Nordio proporrà più colloqui telefonici tra i detenuti e i familiari

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Videomessaggio del Guardasigilli ai 189 istituti penitenziari: “Carceri troppo spesso dimenticate, ogni suicidio una mia sconfitta personale”

© Francesco Fotia/ AGF – Carlo Nordio, ministro della Giustizia

 

AGI – “Ho voluto fortemente farvi giungere il mio messaggio, perché all’interno delle carceri vive e lavora anche a Ferragosto, un pezzo della nostra Repubblica, ci sono servitori dello Stato, a cui dobbiamo essere grati, e ci sono persone private della libertà, che stanno in quelle carceri espiando la propria pena e riavviando quel percorso di reinserimento nella società, come vuole la Costituzione”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, saluta con un videomessaggio i 189 istituti penitenziari.

“Troppo spesso il carcere viene dimenticato soprattutto in questo periodo quando le persone sono in ferie”, riflette il ministro che aggiunge ancora: “Approfitto di questo saluto per anticipare una mia intenzione di proporre l’ampliamento dei colloqui telefonici per i detenuti nei contatti con i familiari”.

Il dramma dei suicidi

“Desidero rivolgere il mio primo pensiero alla memoria di tutti coloro i quali hanno compiuto questa drammatica scelta di togliersi la vita. Purtroppo è una consuetudine non solo nazionale ma direi mondiale, ed è una tragedia: dobbiamo fare di tutto per ridurla se non proprio eliminarla, vista la complessità e la imperscrutabilità della natura umana”, ha proseguito Nordio.

“Comunque – aggiunge – ogni suicidio è una sconfitta per lo Stato, una sconfitta per la giustizia, una sconfitta mia personale e un dolore personale”.

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“La circolare che abbiamo emanato di recente per aumentare l’aiuto psicologico a quelli che versano in condizioni di particolare disagio – ricorda il guardasigilli – si inserisce in una volontà piu’ ampia di vicinanza ai detenuti. Siamo consapevoli che lo Stato deve garantite la certezza della pena per essere coerente con le proprie promesse di sicurezza nei confronti dei cittadini e anche di applicazione della sanzione per chi viola la legge. Ciò nonostante non possiamo dimenticare che la pena deve avere un significato e un senso rieducativo, non solo perché lo impone la Costituzione ma perché ce lo impone l’etica, laica o cristiana che sia”.

“Per questo scopo – continua Nordio – non esistono soluzioni immediate facili, non esistono bacchette magiche però vi assicuro che stiamo lavorando con la massima energia e con la massima priorità per ridurre questi estremi disagi. Lo facciamo assumendo nuovo personale, abbiamo assunto 57 nuovi consiglieri penitenziari che prenderanno servizio alla fine dell’anno e abbiamo assunto 2.800 appartenenti alla polizia penitenziaria che colmeranno le deficienze di organico e contiamo nei limiti del possibile di assumerne anche di più”.

“La nostra attenzione va soprattutto agli assistenti psicologici perché la situazione di disagio di chi si trova in carcere non necessita solo di controllo ma anche di aiuto, di ausilio per un recupero non solo spirituale ma anche fisico che possa essere prodromico al reinserimento nella società”, conclude.

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