L’intelligenza artificiale non porti più disuguaglianza

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Appello accorato del Papa in attesa di celebrare la giornata mondiale della Pace

Anticipato il tema del Messaggio per la Giornata della pace (1 gennaio 2024): l’utilizzo della IA tuteli la casa comune. Argomento già toccato dal Pontefice: gli algoritmi non decidano la vita dell’uomo.  Un tema inedito e molto attuale per la prossima Giornata mondiale della Pace, la 57.ma. “Intelligenze artificiali e Pace”. Lo ha scelto il Papa per la tradizionale ricorrenza del 1° gennaio. Anche quest’anno, dunque, l’argomento del Messaggio è stato annunciato con largo anticipo, mentre il testo papale sarà pubblicato all’inizio di dicembre. La notizia è stata comunicata dalla Stampa vaticana. Immediato l’interesse dei media e dell’opinione pubblica.

La prospettiva indicata, si inserisce infatti nel dibattito che ha trovato largo spazio sui media negli ultimi tempi: sia per gli aspetti legati più direttamente all’impiego dell’intelligenza artificiale negli scenari di guerra (e lo constatiamo ad esempio nel conflitto russo-ucraino), sia per le ricadute di carattere antropologico, che potrebbero avere un grande impatto sulla vita delle nostre società. Si pensi solo alla questione del digital divide tra ricchi e poveri.

Infatti una delle preoccupazioni al centro del Messaggio, diffuso un comunicato del Dicastero per lo sviluppo sarà proprio quella di un utilizzo distorto di questa risorsa, che porti ad aumentare le disuguaglianze e quindi a generare conflitti. «I notevoli progressi compiuti nel campo delle intelligenze artificiali – si legge nella nota del Dicastero vaticano – hanno un impatto sempre più profondo sull’attività umana, sulla vita personale e sociale, sulla politica e l’economia. Papa Francesco sollecita un dialogo aperto sul significato di queste nuove tecnologie, dotate di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti. Egli richiama la necessità di vigilare e di operare affinché non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi».

Ingiustizia e disuguaglianze alimentano infatti conflitti e antagonismi, fa notare il Dicastero vaticano per lo sviluppo umano integrale. «L’urgenza di orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile – prosegue il comunicato -, perché siano al servizio dell’umanità e della protezione della nostra casa comune, esige di estendere la riflessione etica all’ambito dell’educazione e del diritto». Infine, «la tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana – conclude la nota – sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo». Il breve intervento fornisce di fatto una prima spina dorsale del Messaggio di Francesco.

Il quale, ricevendo il 10 gennaio di quest’anno i partecipanti all’Incontro “Rome call” promosso dalla Fondazione Renaissance, sottolineò: «La vita non può deciderla un algoritmo, servono etica e rispetto». In effetti quella dell’algoretica – cioè la riflessione etica sull’uso degli algoritmi nell’orizzonte dell’intelligenza artificiale – è una materia già ben presente nel panorama della riflessione della Santa Sede. Se ne è occupata ad esempio la Pontificia Accademia per la vita e il suo presidente, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, in un recente intervento ha rimarcato che «queste nuove tecnologie possono portare a uno sviluppo enorme, ma anche a una tragedia altrettanto enorme, perché rischiano di sopprimere l’umano in una sorta di dittatura della tecnica». Proprio il Papa, nel suo messaggio alla plenaria del dicastero, già nel 2020 notava: “Dalle tracce digitali disseminate in internet, gli algoritmi estraggono dati che consentono di controllare abitudini mentali e relazionali, per fini commerciali o politici, spesso a nostra insaputa.

Questa asimmetria, per cui alcuni pochi sanno tutto di noi, mentre noi non sappiamo nulla di loro, intorpidisce il pensiero critico e l’esercizio consapevole della libertà. Le disuguaglianze si amplificano a dismisura, la conoscenza e la ricchezza si accumulano in poche mani, con gravi rischi per le società democratiche». Un concetto che il Messaggio per la pace dovrebbe ora sviluppare in maniera più articolata.

Marcario Giacomo

Editorialista de Il Corriere Nazionale

foto AgenSir

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