia un’infame scarica di mitra uccideva, con la moglie e un uomo della scorta, il super carabiniere che aveva sconfitto le Br: il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Sindaco Giuseppe Fischetti

Lo spettacolo, curato dall‘associazione di lettura Ippazia, con la sapiente regia di Alfredo Traversa, ruota attorno al libro “Memo e il Generale”. Diciamo subito, con le parole del Sindaco Giuseppe Fischetti, “la cultura non è una sagra”, anzi sono proprio le sagre che diventano di qualità se si crea qualche evento culturale.

Lo stesso regista, a margine dello spettacolo, dice: “ci sono modi di ricordare grandi figure con i Memorial, stavolta si è cercato di procedere come ha fatto il giornalista Cristiano Gatti che con il suo libro: “Memo e il Generale” si pone il problema di come raccontare di mafia, Sicilia e Dalla Chiesa ai giovani. La risposta è nel libro sceneggiato in forma teatrale, sono un professore e Memo, un alunno che termina la scuola dell’obbligo, che trovano il tempo di parlare del Generale.

Per un’ora e mezza siamo stati in apnea emotiva, traslati nel 1982, anche noi in piazza a festeggiare i campioni del mondo, in uno stridente contrasto con quello che accadeva in Sicilia. Distratti dalla gioia, come distratti dalla paura e dal dolore per l’uccisione di Moro, non avvertimmo l’efferata uccisione di Peppino Impastato.

 

Un vulnus dell’informazione che dà il senso di colpa a tutti noi.

Ma sul Generale stride anche la lontananza dei burosauri romani, che pensavano che solo la presenza di un burbero generale avrebbe tacitato i mafiosi. Senza apparati, ruoli e risorse, E il senso di colpa, forse giustifica, che sia solo il Comune di Fragagnano a ricordarlo nel quarantunesimo anniversario della sua morte.

 

Nunzia Digiacomo

Praticamente perfetta la scena, la recitazione-lettura. Il piccolo Memo è lineare mentre dialoga col giovane professore, perfetto il coro con i giornali che sono stati l’unica compagnia di un generale mandato al macello.

Ne parla il professore che sta andando in pensione e lo stesso Generale che esprime il suo pensiero

Che dire di più? La nostra emozione, per una serata piacevole, introdotta dalla presidente della pro loco Nunzia Digiacomo, che anella successi in fila in questa estate 2023 come sottolineano le parole dell’assessore alla cultura Lucia Traetta.

Una serata che ha fatto scivolare il nostro rientro a Taranto con il cuore pieno, pensando ai nostri 4i anni fa, a quella storia di un popolo minuto che è poi storia del mondo, consapevoli che un Generale è vivo se lo vogliamo noi, anzi, lo sottolinea Alfredo Traversa alla fine: è forse voluto, ma era imprevedibile finire alle 21,15 ora della morte di Dalla Chiesa. Tutti in piedi!

 

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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