Ucciso a colpi di pistola il candidato alle elezioni presidenziali in Ecuado

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Villavicencio, giornalista di 59 anni, era uno degli otto candidati alle elezioni presidenziali del 20 agosto. Ferite altre 9 persone, tra queste ci sono un’altra candidata alla presidenza e due poliziotti

© Nicola Gabirrete / AFP

 

AGI – Fernando Villavicencio, uno dei candidati alle elezioni presidenziali in Ecuador, è stato ucciso a colpi di pistola al termine di un comizio. Lo riferiscono i media locali. Il giornalista di 59 anni era uno degli otto candidati alle elezioni presidenziali del 20 agosto. Il ministro degli Interni Juan Zapata ha confermato la notizia.

Villavicencio, convinto detrattore dell’ex presidente Rafael Correa (2007-2017), si stava muovendo con la protezione della polizia a fronte delle minacce ricevute settimane prima. Nell’attentato, avvenuto nella zona affollata e centrale di Quito, sono rimaste ferite altre 9 persone.

Tra i feriti ci sono un’altra candidata alla presidenza e due poliziotti, ha dichiarato la procura della Repubblica, che insieme alla polizia sta raccogliendo prove sulla scena del crimine e nel centro medico in cui sono state portate le vittime. Il presunto autore sarebbe morto dopo una sparatoria con il personale di sicurezza, secondo la procura Generale. dell’Ecuador

Secondo i media locali, gli agenti speciali stavano indagando sulla possibilità che un ordigno esplosivo fosse stato piazzato nel luogo del comizio dove il candidato stava tenendo un evento di campagna elettorale. L’omicidio di Villavicencio è avvenuto in un momento in cui il Paese sta subendo un’escalation di violenza dovuta alle azioni delle bande criminali. Il presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso ha espresso il suo sgomento per l’uccisione del candidato alle presidenziali Villavicencio e ha promesso che il crimine non rimarrà impunito.

“Indignato e costernato per l’omicidio del candidato alla presidenza Fernando Villavicencio. La mia solidarietà e le mie condoglianze alla moglie e alle figlie. Per la sua memoria e per la sua lotta, vi assicuro che questo crimine non resterà impunito”, ha scritto Lasso sui social media.

Lasso ha inoltre riferito di aver convocato una riunione presso il palazzo presidenziale Carondelet, nel centro storico di Quito, del cosiddetto Gabinetto di Sicurezza, composto da autorità dell’esecutivo e di altre funzioni statali. “Il Gabinetto di Sicurezza si riunirà tra pochi minuti a Carondelet. Ho chiesto alla presidente del Cne(Consiglio Nazionale Elettorale), Diana Atamaint; alla procuratrice generale dello Stato, Diana Salazar; al presidente della Corte Nazionale di Giustizia, Ivan Saquicela; e ad altre autorita’ statali di partecipare a questa riunione come questione urgente per affrontare questo evento che ha sconvolto il Paese”, ha detto Lasso.

I candidati alla presidenza dell’Ecuador alle prossime elezioni generali straordinarie del 20 agosto hanno espresso sgomento e indignazione per l’omicidio del loro rivale Villavicencio, colpito da un proiettile mentre lasciava un comizio elettorale a Quito. Pochi minuti dopo la conferma della morte del giornalista ed ex deputato, gli altri sette candidati alla presidenza hanno espresso le loro condoglianze e la loro solidarietà alla famiglia, agli amici e ai cari di Villavicencio.

L’ex vicepresidente Otto Sonnenholzner ha espresso le sue “più sentite condoglianze e il suo profondo cordoglio” e ha augurato “a Dio di riposare in pace”. “Il nostro Paese ci è sfuggito di mano”, ha dichiarato Sonnenholzner in riferimento ai problemi di sicurezza in Ecuador, che hanno praticamente monopolizzato il dibattito durante la campagna elettorale.

Anche Luisa Gonza’lez, candidata della Revolucio’n Ciudadana, il partito guidato dall’ex presidente Correa, ha detto di aver ricevuto “con indignazione, impotenza e profonda tristezza la terribile notizia dell’attentato che ha portato alla morte di Fernando Villavicencio”.

“Questo atto vile non restera’ impunito”, ha detto Gonza’lez a proposito di Villavicencio, che si era affermato come uno dei principali detrattori dell’ex presidente Correa con accuse di corruzione che coinvolgevano la sua amministrazione.

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